Di Gerardo Bonomo

Dalla scala all'ingrandimento
L'invisibile
Quale attrezzatura?
Ottiche AI o ottiche AF?
La reflex
Quale focale? Spingendosi più in là

Il moltiplicatore di focale
Le lenti addizionali
Gli obiettivi da ingrandimento

La macrofotografia sul campo
Treppiede La sorgente luminosa in interni

Mosso e micromosso
L'estensione della nitidezza

La diffrazione
La messa a fuoco
Il mirino ingranditore
Lo sfondo
L'esposizione
Il formato RAW e la post produzione
Conclusioni  

 

Il mirino ingranditore.
Per fotocamera come la D70 Nikon ha a disposizione il mirino ingranditore DG-20 in grado di ingrandire di circa 3x la parte centrale dell’area inquadrata dal mirino. Nonostante questo ausilio e la possibilità di rivedere comunque l’immagine appena scattata sul monitor della fotocamera, un leggero fuori fuoco spesso non è visibile con questi strumenti; ecco perché è consigliabile eseguire un bracketing della messa a fuoco, focheggiando il soggetto principale su alcune distanze intermedie, per valutare poi attraverso il monitor del computer l’immagine più nitida.
Per un bracketing ottimale della messa a fuoco si suggerisce di lavorare in manual focus.

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il mirino ingranditore Nikon DG-2 montato su una D70: entrato in produzione ancora negli anni 80’ ha mantenuta
la perfetta compatibilità anche con le reflex digitali Nikon dell’ultima generazione. Ingrandisce di circa 3x l’area centrale
del mirino per una migliore focheggiatura; incorpora una regolazione diottrica per i portatori di occhiali.
Un sistema a cerniera permette di allontanarlo in posizione di riposo per la visione diretta.

Lo sfondo
Soprattutto quando si scatta in interni e il soggetto non abbraccia tutta l'area inquadrata, uno sfondo scuro, meglio nero, permette poi a chi guarda l'immagine di concentrarsi esclusivamente sul soggetto principale, senza essere distratto da zone più o meno sfuocate e più o meno illuminate intorno al soggetto. Lavorando poi con in leggero controluce, lo sfondo nero permette uno stacco ancora più netto della zona illuminata del soggetto, restituendo anche una sensazione di maggior nitidezza apparente.
In esterni è comunque possibile anteporre allo sfondo naturale un cartoncino nero, sempre per staccare meglio il soggetto principale dal resto della scena. Lavorando con un flash esterno montato sulla slitta portaflash e "ingannando" il medesimo con un frammento di nastro adesivo appoggiato sui contatti proprietari Nikon, è possibile scattare con tempi anche di 1/8.000 di sec., con fotocamera come la Nikon D70S; questo, unito a un diaframma di lavoro di norma piuttosto chiuso permette di estinguere completamente dall'immagine le parti illuminate esclusivamente dalla luce naturale. Se infatti in una giornata di pieno sole, a 200 ISO, l'esposimetro ci propone di lavorare per esempio a f/16 con 1/250, scattare a 1/8.000 significa sottoesporre intenzionalmente la luce ambiente – non quella del flash – di ben 5 stop, creano quindi un nero quasi assoluto in tutte le zone dell'immagine non raggiunte dal lampo del flash.

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Se il soggetto è perpendicolare al piano focale, anche con un diaframma chiuso e quindi con un’elevata profondità
di campo si otterrà un’immagine con una ristretta porzione del soggetto nitido.

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Se il soggetto è parallelo al piano focale, la nitidezza si estenderà all’interno soggetto, in questo caso un filo d’erba;
è un esempio pratico per capire che per superare i limiti ottici di un’immagine a volte va riconsiderata l’inquadratura.


 
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