Il mirino ingranditore. Per fotocamera come la
D70 Nikon ha a disposizione il mirino ingranditore
DG-20 in grado di ingrandire di circa 3x la parte
centrale dell’area inquadrata dal mirino. Nonostante
questo ausilio e la possibilità di rivedere
comunque l’immagine appena scattata sul monitor
della fotocamera, un leggero fuori fuoco spesso non
è visibile con questi strumenti; ecco perché
è consigliabile eseguire un bracketing della
messa a fuoco, focheggiando il soggetto principale
su alcune distanze intermedie, per valutare poi attraverso
il monitor del computer l’immagine più
nitida.
Per un bracketing ottimale della messa a fuoco si
suggerisce di lavorare in manual focus.
il mirino ingranditore Nikon DG-2 montato su
una D70: entrato in produzione ancora negli
anni 80’ ha mantenuta
la perfetta compatibilità
anche con le reflex digitali Nikon dell’ultima
generazione. Ingrandisce di circa 3x l’area
centrale
del mirino per una migliore focheggiatura;
incorpora una regolazione diottrica per i portatori
di occhiali.
Un sistema a cerniera permette
di allontanarlo in posizione di riposo per la
visione diretta.
Lo sfondo
Soprattutto quando si scatta in interni e il soggetto
non abbraccia tutta l'area inquadrata, uno sfondo
scuro, meglio nero, permette poi a chi guarda l'immagine
di concentrarsi esclusivamente sul soggetto principale,
senza essere distratto da zone più o meno sfuocate
e più o meno illuminate intorno al soggetto.
Lavorando poi con in leggero controluce, lo sfondo
nero permette uno stacco ancora più netto della
zona illuminata del soggetto, restituendo anche una
sensazione di maggior nitidezza apparente.
In esterni è comunque possibile anteporre allo
sfondo naturale un cartoncino nero, sempre per staccare
meglio il soggetto principale dal resto della scena.
Lavorando con un flash esterno montato sulla slitta
portaflash e "ingannando" il medesimo con
un frammento di nastro adesivo appoggiato sui contatti
proprietari Nikon, è possibile scattare con
tempi anche di 1/8.000 di sec., con fotocamera come
la Nikon D70S; questo, unito a un diaframma di lavoro
di norma piuttosto chiuso permette di estinguere completamente
dall'immagine le parti illuminate esclusivamente dalla
luce naturale. Se infatti in una giornata di pieno
sole, a 200 ISO, l'esposimetro ci propone di lavorare
per esempio a f/16 con 1/250, scattare a 1/8.000 significa
sottoesporre intenzionalmente la luce ambiente –
non quella del flash – di ben 5 stop, creano
quindi un nero quasi assoluto in tutte le zone dell'immagine
non raggiunte dal lampo del flash.
Se il soggetto è perpendicolare al
piano focale, anche con un diaframma chiuso
e quindi con un’elevata profondità
di campo si otterrà un’immagine
con una ristretta porzione del soggetto nitido.
Se il soggetto è parallelo al piano
focale, la nitidezza si estenderà all’interno
soggetto, in questo caso un filo d’erba;
è un esempio pratico per capire che
per superare i limiti ottici di un’immagine
a volte va riconsiderata l’inquadratura.
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