Di Gerardo Bonomo

Dalla scala all'ingrandimento
L'invisibile
Quale attrezzatura?
Ottiche AI o ottiche AF?
La reflex
Quale focale? Spingendosi più in là

Il moltiplicatore di focale
Le lenti addizionali
Gli obiettivi da ingrandimento

La macrofotografia sul campo
Treppiede La sorgente luminosa in interni

Mosso e micromosso
L'estensione della nitidezza

La diffrazione
La messa a fuoco
Il mirino ingranditore
Lo sfondo
L'esposizione
Il formato RAW e la post produzione
Conclusioni  

 

Mosso e micromosso
L'uso del treppiedi non basta comunque a scongiurare il mosso e il micromosso: il treppiedi innanzitutto deve esser di ottima fattura e dotato di una testa proporzionale al peso fotocamera/obiettivo: deve inoltre essere rispettato il baricentro obiettivo/fotocamera e quindi quando si usa per esempio il Micro Nikkor 200 lo stesso andrà assicurato alla testa dei treppiede grazie all'apposito attacco filettato, e non la fotocamera.
Una volta resa solidale e bilanciata la fotocamera al treppiede è la volta delle precauzioni durante lo scatto, soprattutto quando si lavora con tempi lunghi ma non lunghissimi, come i tempi che vanno da 1/100 di sec. fino a 2 sec.: oltre il problema del micromosso diminuisce di importanza. Il micromosso può innanzitutto essere causato dalla pressione diretta sul pulsante di scatto: usare quindi sempre scatti a distanza quando possibile (Nikon D70 e D70s con scatto a distanza senza filo – la D70 anche con scatto a distanza a filo -) e l'alzo intenzionale dello specchio, altro responsabile di eventuali micromossi. Parlando sempre di Nikon D70 e D70s, poiché manca il comando di sollevamento manuale dello specchio, quando non si lavora con il flash si suggeriscono tempi di scatto più lunghi dei 2 sec. di posa. Mentre sarebbero da evitare, anche su treppiedi, i tempi intermedi da 1/125 fino a 1 sec che sono tempi in cui la possibilità di registrare il micromosso causato dall'alzo intenzionale dello specchio è molto elevata.

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Lo scatto a distanza MC-DC1 compatibile con la Nikon D70S.

 

L'estensione della nitidezza
Per aumentare la zona nitida del soggetto nella terza dimensione, quindi nella profondità, si deve progressivamente chiudere il diaframma; in questo modo grazie a una legge ottica, la zona di nitidezza si estende progressivamente anche sul piano anteriore e posteriore a quello focheggiato, per la precisione 1/3 verso il piano anteriore e 2/3 verso il piano posteriore. Per sfruttare quindi appieno la profondità di campo è quindi necessario focheggiare leggermente "più indietro" rispetto alla distanza intermedia tra i due piani minimo e massimo all'interno dei quali si vorrà tutto il soggetto a fuoco. Se un oggetto "profondo" 3 cm. Si trova a 25 cm di distanza dalla lente frontale, bisognerà quindi focheggiare a 26cm per poter beneficiare – in base al diaframma selezionato – della miglior distribuzione della profondità di campo, che in questo caso si estenderà quindi da 25 fino a 28 cm.

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Un’immagine eseguita con il PC Micro Nikkor 85mm a f/30 senza basculaggi: il piano di fuoco
NON si estende perfettamente lungo tutto il soggetto

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Dallo stesso punto di vista ma con il PC Micro Nikkor basculato: la nitidezza migliora
decisamente sia nella parte anteriore e posteriore del soggetto che lungo la fiancata.


 
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