Di Gerardo Bonomo

La radiazione infrarossa Visibile e invisibile
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Visibile e invisibile

Nella pratica, la radiazione infrarossa e quella visibile vengono spesso riflesse e trasmesse dagli oggetti in modo completamente diverso:

1)
la clorofilla presente nel fogliame assorbe una grande quantità di radiazione visibile – la maggior parte della radiazione blu e rossa, riflettendo la radiazione verde - mentre assorbe solo una piccola quantità di IR, quindi riflettendone la maggior parte.
2) molti tipi di terreni, rocce e sabbie hanno un elevato potere di riflessione dell'IR
3)
il cielo che normalmente è di colore blu o più chiaro, viene riprodotto in una fotografia IR con una tinta molto scura, da un lato per la scarsa presenza di IR nell'aria, dall'altro perché il pulviscolo atmosferico che partecipa alla colorazione del cielo, proprio perché cade nella parte visibile dello spettro non viene registrato nella fotografia IR – ecco perché nelle foto scattate sulla Luna il cielo risulta completamente nero, non perché vengono eseguite foto IR ma per la mancanza di pulviscolo atmosferico - , e questo è anche il motivo per cui nella fotografia IR si possono registrare panorami velati o quasi completamente nascosti dalla foschia; la fotografia infrarossa non è però in grado di leggere un panorama avvolto dalla nebbia, questo a causa delle grandi dimensioni delle goccioline d'acqua in essa contenute.

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Uno scatto eseguito sulla superficie della Luna durante la missione Apollo 16:
il cielo è completamente nero causa la mancanza di atmosfera e quindi
di pulviscolo atmosferico in grado di riflettere la radiazione luminosa.
Nella fotografia Ir avviene lo stesso fenomeno.

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A sinistra l'immagine a colori scattata con la Coolpix8400, a destra l'immagine in bianco e nero scattata con filtro IR.
Il Lago di Lugano dal Monte Generoso il 24 agosto 2005 alle ore 16.29, verso nord, con il sole a sinistra dell'immagine
che illuminava la classica foschia – non nebbia - di agosto. Con il filtro IR la Coolpix ha “bucato” in modo così deciso la
foschia che è difficile accettare visivamente che gli scatti sono stati eseguiti in rapida successione dallo stesso punto di vista, soprattutto per le due immagini in basso. I prati e le pareti delle montagne direttamente illuminate dal sole hanno assunto
quasi un aspetto da nevicata invernale, mentre nelle zone in ombra l'effetto è quasi nullo. Il limite del visibile all'orizzonte,
soprattutto le nuvole e le quinte delle montagne nelle foto IR è arretrato di diversi chilometri.

4)
la pelle è piuttosto trasparente alla radiazione infrarossa, ecco il motivo per cui appare più chiara e levigata nella fotografia IR mentre è visibile la barba anche in una persona che si è appena rasata, perché l'IR mette a nudo i bulbi piliferi.
5)
l'acqua assorbe la maggior parte della radiazione IR, mentre il filtro IR al contempo assorbe tutta la luce riflessa nel visibile, ed è per questo che appare nera nelle foto IR.

Per fotografare nell'infrarosso bisogna quindi risolvere due problemi: da un lato bloccare la radiazione visibile, dall'altro utilizzare una pellicola o un sensore in grado di registrare anche la radiazione infrarossa.

Per bloccare la radiazione visibile si utilizzano dei filtri "neri" che fanno passare la radiazione luminosa – non visibile - solo a cominciare da una certa lunghezza d'onda. Esistono diversi filtri IR con capacità sempre più selettive per la trasmissione dell'infrarosso; la necessità di sapere quale lunghezza d'onda è in grado di passare è fondamentale nella fotografia scientifica, perché man mano che la lunghezza d'onda IR che passa è alta, cambiano le risultanze sulla fotografia, grazie al fatto che la radiazione infrarossa a seconda della sua lunghezza d'onda, è in grado di penetrare nella materia, sia inorganica che organica, a una certa profondità, permettendo quindi di vedere nella fotografia risultante gli strati inferiori invisibili a occhio nudo.

 
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