Nuova serie di Fieldscope EDG e nuova staffa fotografica per l'osservazione e la fotografia.

A cura di Gerardo Bonomo

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Quale o quanti oculari scegliere?

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Per i nuovi Fieldscope e i nuovi oculari Nikon ha utilizzato la medesima baionetta F Mount delle fotocamere e delle ottiche Nikon, semplicemente inverte: il bocchettone di innesto degli oculari è l'attacco obiettivo F Mount; l'attacco F Mount presente sui corpi macchina è stato utilizzato, a destra, sugli oculari.

Insieme ai due novi Fieldscope Nikon ha introdotto 7 nuovi oculari:

    1. FEP-20W: ingrandimento 20x sul modello 85, 16x sul modello 65.

    2. FEP-25W: ingrandimento 25x sul modello 85, 20x sul modello 65. È il modello progettato per i portatori di occhiali in quanto permette la visione di tutto il campo inquadrato dall'oculare anche senza togliere gli occhiali grazie al fatto che il piano di fuoco è arretrato di ben 30mm. Nikon introdusse questo concetto negli anni 80 con la SRL Nikon F3 HP che montava un pentaprisma con oculare adatto proprio ai portatori di occhiali.

    3. FEP-38W: ingrandimento 38x sul modello 85, 30x sul modello 65mm.

    4. FEP-50W: ingrandimento 50x sul modello 85, 40x sul modello 65mm.

    5. FEP-75W: ingrandimento 75x sul modello 85, 60x sul modello 65mm.

    6. FEP-20-60W: ingrandimento 20-60x sul modello 85, 16-48x sul modello 65mm.

Il modello FEP-20W con la sua pupilla d'uscita di 4,3mm sul modello 85, calcolando che il diametro della pupilla dell'occhio umano varia tra 2/3mm in piena luce fino a 7mm al buio, questo oculare restituisce l'immagine con la maggior luminosità possibile anche durante l'osservazione il luce scarsa o al buio.
Il modello FEP-25W è il più indicato per l'osservazione generale ai portatori di occhiali che preferiscono non toglierli durante l'osservazione attraverso il Fieldscope, così da poter alternare osservazioni indirette a quelle dirette.
Il modello FEP-20-60 è indubbiamente quello più versatile perché grazie allo zoom incorporato condente di variare gli ingrandimenti senza soluzione di continuità da 20x fino a 60x con EDG 85mm). Man mano che sale d'ingrandimento scende proporzionalmente la luminosità relativa e il diametro della pupilla d'uscita. La scelta va fatta anche in base alla destinazione d'uso e al budget preventivato; indubbiamente l'ideale è di poter disporre di un oculare a basso ingrandimento e uno ad alto ingrandimento. Qui si approfitta del vantaggio, rispetto ai precedenti oculari per i precedenti modelli di Fieldscope che l'attacco oculare/Fieldscope non è più a vite, e con un filetto molto profondo che richiede un po' di tempo per essere serrato a fondo, ma è a baionetta, esattamente la stessa baionetta F-Mount Nikon che correda tutte le reflex Nikon –dagli anni sessanta-.
È comunque possibile montare i precedenti oculari Fieldscope sui nuovi grazie all'adattatore. Non è invece possibile montare i nuovi oculari sui precedenti modelli di Fieldscope.

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I nuovi Fieldscope hanno il bocchettone di innesto compatibili
con la nuova linea di oculari EDG
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ma all'interno del bocchettone ne è visibile una filettatura:
serve per inserire l'adattatore opzionale EMA-1

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Con l'adattatore in posizione è possibile utilizzare sui nuovi EDG Fieldscope gli oculari
dei precedenti Fieldscope; è quindi possibile, per chi possiede un Fieldscope, passare al modello successivo
senza dover rinunciare agli oculari che già possiede. Esattamente come per la possibilità offerta
dalle DSRL Nikon dell'ultima generazione di usare anche ottiche di quarant'anni fa.

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A sinistra l'oculare 75x dei precedenti Fieldscope; a destra il nuovo 75x.


Quale treppiedi e quale testa?

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Un Fieldscope EDG 85 montato su treppiedi in carbonio Manfrotto armato con testa micrometrica Manfrotto NEW GEARED HEAD 405; il carbonio alleggerisce la struttura del treppiedi durante il trasporto, ma una volta dispiegato può essere appesantito sospendendo un carico alla crociera;
la testa micrometrica 405,
oltre a riuscire a tenere carichi notevoli senza accennare a vibrazioni, ha i tre movimenti che posso essere istantaneamente liberati per posizionamenti veloci, o ruotati in modo assolutamente micrometrico per brandeggi di estrema precisione,
come è proprio il caso dell'osservazione e/o della fotografia o del video attraverso un cannocchiale terrestre.

Il nuovo Fieldscope EDG 85 pesa 2.030 grammi, 1.560gr. il modello 65. A questo va aggiunto il peso medio di un oculare, che è intorno ai 300gr. Sono strumenti che non possono in alcun modo essere adoperati a mano libera, né per l'osservazione diretta che per la fotografia. Entrambi questi nuovi modelli sono stati disegnati tenendo conto anche della loro aerodinamicità e della possibilità di scaricare velocemente la pressione del vento, quando presente. Tutto questo, unito alla loro enorme capacità di ingrandimento, obbligano alla scelta di un treppiedi e di una testa che siano qualitativamente proporzionati al Fieldscope stesso.
Oggi esistono treppiedi in carbonio che sommano il vantaggio di una leggerezza addirittura superiore al convenzionale alluminio con cui sono normalmente fabbricati i treppiedi, a una resistenza alla torsione superiore all'alluminio stesso. Anche le teste hanno subito una netta trasformazione: alla tradizionale testa a tre movimenti si sono aggiunte le teste a sfera, quelle con traslazioni micrometriche e le teste fluide per gli impieghi video.

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L'attacco treppiedi del Fieldscope è formato da tre differenti fori nel classico attacco da ¼ di pollice
per poter alloggiare il Fieldscope sulla testa del treppiedi rispettandone il baricentro che cambia
a seconda degli accessori utilizzati.

Dopo aver scelto il treppiedi, che deve necessariamente essere scelto tra i modelli più robusti e relativamente più pesanti, la scelta della testa può cadere sui modelli fluidi che permettono dei panning molto dolci sia in orizzontale che in verticale, necessari a centrare prima ed eventualmente a inseguire poi il soggetto; per impieghi prettamente fotografici una testa a tre movimenti micrometrica è quella più adatta innanzitutto al centraggio del soggetto e poi alla tenuta stabile della posizione raggiunta prima di effettuare lo scatto. Per entrambi i modelli di teste quelle con l'attacco rapido sono le più indicate perché permettono di sganciare immediatamente il Fieldscope dalla testa quando necessario.

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Sia durante le osservazioni dirette che durante lo shooting, è sempre opportuno
estrarre il paraluce incorporato per proteggere la lente frontale oltre che da raggi di luce parassita,
anche da polvere, umidità, pioggia e urti accidentali.

Il treppiedi va posizionato in modo stabile, possibilmente in piano; quando non fosse disponibile una zona piena è bene livellare la testa agendo sulla lunghezza delle sezioni del treppiedi e non raddrizzando il treppiedi agendo sui movimenti della testa: in questo modo l'asse virtuale che partendo dal punto centrale del Fieldscope non scenderebbe parallela alla colonna centrale per arrivare poi a terra esattamente al centro del punto di appoggio delle tre gambe, ma risulterebbe disassata, amplificando in questo modo qualsiasi vibrazione, e creando potenziali problemi di mosso durante gli scatti fotografici. Se si lavora in sterni su terreno è sempre opportuno appoggiare le punte terminali delle gambe direttamente sul terreno, sgombrandolo eventualmente dal fogliame o facendosi strada tra i ciuffi d'erba fino a toccare la terra; esattamente come in fotografia astronomica, è sempre opportuno premere sui terminali delle gambe fino a che questi penetrino leggermente sul terreno aumentando così la stabilità. In situazioni con temperature molto basse è necessario serrare periodicamente i blocchi delle sezioni delle gambe e della colonna centrale che come tutti i materiali tendono a modificarsi leggermente nel volume a causa del freddo. La stessa procedura va eseguita anche usando teste con blocchi manuali, eccezion fatto per le teste micrometriche il cui sistema interno provvede a bloccare perfettamente lo stazionamento della testa senza che l'utente debba stringere a viva forza i tre manicotti.

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La ghiera di regolazione della messa a fuoco sui Fieldscope EDG è molto ergonomica e fluida; fotografando con oculari da alto ingrandimento e COOLPIX P6000 le focali raggiunte sfiorano i 10.000mm; basta sfiorare il Fieldscope perché la fotocamera oscilli rendendo difficile la focheggiatura perfetta; è quindi necessario aggiustare il fuoco, sul Fieldscope, a piccoli step e scattare fino a trovare il corretto punto di fuoco; va ricordato che il fuoco lo si effettua esclusivamente sulla ghiera di messa a fuoco del Fieldscope; sulla fotocamera il fuoco va posizionato su infinito.

È sempre meglio lavorare al riparo del vento, soprattutto laterale in quanto tende a destabilizzare tanto il treppiedi che lo strumento ottico che sorregge; con alcuni treppiedi è possibile appesantirli sospendendo qualcosa di pesante, come una borsa, alla base della colonna, oppure ancorando la base della colonna al terreno con una corda, anche elasticizzata. Il treppiedi si posiziona allungando prima le sezioni delle gambe più larghe, passando poi ad allungare le sezioni a diametro più piccolo; solo in ultimo e se necessario si alzerà la testa allungando la colonna. Tutto questo a significare che più il treppiedi è basso rispetto al terreno maggiore è la sua capacità di scaricare eventuali vibrazioni e minore sarà la sua superficie esposta al vento e di conseguenza la sua resistenza che si traduce poi in oscillazioni. I Fieldscope EDG hanno tre fori per l'aggancio alla testa del treppiedi o al suo attacco rapido. Le teste ad attacco rapido più performanti hanno a loro volta la possibilità di far scorrere la vite di serraggio così da centrare perfettamente il baricentro dello strumento ottico che deve essere sorretto. Con i Fieldscope il baricentro cambia quando si innesta sull'oculare una fotocamera compatta e cambia in modo ancora più evidente se si innesta una DSRL, questo anche per il fatto che il nuovo adattatore zoom per DSRL FSA-L2 è più lungo del precedente FSA-L1 e allontana ancora di più dal baricentro naturale del Fieldscope il peso della DSRL impiegata (usando l'anello adattatore opzionale EMA-1 è possibile utilizzare sui nuovi Fieldscope tipo EDG il precedente adattatore per DSRL FSA-L1).

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Durante lo shooting è sempre molto importante utilizzare
il cavo di scatto per evitare di indurre delle vibrazioni
alla struttura a causa della pressione diretta del dito
sul pulsante di scatto.
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Usando come fotocamera da ripresa la COOLPIX P6000
è anche possibile utilizzare il telecomando a distanza ML-L3
sia per lo scatto immediato che eventualmente
accoppiato all'autoscatto.


 
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