Rapporto pellicola/sensore
Se la base di un sensore Nikon è di 23.7mm
e la base di un fotogramma è di 36mm, quando
si lavora con un obiettivo macro studiato per il formato
24x36mm, il rapporto di ingrandimento visibile sulla
scala dell'obiettivo rimane il medesimo: fotografando
infatti al rapporto di riproduzione 1:1 un righello
usando una reflex come la Nikon D70, otterremo un'immagine
in cui saranno visibili esattamente 23.7mm. la differenza,
sempre riferendosi al rapporto 1:1 è data dal
fatto che sulla pellicola, in un rapporto 1:1 vedremo
riprodotto in grandezza reale un soggetto lungo al
massimo 36mm o una sua parte con base massima appunto
di 36mm. Sul sensore, invece, a parità di ingrandimento,
vedremo riprodotto in grandezza reale un soggetto
lungo al massimo 23.7mm o una sua parte, con base
massima 23.7mm. Questo riferimento di scala reale
ha più significato quando si osserva un fotogramma
su pellicola e al suo interno si possono misurare
lunghezze che corrispondono esattamente a quelle reali.
Con uno scatto digitale il riferimento 1:1 è
più virtuale, in quanto non è possibile
osservare direttamente l'immagine non ingrandita,
ma sempre attraverso l'ingrandimento variabile di
un browser. Facendo comunque gli opportuni calcoli,
sapendo che si è scattato in scala 1:1 è
comunque possibile risalire alle effettive grandezze
reali del soggetto inquadrato, di norma queste misure
sono utili in riprese a carattere scientifico. Se
si stampa l'immagine digitale scattata in scala 1:1a
pieno formato su un foglio 16x24cm, quindi con un
ingrandimento 10x rispetto al formato del sensore,
e misuriamo la lunghezza di un oggetto raffigurato
nella stampa in 10cm, sapremo che nella realtà
l'oggetto era lungo 1cm.
Un sistema più rapido e alternativo per capire
le reali misure del soggetto fotografato nonché
il rapporto di riproduzione a cui è stata scattata
l'immagine, basterà eseguire anche uno scatto
in cui all'interno della composizione è stato
appoggiato vicino al soggetto un righello.
AF Micro 60 con tubo di prolunga da 27.5mm (PK-13)
in rapporto di riproduzione 1,6:1; area inquadrata
ca. 15mm.
L’immagine rapportata alla lunghezza
del sensore è circa 1,6 volte più
grande della realtà. |
Differenze pellicola/sensore
E' ormai cosa nota che una barriera insormontabile
della pellicola rispetto al digitale è data
dalla grana che, quantomeno nel formato 24x36mm porta
alla fine a una riproduzione dove il limite della
ripresa non è appunto la qualità dell'ottica
ma della pellicola.
I vantaggi pratici dell'acquisizione digitale in branche
complesse della fotografia come appunto la macro possono
così essere riassunte:
1) possibilità di rivedere immediatamente lo
scatto effettuato ed eventualmente effettuarne altri
correggendo gli eventuali errori di ripresa.
2) Possibilità di usare come sorgente di illuminazione
una sorgente di luce continua, adeguandone di conseguenza
il bilanciamento del bianco, e controllandone perfettamente
il risultato direttamente nel mirino della macchina.
3) Possibilità di modificare anche in modo
sostanziale diversi parametri di ripresa, dal bilanciamento
del bianco alla correzione di sotto o sovraesposizioni,
fino al controllo della vignettatura, dell'aberrazione
cromatica, dello sharpness e altro ancora soprattutto
se si lavora in formato RAW e nel caso di Nikon, si
modificano poi gli scatti con il Nikon Editor di Nikon
Capture.
AF Micro 60 con tubo di prolunga da 52.5mm
(PN-11) in rapporto di riproduzione 2,1:1;
area inquadrata ca. 11mm. L’immagine
rapportata alla lunghezza del sensore è
circa 2 volte più grande della realtà.
AF Micro 60 con tubi di prolunga 27.5+52.5mm
in rapporto di riproduzione 2,8:1, area inquadrata
8mm.
L’immagine rapportata alla lunghezza
del sensore è quasi 3 volte più
grande della realtà: si parla quindi
di un ingrandimento di circa 3x.
E' stato utilizzato un 20mm f/3.5 AI montato
invertito direttamente sul corpo della D70:
la messa a fuoco è stata fatta montando
la macchina con l’obiettivo capovolto
su una slitta micrometrica e avvicinando e
allontanando la macchina dal soggetto fino
ad ottenere la corretta messa a fuoco. Dopo
aver messo a fuoco il diaframma è stato
chiuso manualmente a f/16 e sono stati eseguiti
alcuni scatti di prova, cambiando in manuale
il tempo di esposizione, fino ad ottenere
la corretta esposizione. Il 20mm f/3.5 era
stato appositamente progettato per essere
usato anche invertito sulla fotocamera per
impieghi in macrofotografia. Questa volta
il righello impiegato ha le misure espresse
in millimetri e decimi di millimetro; area
inquadrata 3,4 mm pari a un rapporto di riproduzione
7:1; il soggetto è stato ingrandito
di ben 7 volte rispetto alla realtà.
All’interno dei perimetri raffiguranti
la Sicilia, la Sardegna – la cui larghezza
massima sulla moneta è di soli 4 decimi
di millimetro - e la Corsica, che sono quasi
indistinguibili ad occhio nudo osservando
una moneta da 1 Euro, è possibile vedere
i segni del complesso disegno del conio.
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