Di Gerardo Bonomo

Dalla scala all'ingrandimento
L'invisibile
Quale attrezzatura?
Ottiche AI o ottiche AF?
La reflex
Quale focale? Spingendosi più in là

Il moltiplicatore di focale
Le lenti addizionali
Gli obiettivi da ingrandimento

La macrofotografia sul campo
Treppiede La sorgente luminosa in interni

Mosso e micromosso
L'estensione della nitidezza

La diffrazione
La messa a fuoco
Il mirino ingranditore
Lo sfondo
L'esposizione
Il formato RAW e la post produzione
Conclusioni  

 

La macrofotografia sul campo
Innanzitutto: la sorgente luminosa.
E' d'obbligo un primo distinguo tra fotografia in esterni e in interni.
Nella macro in esterni si può cominciare a sfruttare proprio la luce ambiente – quindi il sole – per foto che restituiscano la scena nel modo più naturale possibile. Nella macro, spesso, l'indubbia potenza del sole a volte però non è sufficiente: un diaframma relativamente chiuso e la macchina tenuta a mano libera possono portare tanto a foto mosse che sfuocate. Qui il passaggio d'obbligo è l'ausilio di un flash: quello incorporato nella macchina è molto comodo ma di contro tende ad appiattire pesantemente il soggetto, causa il fatto che proviene da un asse parallelo a quello dell'obiettivo. Meglio senza dubbio un flash esterno, come un SB 600 o un SB800 che possono essere comandati anche in TTL dal flash integrato nella fotocamera, senza quindi più il fastidio di cavi e cavetti; in questo modo il flash può essere posizionato in qualsiasi angolazione rispetto al soggetto, creando lampi di luce ad effetto e aumentando in questo modo la tridimensionalità e la sensazione di nitidezza dell'immagine finale.

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Il flash Nikon SB 800: può anche essere comandato in modalità wireless dal flash di fotocamere come
la D70 tanto in TTL che in manuale; in questo modo, senza il problema dei cavi, è possibile puntare la luce
sul soggetto da qualsiasi direzione.

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Ecco la differenza tra una foto a distanza ravvicinata eseguita con il flash della fotocamera (Nikon D70)
e con un Nikon SB 800 posto dietro al soggetto e comandato in modalità wireless dalla fotocamera; per rischiarare
la parte anteriore del soggetto è stato usato un cartoncino bianco mantenuto sopra l’obiettivo che ha riflesso
una parte della luce generata dal flash: l’immagine in basso è più tridimensionale e suggestiva.


 
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