Di Gerardo Bonomo

Dalla scala all'ingrandimento
L'invisibile
Quale attrezzatura?
Ottiche AI o ottiche AF?
La reflex
Quale focale? Spingendosi più in là

Il moltiplicatore di focale
Le lenti addizionali
Gli obiettivi da ingrandimento

La macrofotografia sul campo
Treppiede La sorgente luminosa in interni

Mosso e micromosso
L'estensione della nitidezza

La diffrazione
La messa a fuoco
Il mirino ingranditore
Lo sfondo
L'esposizione
Il formato RAW e la post produzione
Conclusioni  

 

Rapporto pellicola/sensore
Se la base di un sensore Nikon è di 23.7mm e la base di un fotogramma è di 36mm, quando si lavora con un obiettivo macro studiato per il formato 24x36mm, il rapporto di ingrandimento visibile sulla scala dell'obiettivo rimane il medesimo: fotografando infatti al rapporto di riproduzione 1:1 un righello usando una reflex come la Nikon D70, otterremo un'immagine in cui saranno visibili esattamente 23.7mm. la differenza, sempre riferendosi al rapporto 1:1 è data dal fatto che sulla pellicola, in un rapporto 1:1 vedremo riprodotto in grandezza reale un soggetto lungo al massimo 36mm o una sua parte con base massima appunto di 36mm. Sul sensore, invece, a parità di ingrandimento, vedremo riprodotto in grandezza reale un soggetto lungo al massimo 23.7mm o una sua parte, con base massima 23.7mm. Questo riferimento di scala reale ha più significato quando si osserva un fotogramma su pellicola e al suo interno si possono misurare lunghezze che corrispondono esattamente a quelle reali. Con uno scatto digitale il riferimento 1:1 è più virtuale, in quanto non è possibile osservare direttamente l'immagine non ingrandita, ma sempre attraverso l'ingrandimento variabile di un browser. Facendo comunque gli opportuni calcoli, sapendo che si è scattato in scala 1:1 è comunque possibile risalire alle effettive grandezze reali del soggetto inquadrato, di norma queste misure sono utili in riprese a carattere scientifico. Se si stampa l'immagine digitale scattata in scala 1:1a pieno formato su un foglio 16x24cm, quindi con un ingrandimento 10x rispetto al formato del sensore, e misuriamo la lunghezza di un oggetto raffigurato nella stampa in 10cm, sapremo che nella realtà l'oggetto era lungo 1cm.
Un sistema più rapido e alternativo per capire le reali misure del soggetto fotografato nonché il rapporto di riproduzione a cui è stata scattata l'immagine, basterà eseguire anche uno scatto in cui all'interno della composizione è stato appoggiato vicino al soggetto un righello.

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AF Micro 60 con tubo di prolunga da 27.5mm (PK-13) in rapporto di riproduzione 1,6:1; area inquadrata ca. 15mm.
L’immagine rapportata alla lunghezza del sensore è circa 1,6 volte più grande della realtà.


Differenze pellicola/sensore
E' ormai cosa nota che una barriera insormontabile della pellicola rispetto al digitale è data dalla grana che, quantomeno nel formato 24x36mm porta alla fine a una riproduzione dove il limite della ripresa non è appunto la qualità dell'ottica ma della pellicola.
I vantaggi pratici dell'acquisizione digitale in branche complesse della fotografia come appunto la macro possono così essere riassunte:
1) possibilità di rivedere immediatamente lo scatto effettuato ed eventualmente effettuarne altri correggendo gli eventuali errori di ripresa.
2) Possibilità di usare come sorgente di illuminazione una sorgente di luce continua, adeguandone di conseguenza il bilanciamento del bianco, e controllandone perfettamente il risultato direttamente nel mirino della macchina.
3) Possibilità di modificare anche in modo sostanziale diversi parametri di ripresa, dal bilanciamento del bianco alla correzione di sotto o sovraesposizioni, fino al controllo della vignettatura, dell'aberrazione cromatica, dello sharpness e altro ancora soprattutto se si lavora in formato RAW e nel caso di Nikon, si modificano poi gli scatti con il Nikon Editor di Nikon Capture.

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AF Micro 60 con tubo di prolunga da 52.5mm (PN-11) in rapporto di riproduzione 2,1:1; area inquadrata ca. 11mm. L’immagine rapportata alla lunghezza del sensore è circa 2 volte più grande della realtà.

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AF Micro 60 con tubi di prolunga 27.5+52.5mm in rapporto di riproduzione 2,8:1, area inquadrata 8mm.
L’immagine rapportata alla lunghezza del sensore è quasi 3 volte più grande della realtà: si parla quindi di un ingrandimento di circa 3x.

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E' stato utilizzato un 20mm f/3.5 AI montato invertito direttamente sul corpo della D70: la messa a fuoco è stata fatta montando la macchina con l’obiettivo capovolto su una slitta micrometrica e avvicinando e allontanando la macchina dal soggetto fino ad ottenere la corretta messa a fuoco. Dopo aver messo a fuoco il diaframma è stato chiuso manualmente a f/16 e sono stati eseguiti alcuni scatti di prova, cambiando in manuale il tempo di esposizione, fino ad ottenere la corretta esposizione. Il 20mm f/3.5 era stato appositamente progettato per essere usato anche invertito sulla fotocamera per impieghi in macrofotografia. Questa volta il righello impiegato ha le misure espresse in millimetri e decimi di millimetro; area inquadrata 3,4 mm pari a un rapporto di riproduzione 7:1; il soggetto è stato ingrandito di ben 7 volte rispetto alla realtà. All’interno dei perimetri raffiguranti la Sicilia, la Sardegna – la cui larghezza massima sulla moneta è di soli 4 decimi di millimetro - e la Corsica, che sono quasi indistinguibili ad occhio nudo osservando una moneta da 1 Euro, è possibile vedere i segni del complesso disegno del conio.


 
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