A cura di Gerardo Bonomo

Jules Verne, e chi altri, se no? Inquinamento luminoso e non
La Luna Nord Est Ovest o Sud?
The dark side of the Moon Quando si fotografa la Luna?
Fieldscope, quale tubo Fieldscope, quale oculare
Coolpix P5100 FSB-6, e il gioco è fatto
E adesso che si fa, si fotografa a mano libera? Sul... balcone
Dopo lo scatto Registax

 

Sul... balcone

Bene, eccoci alla prova:
Se è nuvolo... tutti a letto.
Se il seeing non è ottimale... ancora tutti a letto.
Se il seeing è buono cominciamo ad impostare la Coolpix P5100 nel modo ottimale:
io l'ho settata così:

1) Sensibilità: ISO 64: è sempre meglio lavorare alla minima sensibilità, così da scongiurare la variabile del disturbo “Noise”; tra poco vedremo come è possibile ottimizzare il disturbo “Noise” ma, soprattutto se si lavora a scatto singolo e non continuo, la sensibilità ISO va impostata su 64. Si ottengono ancora dei risultati accettabili a 200 ISO, oltre i quali il fisiologico rumore di fondo comincia a togliere visibilità ai particolari più fini. A 64 ISO a tutta apertura si lavora di solito intorno a 1/125 di secondo, un tempo limite ma ancora "buono" per scattare senza un'evidente movimento della Luna.

2) Ottimizza foto: io lavoro con l'impostazione bianco e nero per una visualizzazione più immediata in play del risultato raggiunto: tutta la letteratura iconografica sulla Luna è in bianco è nero, il colore non porta a nessuna miglioria sulla qualità o sul dettaglio mentre invece appesantisce i file; se si intende poi lavorare il file il sotto menu va impostato su standard; se invece non si intende postprodurre l'immagine allora si può entrare nel sotto menu Personalizzato e alzare Nitidezza e Contrasto, ricordando che gli aumenti di Nitidezza e Contrasto On-Camera rendono poi molto difficile una successiva postproduzione; è inutile invece utilizzare i Filtri per il Bianco e Nero disponibili nella Coolpix: nelle riprese alla Luna non portano ad alcuna miglioria.

3) Dimensione Immagine e Qualità Immagine: sempre e rigorosamente su 12MP e Fine: l'ultima cosa da fare, per risparmiare qualche Mega di spazio sulla scheda è quella di ridurre la risoluzione o di aumentare la compressione JPG.

4) Scheda SD: deve essere una scheda molto capace, in modo da mantenere un buon numero di serate di shooting in memoria per confronti successivi On-Camera; deve anche essere una scheda performante nella velocità di lettura/scrittura perché, vedrete tra poco, sarà anche necessario lavorare in modalità Sequenza; io ho adoperato una scheda Lexar SDHC 133x da 4GB.

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5) Sequenza: è possibile operare sia in Scatto Singolo che in Sequenza: la sequenza è necessaria per poter immagazzinare una serie di scatti poco distanziati a livello temporale tra loro da cui estrapolare quello migliore, è questa la procedura da applicare dopo ogni nuovo settaggio, passando per esempio da una sensibilità all'altra, o da un'impostazione di ottimizzazione all'altra. Tra una sequenza e l'altra io eseguo uno scatto a vuoto, di solito vado su Manual e imposto un tempo di scatto molto veloce così da ottenere un fotogramma nero che mi separi una sequenza dall'altra. Mi è utile in postproduzione quando devo scegliere una o un'altra sequenza da postprodurre; non va dimenticato il fatto che durante uno shooting di qualche ora, la Luna comunque cambia di aspetto

6) Zoom: con l'oculare del Fieldscope ED82 da 75x si riesce a fotografare la Luna a pieno fotogramma; io oltre non mi posso spingere in quanto non ho una montatura equatoriale che diventa indispensabile quando la focale supera i 5.000 mm: i pochi tentativi che ho fatto rivelano comunque un progressivo decadimento della qualità all'aumentare dell'escursione ottica dello zoom, oltre al fatto che la luminosità minima diminuisce, obbligando a tempi di posa ben più lunghi di 1/60 di secondo.

7) Diaframma: ho lavorato solo a tutta apertura: il diaframma della Coolpix, nel particolare schema ottico formato dal Fieldscope + oculare + P5100 è quasi ininfluente sulla qualità finale, obbliga solo ad usare tempi di posa più lunghi.

8) Esposizione: io di solito lavoro a priorità di diaframmi, con il diaframma completamente aperto e valuto poi in play il risultato ottenuto; se mi sembra che l'immagine sia sovraesposta – difficile che risultino sottoesposte – agisco sulla staratura intenzionale dell'esposizione con un -0,7. Si può chiaramente e naturalmente lavorare anche in modalità completamente Manuale. L'esposimetro è settato su Matrix, in modo da raccogliere un'informazione di luminanza di tutta la superficie lunare; è possibile lavorare anche in modalità Spot facendo però attenzione che il punto di esposizione non cada in una zona troppo chiara o troppo scura.

9) Batteria: soprattutto lavorando in esterni di notte, e ancora di più avvicinandosi – forse...- l'inverno, è fondamentale poter disporre di una batteria perfettamente carica e di una seconda batteria di scorta; dal balcone di casa, comunque, non è difficile raggiungere una presa di corrente a cui poter collegare lo specifico alimentatore Nikon che si sostituisce alla batteria al litio della Coolpix per un'alimentazione stabile e infinita – basta pagare la bolletta...-.

10) L'inquadratura: può essere indifferentemente orizzontale o verticale: io lavoro di solito con la macchina in verticale leggermente inclinata da un lato, in modo che il Terminatore, che è la parte più ricca di dettaglio di ogni notte lunare, vada a cadere nel centro dell'oculare e di seguito nella parte centrale del fotogramma, dove le aberrazioni ottiche sono pressoché nulle; in realtà la Luna, quando sorge a Est, ha un'inclinazione diversa rispetto a quando arriva allo zenith, per consuetudine le immagini della Luna mostrano la parte illuminata a sinistra nelle foto di Luna crescente, a destra nelle foto di Luna calante, e in questo modo tutti i suoi elementi, dai Mari ai crateri, quando visibili, si trovano poi nella stessa posizione in un immaginario quadrante di bussola.

11) Avvio dello scatto: l'adattatore per l'oculare Fieldscope FSB-6 incorpora una filettatura a cui collegare un comune scatto meccanico a filo – fornito comunque in dotazione con l'adattatore – che permette di scattare tanto a fotogramma singolo che in sequenza, agendo direttamente sul pulsante di scatto attraverso la profusione dell'anima di acciaio del cavo che va a premere direttamente sul pulsante di scatto. È fondamentale NON scattare MAI premendo direttamente col dito il pulsante di scatto:; la foto stramossa è stragarantita; qualora non si volesse/potesse utilizzare lo scatto a distanza l'unica soluzione è nell'impiego dell'autoscatto, che sulla P5100 è selezionabile con intervalli prefissati a 3 o a 10 secondi.

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Una sequenza di immagini della Luna eseguite nel corso di una decina di notti:
in alto la Luna è prossima a diventare piena, negli scatti seguenti la Luna è calante

12) Messa a fuoco: bisogna innanzitutto focheggiare perfettamente l'immagine usando la ghiera di messa a fuoco del Fieldscope, prima di occuparci della messa a fuoco della Coolpix: lavorando all'infinito su un oggetto che da 400.000 chilometri di distanza appare bidimensionale – anche se non lo è – il corretto punto di fuoco è meno di un nulla, nascosto in modo micrometrico all'interno della manopola micrometrica della messa a fuoco: impossibile pensare di trovare l'unico e corretto punto di fuoco osservando l'immagine sul display della Coolpix: la messa a fuoco va eseguita guardando direttamente nell'oculare del Fieldscope e agendo sulla ghiera di fuoco finché non si otterrà la visione ottimale; io come punto di riferimento non prendo un oggetto contrastato in evidenza, come un cratere, ma un "segno" che sia il più possibile sottile in modo che sia visibile solo quando la focheggiatura è corretta mentre sparisce quando la messa a fuoco non è precisa, anche se solo di un niente; senza una corretta e perfetta messa a fuoco si compromette la miglior risoluzione possibile che si potrebbe ottenere. La messa a fuoco va poi controllato a intervalli perché passando il tempo durante la notte la temperatura diminuisce e a causa delle dilatazioni termiche all'interno dello strumento cambiano i parametri. lo strumento poi andrebbe posizionato in esterni almeno un'ora prima dell'inizio della sessione fotografica in modo che si ambienti e vada in temperatura, lenti comprese. Una volta focheggiato correttamente lo strumento, io imposto la messa a fuoco della Coolpix su infinito, così da non aggiungere la variabile dell'AF: il punto di fuoco all'infinito della Coolpix cade esattamente sul punto di fuoco dell'immagine apparente generato dall'oculare del Fieldscope.

13) Filmati: soprattutto nella fotografia di pianeti molti utenti applicano una comunissima webcam privata del suo obiettivo davanti al telescopio, al posto dell'oculare, e postproducono poi il filmato con un programma che tra poco andremo a vedere: in fondo un filmato non è altro che un numero elevatissimo di fotogrammi, quindi fotografie: a 25 fotogrammi al secondo, in un solo minuto di ripresa si ottengono così la bellezza di 1500 scatti che possono poi essere postprodotti. Lo svantaggio rispetto allo scatto fotografico puro sta nel fatto che la risoluzione si limita a 640x480 pixel; questo significa che per dare un po' di sapore all'immagine bisognerà eseguire diversi filmati, spostando nel contempo il telescopio tra una zona e l'altra contigua del soggetto e terminare poi il lavoro unendo i vari "frammenti" in un'unica immagine.

 
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