Arles: Incontri fotografici (da Sguardi 22)
Sono giunti alla 35a edizione i Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, in Provenza, Francia meridionale, il festival fotografico "generalista, aperto a tutte le espressioni e curioso di tutte le invenzioni" più importante d'Europa se non dell'intero panorama mondiale. "Unico sulla scena internazionale", afferma il fondatore Lucien Clergue, perché fin dalla sua nascita nel 1969 "si svolge all'incrocio di tutte le fotografie, scopre nuovi e giovani talenti, rivisita opere riconosciute o ignorate". Gli appuntamenti, le esposizioni, i dibattiti, gli stages in programma quest'anno dall'8 luglio al 19 settembre sono di una tale ricchezza che è difficile proporne una sintesi (per l'articolazione e i dettagli rimandiamo al sito dei Rencontres: www.rencontres-arles.com). Si va dalle esposizioni di autori contemporanei, tra cui molti sconosciuti al debutto europeo (giapponesi, indiani, americani) alle mostre di autori da riscoprire, dalle installazioni curate da riviste e scuole di fotografia alle proiezioni nel Teatro antico della cittadina di origine romana, dagli stages con autori del calibro di René Burri e Joan Fontcuberta alle proiezioni di film riguardanti la fotografia. Insomma, un universo di immagini, proposte e riflessioni. Necessario e tonico nel panorama della comunicazione di oggi. Perché, come ha scritto il curatore di questa edizione dei Rencontres, il fotografo inglese dell'agenzia Magnum Martin Parr), "in un mondo saturo, e sempre più uniforme, gli sguardi stimolanti e provocatori offerti dalla fotografia sono essenziali".
JAMES MOLLISON, James et autres grands singes, Portrait extrait de la fresque James et autres grands singes
Perpignan: L'impero del fotogiornalismo (da Sguardi 96)
La fine dell'estate è una delle stagioni più ricche di appuntamenti fotografici. Il Festival di Perpignan Visa pour l'image continua ad essere il punto di riferimento internazionale per il fotogiornalismo. L'annuncio dei premiati è un'occasione per passare in rassegna le tendenze di chi lavora alla produzione di racconti attraverso le immagini e di chi li giudica, insomma una parte e l'altra della doppia faccia del gioco editoriale. […] Quest'anno ad aggiudicarsi il Visa d'Or News Award è stato Tyler Hicks, con il suo lavoro sull'attacco al Westgate mall di Nairobi, in Kenya, che nel settembre dello scorso anno fece più di settanta morti. Il Visa d'Or Feature Award è andato invece a Guillaume Herbaut per il suo lavoro sulle manifestazioni in Ucraina di dicembre. Il Visa d'Or Daily Press Award è andato alla testimonianza di Meeri Koutaniemi, intitolata Taken, sulle mutilazioni genitali femminili in Kenya. L'Humanitarian Visa d'Or Award del Comitato Internazionale della Croce Rossa è stato assegnato a William Daniels
per la sua copertura della crisi umanitaria in Repubblica Centroafricana. Due premi intitolati alla memoria di fotografi scomparsi, come Rémi Ochlik e Alexandra Boulat, sono andati rispettivamente a Maxim Dondyuk, per i suoi servizi sugli avvenimenti in Ucraina, e a Kosuke Okahara
per il suo approfondimento sul traffico di droga in Colombia. Tra le esposizioni da segnalare, quella dedicata ai fotografi dell'altro Vietnam, Quelli del Nord, che hanno coperto la guerra nel loro paese, dal lato nord: un punto di vista per una volta rovesciato su un conflitto ventennale documentato di norma dall'altro lato […] Visa pour l'Image attira ogni anno migliaia di visitatori grazie alla selezione di reportage realizzati da fotogiornalisti di tutto il mondo, alle mostre sparse nella città che propongono reportage o vetrine antologiche di un fotografo, alle serate-proiezioni all'aperto nella splendida cornice del chiostro medievale di Campo Santo che presentano reportage su diversi argomenti di attualità o di cui non si parla, alle conferenze e agli incontri per discutere la produzione delle immagini e il futuro della professione del fotografo, agli appuntamenti agli stand con le agenzie e le principali marche di tecnologia fotografica.
Tyler Hicks
Sept. 21, 2013. A woman tried to shelter children from gunfire by Somali militants at the Westgate mall in Nairobi,
Kenya, in an attack that killed more than 70 people. Tyler Hicks made this photo from a floor above, in an exposed area where the police
feared for his safety.
© Tyler Hicks / The New York Times
Premi: World Press Photo (da Sguardi 50, 58, 94)
Il World Press Photo è il premio fotogiornalistico più prestigioso che esista. […] Ad aggiudicarsi il riconoscimento principale per il 2006 è stato il fotografo statunitense Spencer Platt con un'immagine a colori, realizzata in Libano nell'agosto del 2006 il giorno del cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele, che mostra un gruppo di giovani libanesi a bordo di un'auto in una strada di Beirut devastata da un bombardamento israeliano e che, secondo la giuria indipendente formata da esperti scelti tra i più accreditati in campo internazionale, "presenta la complessità e le contraddizioni della vita reale, in mezzo al caos, e ti fa vedere al di là dell'ovvio". […] Foto dell'anno 2007 è stata proclamata l'immagine a colori del fotografo inglese Tim Hetherington. Mostra un soldato che giace sfinito nel bunker Restrepo, che prende il nome da un compagno del suo plotone ucciso dagli insorti, nella zona orientale dell'Afghanistan. L'immagine di Hetherington è parte di un reportage realizzato per Vanity Fair, premiato anche nella categoria General News Stories. Il presidente di giuria Gary Knight, fotografo e presidente dell'agenzia VII, commenta così la fotografia: "Questa immagine mostra la prostrazione di un uomo e la prostrazione di un'intera Nazione". […] La Foto dell'anno 2013 è dell'americano John Stanmeyer di VII Photo Agency. L'immagine mostra dei migranti africani con i cellulari sulla spiaggia di Gibuti nel tentativo di prendere un segnale telefonico gratuito dalla confinante Somalia, un collegamento con i parenti lontani. Gibuti è una tappa consueta per i migranti in transito da paesi come la Somalia, l'Etiopia e l'Eritrea, in cerca di una vita migliore in Europa e in Medio Oriente. La foto è anche vincitrice del Primo Premio nella categoria Storie di attualità ed è stata realizzata per il National Geographic. «È una foto collegata a tante altre storie - ha così commentato Jillian Edelstein, membro della giuria - apre la discussione sui temi della tecnologia, della globalizzazione, dell'emigrazione, della povertà, della disperazione, dell'alienazione e dell'umanità. Si tratta di un'immagine molto sofisticata, potentemente sfumata. È così sottilmente realizzata e in modo così poetico, sebbene sia piena di significato, da trasmettere questioni di grande gravità e preoccupazione nel mondo di oggi».
World Press Photo of the Year 2006 Spencer Platt, "Young Lebanese Driving Through Devastated Neighborhood of South Beirut
World Photography Awards (da Sguardi 69)
Non c'è solo il World Press Photo, Wpp. Al Palais des Festivals di Cannes, in Francia, ogni anno si assegnano i World Photography Awards, Wpa. Non soltanto un premio, ma un insieme di appuntamenti che ruotano intorno alla fotografia diventati in breve tempo uno dei maggiori eventi mondiali ad essa dedicati: mostre, proiezioni, workshop, dibattiti, letture di portfolio, progetti per studenti, un magazine, una Photographic Academy (formata da rappresentanti di agenzie internazionali, gallerie, case editrici, fondazioni, giornalisti e fotografi) che giudica le immagini in concorso, una cerimonia finale, in programma quest'anno dal 22 al 27 aprile, con la partecipazione di fotografi, galleristi, giornalisti, agenti, critici, appassionati. Le categorie dei World Photography Awards coprono un ampio insieme di generi fotografici: dalle belle arti alla fotografia utilizzata nella moda, nella pubblicità e nello sport, dal documentario fotografico e umanistico, con protagonisti le persone, la società, la cultura, l'attualità, ai paesaggi, la natura. Di seguito pubblichiamo la short-list di fotografi professionial e amateur per ciascuna categoria, annunciata lo scorso 23 febbraio; immagini selezionate tra le circa 80 mila arrivate alla giuria, di autori provenienti da 48 paesi. Tra i fotografi delle short-list saranno scelti tre finalisti per ogni categoria, e scelti i vincitori che saranno premiati a Cannes. Più nel dettaglio, le dodici "professional categories" riguardano tre generi: Photojournalism and Documentary (Current Affairs, Sport, Contemporary Issues, Arts and Entertainment); Commercial (Advertising, Fashion and Music), Fine Art (Portraiture, Conceptual and Constructed, Natural History, Landscape and Architecture). Mentre sono nove le "amateur categories": Architecture, Conceptual and Constructed, Documentary, Fashion, Landscape, Music, Natural History, Portraiture, Sport.
© Palani Mohan, Malaysia, Courtesy of Sony World Photography Awards 2010/ Reportage by Getty Images
PHotoEspaña, Madrid (da Sguardi 88)
PHotoEspaña 2013 presenta più di settanta mostre con un tema comune: Cuerpo. Eros y políticas. Per Gerardo Mosquera, curatore del festival, «il corpo è uno dei grandi temi della fotografia. Si potrebbe dire che essa è nata con una vocazione verso la sessualità incarnata nel nudo. Tuttavia, basta percorrere PHotoEspaña 2013 per apprezzare i modi diversi con cui la fotografia ha trattato il corpo umano. Quest'anno il festival esplora l'erotismo, ma esplora anche lo sguardo erotico senza corpi, indirizzato al mondo che ci circonda». Si spazia dalle rappresentazioni della coppia di Luis González Palma e Graciela De Oliveira (Tu/mi placer) alle modelle-spose-amanti di Edward Weston e Harry Callahan (Él, ella, ello); dalle fotografie di cadaveri immersi in paesaggi bucolici di Fernando Brito
(Tus pasos se perdieron con el paisaje) ai paesaggi tra il post-romantico e l'apocalittico di Darren Almond (Atmos). Dall'avanguardia femminista degli anni Settanta a Vienna (Mujer) ai nudi di Violeta Bubelyte (Autorretratos), František Drtikol (Desnudos modernistas), Zbigniew Dłubak (Estructuras del cuerpo), fino ai ritratti di JFk e di sua moglie Jacqueline di Mark Shaw (Kennedy) e alle foto di viaggio di Nereo López (Un contador de historias).
PHotoEspaña; Fernando Brito, From the series Your Steps were Lost in the Landscape, 2011 © Fernando Brito
Cambogia: Angkor Photo Festival (da Sguardi 84)
L'Angkor Photo Festival è il primo festival di fotografia creato nel Sud-Est Asiatico. Si tiene dal 2005 a Siem Reap, nel nord-ovest della Cambogia, il maggiore centro di attrazione turistica del paese perché è situato accanto ai magnifici templi di Angkor, capolavori dell'architettura Khmer, dichiarati nel 1992 patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Per secoli Angkor, immersa nella foresta pluviale, è stata il centro del regno Khmer. La più vasta "città d'acqua" di epoca medioevale, uno dei principali siti archeologici d'Asia, e secondo alcuni il più vasto sito religioso al mondo. A 315 chilometri dalla capitale Phnom Penh, da otto anni Siem Reap, oltre che turisti, attrae fotografi provenienti da tutto il mondo proponendo - per una settimana - un fitto programma di mostre, proiezioni, incontri, laboratori. L'Angkor Photo Festival si distingue anche per la forte vocazione didattica. Si parte dalla base, con l'organizzazione di workshop fotografici realizzati per i bambini del centro Anjali House. E si arriva a stage di formazione offerti a giovani fotografi asiatici. Dal 2005 più di 210 hanno partecipato ai workshop curati da fotografi professionisti volontari, ricevendo un apprendistato professionale, una visibilità internazionale e consigli per la carriera. Quest'anno sarano più di 30 i partecipanti provenienti da tutta l'Asia selezionati sulla base dei loro portfolio. A conferma dell'attenzione verso i fotografi emergenti del continente, l'istituzione dallo scorso anno del Reminders Project Asian Photographers Grant, il primo specificamente loro dedicato per sostenere fotografi asiatici al lavoro su progetti realizzati in Asia.
© Widi Indra - THANKS FOR TODAY - BALI
La Gacilly: Peuples & Nature (da Sguardi 83)
Il Festival photo Peuples & Nature de La Gacilly si vuole il più grande festival fotografico francese in esterni: 19 mostre, oltre 600 fotografie di grande formato per una durata di quattro mesi. Anche in occasione del vertice di Rio delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, il Brasile è l'ospite d'onore del festival: oggi sesta potenza mondiale, nel XIX secolo ancora in parte terra incognita. Si passa dalle immagini di José Medeiros, considerato il pioniere del fotogiornalismo brasiliano, il primo a fotografare le tribù isolate della Amazzonia negli anni ‘50, mostrando anche la diversità sociale e razziale del paese; a quelle del giovane Julio Bittencourt che usa la fotografia come "una sorta di megafono per dare voce a chi non ne ha", e ad Anouk Garcia che presenta il mondo degli indigeni brasiliani tra sciamanesimo e comunione con la terra. Tra gli altri autori presenti, segnaliamo innanzitutto due firme dell'agenzia Magnum: Raymond Depardon con i suoi popoli del deserto e Stuart Franklin con le sue genti di città. Quanto ai sette miliardi di persone che ormai siamo, saranno evocati da un grande murale dell'agenzia Reuters fatto di 193 ritratti rappresentanti 193 paesi delle Nazioni Unite. E poi ancora, tra gli altri, Pierre de Vallombrosa offre le migliori immagini dei suoi cinque anni passati con gli Uomini Radici, Juan Manuel Castro Prieto "quadri" dai suoi viaggi nei cinque continenti, Heidi e Hans-Jürgen Koch il loro splendido lavoro sulle grandi scimmie, e il National Geographic una grande spedizione in Russia alla ricerca di una biodiversità sconosciuta. Si chiude con un omaggio a Robert Doisneau, nel centenario della nascita, con immagini dimenticate mai mostrate al pubblico.
© Amit Dave / Reuters - 1992 - 2012: 20 photos qui ont frappé notre conscience écologique Des gens se rassemblent
autour d'un grand puit, village de Natwarghad, Etat Occidental du Gujarat, Inde, 1er juin 2003
Bruxelles, Fotofever Art Fair (da Sguardi 84)
Nuovi collezionisti crescono? E anche nuove rassegne dedicate? Dopo il successo della prima edizione tenutasi a Parigi lo scorso anno, la fiera di fotografia contemporanea Fotofever raddoppia e si trasferisce per la nuova edizione a Bruxelles dal 4 al 7 ottobre,con la partecipazione di 60 gallerie e case editrici provenienti da tutta Europa, ciascuno conla propria proposta di fotografia contemporanea e video-arte. Una chiamata generale per collezionisti e fotografi, appassionati o principianti, gallerie e istituzioni. Un'esplorazione dell'attuale produzione di fotografie in tutta la loro diversità, dagli artisti più riconosciuti ai talenti in divenire. Un'occasione di incontro tra autori e pubblico, di visibilità, confronto, mercato. Per Cécile Schall, sua fondatrice, «Fotofever è il risultato dell'interazione tra un pubblico curioso, il coinvolgimento di galleristi appassionati e la fiducia accordata da istituzioni e partner. Fotofever è un luogo di scambio e di scoperta, che ha già suscitato tra i tanti visitatori la voglia di collezionare». Infatti, oltre alle opere presentate dalle singole gallerie, Fotofever presenta anche una collezione privata inedita, una serie di incontri, uno spazio video e la mostra del vincitore del Fotoprize che segnala il lavoro di un giovane talento diplomato in una scuola d'arte europea. Per questa edizione il premio è andato alla polacca Anna Orlowska, il cui lavoro - Leakage - è stato selezionato tra le 57 candidature arrivate alla giuria da 30 scuole europee. La sua mostra si sposterà poi a Parigi, dove sarà esposta durante il Mois del Photo in quattro gallerie del Marais.
The Flight © Katerina Belkina. Absolute Art Gallery
Photoquai Culture: Gli sguardi degli altri (da Sguardi 78)
A Parigi, ogni due anni, a qualche metro dalla Tour Eiffel, il Musée du Quai Branly - una sorta di casa delle culture del mondo (con 3500 opere d'arte di Africa, America, Asia e Oceania) - dà vita a Photoquai, una rassegna dedicata alla fotografia non occidentale. Per due mesi, fino all'11 novembre, le opere di una quarantina di fotografi emergenti provenienti da quasi trenta paesi diversi (dell'Europa dell'Est, di Asia, Sud e Centro America, Africa, Medioriente e Oceania), saranno esposte nel giardino e lungo le rive della Senna che costeggia il museo. Fotografie di autori, che attraverso le immagini hanno fissato una propria modalità di espressione individuale e di relazione con il mondo, il cui lavoro è inedito in Europa. Françoise Huguier, direttrice artistica della biennale giunta alla terza edizione, racconta - di seguito - alcune caratteristiche di questa «avventura dello sguardo», che mostra «realtà e punti di riferimento diversi dai nostri», partendo da ciò che Richard Avedon diceva del ritratto: «nell'istante in cui un'emozione si trasforma in una fotografia, non è più un'emozione ma un'opinione. Ogni fotografia è esatta, nessuna fotografia è la verità». Per Françoise Huguier «questa citazione può essere applicata a ogni lavoro fotografico. Anche per la terza biennale Photoquai ho voluto mostrare delle verità, non una verità. Propongo un viaggio attraverso le ossessioni e le fantasie dei fotografi, le loro visioni della società. Alcuni si esprimono attraverso una fotografia del reale, altri lo mettono in scena, altri concettualizzano. Queste visioni trasversali della fotografia contemporanea portano più vicino ai mondi che vanno all'incontro della globalizzazione, espliciti nelle loro differenze ed estraneità. Photoquai è anche un viaggio alimentato dallo sguardo dei fotografi sulle loro società e su altre culture, diverse dalla propria. I fotografi sono le nostre sentinelle, i nostri guardiani, e ci impediscono di addormentarci».
Carnaval © Cia de Foto - Musée du quai Branly, Photoquai 2011
Saloni: Paris Photo (da Sguardi 36)
Il Carrousel del Louvre ospita la 9a edizione del Salone Internazionale per la Fotografia del XIX secolo, Moderna e Contemporanea diParigi.
Incontri, conferenze, presentazioni di libri, esposizioni, storia e attualità della fotografia. Una selezione che presenta le più diverse espressioni fotografiche dall'800 ai giorni nostri, dal documentario all'arte contemporanea, passando per il fotoreportage e la moda, e conferma il carattere sempre più internazionale del salone, diventato il primo appuntamento mondiale dedicato all'immagine fissa, con il 73% di partecipazione straniera (90 gallerie e 16 case editrici, specializzate, affermate ed emergenti, provenienti da 14 paesi). Nel ricchissimo programma si alternano esposizioni monografiche, tematiche e collettive che rendono omaggio ai pionieri della fotografia antica (1839-1914) come Baldus, Roger Fenton, Charles Nègre e ai maestri della fotografia del XX secolo come Diane Arbus, Brassai, Henri Cartier-Bresson, Guy Bourdin, Robert Doisneau, Lee Friedlander, André Kertesz, Man Ray; le opere recenti di Stephen Shore, Richard Misrach, Jeremy Deller, Hiroshi Sugimoto, Massimo Vitali; gli scenari stranieri proposti dalla Scuola di Osaka, la scuola di Helsinki, l'India di Raghubir Singh, e la Spagna (ospite d'onore dell'edizione con tre sezioni: España negra, humour, kitsch). Questa edizione di Paris Photo si distingue anche per la forte presenza di case editrici di fotografia e per l'attenzione senza precedenti per il libro fotografico, creazione autentica e contemporaneamente oggetto di collezione.
Nickolas Muray, Frida sulla panchina bianca, New York, 1939
The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca
Photo by Nickolas Muray
Parigi: Mois de la Photo (da Sguardi 47)
Creato nel 1980, il festival Mois de la Photo di Parigi, che si svolge a cadenza biennale, è giunto alla sua 14a edizione, organizzata attorno al tema delle relazioni tra la fotografia e la pagina stampata, che sia di manifesto, rivista o libro, supporti privilegiati di diffusione delle immagini, ma anche spazi di creazione per direttore artistici, grafici, fotografi, autori di testi. Il mese della foto parigino propone più di 60 esposizioni in gallerie, centri culturali, musei e biblioteche della capitale francese, e una serie corposissima di proiezioni, incontri, premi, borse, conferenze. Dal 1 al 30 novembre, e ben oltre, con mostre e incontri che si spingono fino ai primi mesi del 2007. Dalla biennale parigina è nato nel 2004 il Mois Européen de la Photographie, una rete europea di manifestazioni che nella prima edizione ha associato Parigi, Berlino e Vienna, alle quali si sono aggiunte quest'anno Roma, Mosca, Bratislava e Lussemburgo.
Ante la prensa. 1959. Las fotos corresponde a una entrevista del Che poe el Canal 2 del la televisiò, cubana el 14 de septiembre de 1959. Foto Raul Corrales
Prix Pictet: Sostenibilità (da Sguardi 61)
È nato un nuovo premio fotografico internazionale, sensibile alle ragioni dell'ambiente. La Pictet & Cie, una delle principali banche svizzere, ha creato il Prix Pictet dedicato a una delle questioni globali più importanti del nostro tempo: la sostenibilità, e cioè la ricerca di un miglioramento della qualità della vita, di un soddisfacimento dei bisogni del presente, perseguita tenendo conto della capacità di carico degli ecosistemi, della possibilità delle generazioni future di proseguire lo sviluppo senza compromettere l'ambiente. L'obiettivo del premio è di utilizzare la potenza del mezzo fotografico per comunicare a un pubblico globale messaggi fondamentali per lo sviluppo sostenibile. L'unico premio, per un importo di 100 mila franchi svizzeri (equivalenti a oltre 65 mila euro), è la ricompensa più consistente in Europa, se non nel mondo, nel campo della fotografia, e il Prix Pictet è di certo il solo premio sul tema dello sviluppo sostenibile e durevole. Ogni anno il Prix Pictet affronterà una questione relativa alla sostenibilità. Per l'edizione inaugurale del Prix Pictet il tema era l'acqua (nei prossimi anni si copriranno gli altri tre elementi - terra, fuoco e vento – per poi tornare all'acqua). Oggi, secondo dati delle Nazioni Unite, più di un miliardo di persone non ha accesso ad acqua potabile e due miliardi e mezzo sono senza servizi igienico-sanitari di base. Ed è attraverso l'acqua, o la sua mancanza e la sua ineguale distribuzione, che si assiste alle prime e devastanti manifestazioni di una delle minacce più gravi che il nostro mondo deve affrontare, il cambiamento climatico, l'innalzamento delle temperature, punti critici epocali su cui a volte l'azione è debole mentre dovrebbe essere sempre più stringente e improrogabile. La partecipazione al premio è solo su candidatura; in questo primo anno, oltre 200 fotografi di 43 paesi si sono candidati. Dopo la scelta di una rosa di finalisti (18 tra i migliori fotografi del mondo: Benoit Aquin, Edward Burtynsky, Jesús Abad Colorado, Thomas Joshua Cooper, Sebastian Copeland, Christian Cravo, Lynn Davis, Reza Deghati, Susan Derges, Malcolm Hutcheson, Chris Jordan, Carl De Keyzer, David Maisel, Mary Mattingly, Robert Polidori, Roman Signer, Jules Spinatsch, Munem Wasif), il vincitore dell'edizione inaugurale del premio è risultato il fotografo canadese Benoit Aquin, con una serie di fotografie riguardante la desertificazione in Cina.
© Christian Cravo, Courtesy Prix Pictet 2008. Series: Waters of Hope (Haiti, 2007)