Dal foro stenopeico al sensore: i diversi tipi di macchina fotografica.
Sergio Mellina e Angelo Zanello
MOVIMENTI DEL BANCO OTTICO
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Il banco ottico controlla l'inquadratura, la messa a fuoco e il parallelismo o convergenza delle linee per mezzo dei movimenti di macchina effettuabili attraverso le standarte.
DECENTRAMENTO VERTICALE
Quando l'asse dell'obiettivo coincide con quello dello schermo di messa a fuoco, il banco ottico si trova in posizione base. Il decentramento diretto verso l'alto o il basso è un movimento verticale di una o di entrambe le standarte parallelamente al piano del materiale sensibile o del sensore. Poiché si utilizza, così, tutto il potere di copertura dell'obiettivo, è necessario che il suo angolo di copertura sia esente dai difetti e dalle aberrazioni delle lenti, risultando così più ampio dell'angolo strettamente necessario ad ottenere un'immagine corretta sul fotogramma senza l'impiego di movimenti. Ovviamente, è necessario utilizzare obiettivi specificamente concepiti con grandi angoli di copertura.
DECENTRAMENTO ORIZZONTALE
Il decentramento laterale, verso sinistra o destra, è il movimento orizzontale delle standarte parallelamente al piano del materiale sensibile o del sensore.
Lo spostamento dell'inquadratura è quindi orizzontale anziché verticale.
DECENTRAMENTO INDIRETTO
Quando il decentramento diretto non basta, si può inclinare opportunamente il binario, rendendo nuovamente paralleli i piani mediante il basculaggio di uguale entità ma in senso opposto delle standarte.
BASCULAGGIO VERTICALE
Se la situazione di partenza, solitamente, trova l'asse dell'obiettivo perpendicolare alla pellicola, il basculaggio verticale consiste nella variazione dell'angolo tra l'asse ottico e la pellicola ottenuto ruotando la standarta lungo il medesimo asse.
BASCULAGGIO ORIZZONTALE
Il basculaggio serve a migliorare la profondità di campo quando il piano del soggetto non sia parallelo al piano del supporto sensibile. In questo caso, si tratta di una rotazione lungo l'asse orizzontale della standarta. Trova impiego in quelle situazioni in cui il soggetto si trova inclinato rispetto all'asse ottico della macchina.
Quando la ripresa non preveda piani paralleli tra il soggetto, l'ottica e il supporto sensibile, per ottenere una migliore messa a fuoco aldilà della profondità di campo, si può applicare la regola di Scheimpflug. I prolungamenti ideali delle linee che rappresentano i tre piani devono convergere in un unico punto.
È necessario ricordare che la scelta del movimento da effettuare, cioè della standarta anteriore e/o di quella posteriore, dipende dalla volontà d'intervenire, o meno, sulla prospettiva dell'immagine.
Maggiori dettagli, con le relative regole matematiche sviluppate da Scheimpflug, le troverete ben descritte su Wikipedia. In pratica, è possibile calcolare matematicamente di quanto sia necessario spostare una standarta per ottenere il fuoco completo, dato il rilevamento delle distanze, senza applicarsi al vetro smerigliato. Ovviamente, il tipo di obiettivo, il rapporto tra le distanze tra le varie parti, il rapporto di ingrandimento ed il diaframma utilizzato incidono sul risultato visivo.
Qui di seguito troverete un'applicazione pratica della legge di Scheimpflug grazie alla quale si otterrà una messa a fuoco migliore indipendentemente dal diaframma utilizzato.
In questo caso, l'ideale prosecuzione degli assi, delle due standarte e del soggetto,
s'incontrano in un punto grazie al movimento del piano porta pellicola.
In conclusione, i basculaggi possono riguardare una o entrambe le standarte.
È bene chiarire qui che tutti i movimenti della standarta posteriore non possono che alterare la prospettiva per variazione della distanza soggetto – osservatore. Nel caso di un basculaggio solo della piastra, poiché l'asse di rotazione attraversa il formato nella sua mezzeria, solo su quella linea, non ci sarà variazione prospettica perché non esiste nessuna variazione di distanza. Alle estremità del formato, ovviamente, poiché varia la distanza, la prospettiva cambia.
Per eliminare ogni ambiguità sul tema, rinvio al link al fine di lasciare fuori testo le spiegazioni geometriche dovute alle applicazioni matematiche annesse che sostengono quanto sopra descritto.
DORSI DIGITALI E BANCO OTTICO
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Questo tipo di fotocamere, largamente usato per le fotografie in studio, ha sperimentato prima di altri l'evoluzione tecnologica sei supporti sensibili. Dai dorsi a scansione, lenti ed efficaci, a quelli a matrice, del tutto simili a quelli delle reflex, al banco ottico sono state applicate tutte le soluzioni tecniche commercializzate nel tempo. Sulle tecnologie specifiche dei sensori rimandiamo ad altra parte di questo testo.
In ogni caso, nei dorsi a matrice, come già per le reflex, la piccola dimensione dei sensori ha implicato la necessità di riconsiderare l'uso delle ottiche. In altri termini, se per una pellicola 4x5 pollici la focale normale è di circa 150 mm, la stessa ottica, per un sensore decisamente più piccino, risulta essere un teleobiettivo. Dunque, mentre per le lunghe focali non si pone nessuna questione di impiego pratico, le maggiori carenze derivano dall'assoluta mancanza di grandangolari. Questi problemi sono stati risolti diversamente dai vari fotografi tenendo conto dei significativi investimenti necessari per acquistare una macchina a corpi mobili e i relativi corredi ottici.
Comunque, per questa ragione, sono stati commercializzati banchi di piccole dimensioni con serie ottiche adeguate ai formati dei nuovi sensori. Questi obiettivi offrono un potere risolvente maggiore poiché il fattore d'ingrandimento, dato dalle piccole dimensioni del sensore, è più grande.
Il futuro di questi sistemi dipenderà dalle scelte industriali, per il mondo civile, dei costruttori di sensori, ovvero, dalla ristretta possibilità di reperire pellicole in commercio coerenti con la catena residuale di qualità legata ai laboratori di trattamento e con gli investimenti connessi ai lavori da svolgere.
Comunque, nel constatare che l'uso del grande formato in ripresa si è notevolmente ridotto, si registra così un nuovo riposizionamento delle aspettative di qualità delle immagini. Infatti, le nuove tecnologie (per altro sviluppate per esigenze fotografiche non civili), come le altissime sensibilità senza rilevanti disturbi, solo in specifici casi offrono risultati migliori della pellicola. Per ora, si considera un grande successo quando un formato digitale raggiunge qualità e patos di un analogo formato a pellicola.
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