Il dilemma:
cosa mi porto?
Detto di accessori e ricambi, affrontiamo il
"cuore" del problema: quale attrezzatura
portarsi in vacanza?
Le scuole di pensiero sono sostanzialmente due: c'è
chi parte con tutto l'armamentario
disponibile, chi predilige l'essenziale.
Entrambe le scelte hanno i loro pro e i loro contro,
ma anche la natura del viaggio
condizionerà pesantemente la scelta. Se sono
previsti lunghi percorsi a piedi, per esempio, ogni
ettogrammo di più si farà sentire, e
la fatica potrebbe magari condizionare negativamente
la vostra voglia si scattare.
Quello che mi sentirei di escludere,
prima di addentrarci nel problema, è di cedere
alla tentazione di partire con uno "zoom
tuttofare" e basta. Per intenderci, i
vari 28-200 o 28-300
che sulla carta sembrano riassumere in sé le
caratteristiche di un intero corredo, ma che fanno
pagare un prezzo pesante in termini di qualità
e di luminosità.
Esaminiamo, per comodità, due tipologie di
viaggio: una con caratteristiche essenzialmente paesaggistiche
ed etnografiche (luoghi e persone), l'altra più
improntata anche agli spetti naturalistici, quale
potrebbe essere un safari.
"Yellow barbet" fotografato da Diego
Garzone nel Parco Nazionale Tarangire, in Tanzania
Per soggetti di piccole dimensioni come questo
è consigliabile l'uso di una lunga focale.
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Ipotesi A
Essenzialmente fotograferete paesaggi,
monumenti e persone.
Vi servirà quindi coprire un "range"
di focali che va dal grandangolo
più o meno spinto al medio
tele. Da "coprire", a seconda delle
preferenze, con ottiche fisse o zoom.
Se usate una
35 mm, diciamo che si potrà già fare
parecchio con ottiche che partono dai 24-28 mm per
arrivate agli 85 o ai 200mm.
Una soluzione "tuttofare" potrebbe essere
uno zoom 24-85 o 24-120; in alternativa, riducendo
la gamma di focali disponibili e risparmiando qualcosa
(se già non possedete le ottiche, ovviamente)
il buon 28-105.
Infinite le combinazioni possibili, magari "allargando"
la gamma di focali: stando su quelle che garantiscono
un buon rapporto qualità-prezzo, si può
fare quasi tutto con 18-35, 50 1.8 o 1.4, 70-300.
La variante più costosa e qualitativamente
più performante di questa combinazione è
costituita da 17-35 2.8, cinquantino, 80-200 o 70-200
VR f/2.8. Se invece preferite le ottiche fisse, un
buon "tris" per questo genere di reportage
di viaggio è costituito da 28 (o 24), 50 e
85.
Dimensionando il tutto in ottica "Dslr",
il 18-70 di partenza del Kit D70 è una buona
base. Che può essere ampliata affiancandogli
uno zoom da medio tele a tele (vedi sopra le possibili
varianti) e, verso prospettive più ampie,
dall'ottimo 12-24mm.
Leonessa (fotografata da Diego Garzone)
al tramonto nel Parco Nazionale Tarangire, Tanzania.
Per fotografare grossi animali durante i safari
può essere sufficiente anche uno zoom
80-200 o simili. |
Ipotesi B
Qui, pur conservando almeno uno "spazio"
per le riprese di paesaggio e d'ambiente (quindi sempre
valido il suggerimento 18-35 o 17-35 + 50 mm), occorrerà
ampliare la gamma di ottiche verso la dimensione "tele".
Scelta più economica (70-300) o più
performante (80-200 2.8 o 70-200 stabilizzato) per
coprire buona parte delle situazioni, ma qualche volta
vi servirà qualcosa di più lungo.
Non prendiamo in considerazione ottiche iperprofessionali,
in questo contesto, dalle prestazioni eccelse ma da
costi e dimensioni certamente impegnativi.
Un'ottima soluzione di partenza è quella del
300 f/4 AFS, magari affiancato da un moltiplicatore
1,4X (focale effettiva 420mm) 0 da un 1,7X (510mm).
Con più o meno la stessa cifra si acquista
un 80-400VR, meno "tagliente" del 300 in
quanto a definizione, ma col vantaggio della stabilizzazione.
Il moltiplicatore potrà ovviamente essere impiegato
con buoni risultati anche sul 70-200VR. Più
in là si sale davvero molto, come prezzi e
come ingombro, e si entra in una dimensione prettamente
professionale che esula dal contesto di questo "experience".
Discorso delicato quello delle ottiche universali,
che offrono lunghezze focali (in zoom) che raggiungono
i 500 mm. La valutazione fra la relativa convenienza
di un'ottica economicamente non impegnativa e i risultati
in termini di "performance" che questa può
offrire va ovviamente lasciata alla discrezione di
ciascuno.
E se utilizzo un corredo "misto"?
Ossia, se voglio scattare sia in digitale sia in 35
mm?
Pitone di Seba fotografato da Diego Garzone
nel Parco Nazionale Tarangire, di notte, con
ottica da 200 mm e flash |
Ipotesi non peregrina, almeno a mio avviso, visto
che è quello che faccio abitualmente da quando
ho anche una Dslr.
In questo caso, un 18-35 (o un 17-35) potrà
essere l'ottica di partenza in grado di coprire in
modo più (35 mm) o meno (digitale) esteso il
range delle focali grandangolari.
Per il resto valgono i discorsi già fatti,
ricordando ovviamente che l'effetto "crop"
operato dalle ridotte dimensioni del sensore consente
di ottenere, sul versante tele, un angolo di campo
inquadrato pari a quello di un obiettivo 1,5 volte
più "lungo" sul 35mm.
Consiglio aggiuntivo: non disdegnate l'opportunità
di una "compatta"
come back up, digitale o 35 mm che sia: è un
ottimo "block notes", occupa poco spazio,
pesa poco e vi consentirà di fotografare in
luoghi dove la discrezione è d'obbligo.
Non sottovalutate mai l'opportunità di portare
con voi un buon flash,
tipo SB600 o SB800:
non servirà solo per scattare foto notturne,
ma anche per riequilibrare l'illuminazione utilizzando
la tecnica del fill in.