Problemi alla
dogana
In Algeria, all'ingresso,
vi sarà sequestrato (lo riavrete al ritorno,
presentando la ricevuta) qualsiasi oggetto che in
qualche modo possa apparire "militare".
Rientrano nella categoria anche i binocoli,
ma teleobiettivi particolarmente
appariscenti, per esempio, potrebbero portare a lunghe
discussioni che di solito si risolvono con l'elargizione
discreta di una mancia… vedete voi, ma sappiate
che alcuni amici che vi si sono recati in auto si
sono visti sequestrare la pala pieghevole… perché
grigioverde, e che altri, per entrare in Algeria (ma
è passato qualche hanno e le cose potrebbero
essere cambiate, non so se in peggio o in meglio)
hanno dovuto acquistare bombolette spray prima di
varcare la frontiera fra Nefta (Tunisia) e El Oued
(Algeria) perché il loro fuoristrada era di
un colore verde simil-militare e, se volevano passare,
dovevano ridipingerlo. C'era solo vernice giallo vivo…
Il problema potrebbe estendersi anche all'abbigliamento,
occhio quindi a non esibire troppo i gilet fotografici
multitasche, soprattutto se troppo "militareschi".
In Libia
stanno puntando molto sul turismo, e di conseguenza
l'atteggiamento dei poliziotti è generalmente
amichevole, anche se è molto difficile organizzare
viaggi autonomamente.
In Kenya e Tanzania
non ci sono problemi, sono abituati a vedersi arrivare
gente coi più incredibili "cannoni",
così come in Sudafrica
e nel resto dell'Africa Australe.
Occhio che per fotografare e/o videoriprendere
a fini professionali occorre di solito un costoso
permesso ministeriale
da richiedere con considerevole anticipo, per cui,
per quanto appaia "professionale" la vostra
attrezzatura, insistete sulla vostra qualità
di turisti-fotografi dilettanti.
Fotografia di Carlo Macinai in Marocco |
Nessun problema in Senegal,
così come in Marocco
e Tunisia.
In Etiopia spesso i controlli
aeroportuali sono svolti da giovani militari di leva,
che potrebbero insospettirsi per qualche componente
"strana" dell'attrezzatura. A me un soldato
ha smontato una torcia Maglite, temendo che fosse
un'arma…
Comunque, per evitare problemi,
consiglio di portare sempre con sé la documentazione
che comprova l'acquisto dell'attrezzatura in Italia
(Nital card, per esempio), e un elenco in più
copie (meglio abbondare!) del materiale che si porta
appresso, con tanto di numero di matricola di ogni
singolo pezzo. Potrete chiedere alla polizia di frontiera,
in uscita dall'Italia, di timbrarvelo. Non ha un valore
legale "assoluto", ma aiuta…