A cura di Gerardo Bonomo

Jules Verne, e chi altri, se no? Inquinamento luminoso e non
La Luna Nord Est Ovest o Sud?
The dark side of the Moon Quando si fotografa la Luna?
Fieldscope, quale tubo Fieldscope, quale oculare
Coolpix P5100 FSB-6, e il gioco è fatto
E adesso che si fa, si fotografa a mano libera? Sul... balcone
Dopo lo scatto Registax

 

Registax

La postproduzione nella fotografia astronomica, grazie al digitale, permette di ottenere dei miglioramenti nelle immagini originali assolutamente impensabili rispetto all’acquisizione analogica.

Nella fotografia astronomica della Luna la procedura migliore è quella di migliorare la nitidezza e il contrasto generale per una visualizzazione ottimale dei dettagli: dopo una corretta procedura di postproduzione l’immagine finale non avrà un numero maggiore di dettagli rispetto all’immagine di partenza, ma questi saranno decisamente meglio delineati.
Lo strumento più utilizzato è naturalmente la maschera di contrasto: il problema della maschera di contrasto è che, anche se applicata nel modo ottimale, non po’ esimersi dall’enfatizzare, oltre ai dettagli, anche il rumore presente nell’immagine.

La procedura universalmente adottata per aumentare la leggibilità dei dettagli senza amplificare il noise è quello di lavorare su più immagini contemporaneamente che, dopo essere sommate a registro su diversi livelli, vengono unite, permettendo poi, nell’immagine finale, di applicare la maschera di contrasto senza enfatizzare il rumore di fondo.
Ecco perché durante le procedure di scatto vi ho parlato dello scatto in sequenza, perché sommando poi una sequenza di immagini si ottiene un file più malleabile.

Un sistema molto utilizzato è quello di eseguire dei filmati del soggetto da riprendere, e la Coolpix P5100 permette di eseguire filmati: dopo 40 secondi di filmato si otterrà un file composto da 1.000 fotogrammi; certo è comunque possibile fotografare in sequenza a fare 1.000 fotogrammi, ma non si impiegano certo 40 secondi. Con appositi programmi i 1.000 fotogrammi vengono uniti in un unico file immagine che potrà poi essere postprodotto. La risoluzione però è di soli 640x480 pixel, contro agli oltre 4.000 pixel di base di uno scatto in alta risoluzione eseguito con la P5100. Quando si lavora con la tecnica del filmato, soprattutto su soggetti di grandi dimensioni come la Luna, si devono eseguire diversi filmati di zone affiancate della Luna che andranno poi anche unite tra loro come una fotografia panoramica, per ottenere un’immagine finale di buona risoluzione. La cosa è fattibile, ma esula del percorso di questa eXperience.

Un ottimo e gratuito programma per lavorare su pacchetti di file immagine – o video – è Registax.

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Apriamo Registax.

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Selezioniamo il pacchetto di immagini da lavorare

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Ingrandiamo una parte dell’immagine per valutare, tra le 25 immagini della sequenza che abbiamo selezionato,
quella con la migliore qualità: servirà da riferimento per permettere a Registax, in automatico, di aggiungere o scartare
a questa prima immagine le altre del pacchetto, in base alla tolleranza di qualità che abbiamo selezionato: qui abbiamo
selezionato un livello di qualità che corrisponda come mimino all’80% della qualità del file scelto come immagine guida:
se Registax nel pacchetto di immagini selezionate ne troverà di qualità inferiore non le utilizzerà.

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Scegliamo all’interno dell’immagine guida alcuni punti di riferimento che serviranno a Registax per allineare
tutte le immagini in modo che produca un’immagine finale dove tutte le immagini saranno a registro tra loro.

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Registax analizza i vari punti di allineamento indicati.

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E comincia a confrontarli con le altre immagini per procedere all’allineamento finale.
Qui Registax sta confrontando la quarta immagine del pacchetto con l’immagine guida.

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Ecco l’immagine finale, derivata dalla somma di tutte le immagini del pacchetto
– erano tutte con una qualità non inferiore di più del 20% all’immagine guida -

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Adesso si procede alla post produzione dell’immagine, utilizzando una sequenza di 6 differenti maschere
di contrasto che vanno personalizzate una a una in base al risultato che si desidera ottenere.

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Ingrandiamo un particolare per valutare visivamente e in tempo reale la qualità dell’intervento.

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Tutti e sei i Layer sono stati performati e applicati.

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Una serie di settaggi può essere salvata per applicazioni successive identiche

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I settaggi sono stati salvati, e i layer azzerati; richiamiamo il file di salvataggio dei settaggi…

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e li riapplichiamo, il risultato è identico; adesso salviamo l’immagine finale

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Riapriamo adesso una singola immagine del pacchetto postprodotto.

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e proviamo ad applicare a una singola immagini i settaggi utilizzati per il pacchetto di immagini.

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Apriamo adesso in Capture NX – qui usato solo come browser – le due immagini; a sinistra la singola
immagine elaborata in Registax, a destra l’immagine ottenuta dal pacchetto di immagini ed elaborata sempre con Registax.

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Ingrandendo un particolare si evidenzia la differenza di qualità a vantaggio dell’immagine di destra, rispetto
a quella di sinistra che è nettamente più disturbata.

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A sinistra, una delle immagini originali non trattata, al centro la singola immagine trattata con Registax,
a destra il pacchetto di immagini trattato con Registax. Il cratere è Copernico, dal diametro di 93 chilometri e profondo circa 4.
Le montagne che si intravedono al centro sono alte circa 1200 metri.

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Un confronto tra il nostro risultato e l’immagine del cratere di Copernico del Full Moon Atlas, che è stato
costruito utilizzando una serie di scatti eseguiti sul Terminatore e uniti poi tra loro;
il Moon Atlas è disponibile per la consultazione all’indirizzo: http://www.lunarrepublic.com/atlas/index.shtml

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Un’immagine del Cratere Copernico scattata dall’Apollo 17 in orbita lunare nel 1972. D'accordo, non vale...
ma è solo in questo modo che è possibile comprendere il senso delle immagini e dei soggetti che si scattano
alla Luna dalla Terra, quindi da un bel 400.000 chilometri di distanza...

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Non va dimenticato il fatto
che gli oggetti Lunari a seconda
del momento della fase lunare
posso essere invisibili perché non ancora illuminati, correttamente visibili o nuovamente invisibili perché illuminati in modo perpendicolare e non radente.
Oltre al seeing è quindi
necessario aspettare la giusta
fase lunare per fotografare
al meglio un oggetto.


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In questo confronto si evidenziano nell’immagine centrale gli artefatti causati dalla maschera di contrasto
applicata a una singola immagine anziché a un pacchetto di immagini.

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Un altro confronto, qui al 200%,evidenzia la netta superiorità
del processo Registax applicato a un pacchetto di immagini


Conclusioni.

L'accoppiata P5100/Fieldscope ha portato a dei risultati più che soddisfacenti, e riporto in questo modo il parere di un amico che si occupa da tempo e seriamente di fotografia astronomica, che ritiene che con questo procedura sono arrivato alla massima qualità ottenibile con il Fieldscope, che non nasce certo per la fotografia astronomica.

Qui si è anche evidenziato il notevole vantaggio di lavorare con una compatta digitale anziché una reflex: accoppiata al Fieldscope, come ho riportato in una eXperience precedente, si riesce ad ottenere "solo" una focale da 1.500mm che non permette, naturalmente, di arrivare a mostrare i dettagli ottenuti con la Coolpix P5100, senza contare le problematiche derivate dalle vibrazioni introdotte tanto dal sollevamento dello specchio oltre che dalla traslazione della tendina, e la necessità di dover focheggiare attraverso il mirino della macchina, anche se oggi, con il LiveView della D3 e della D300 la focheggiatura può essere più comodamente fatta attraverso il monitor della macchina, e per di più valutando l'esatta focheggiatura sul sensore, non attraverso l'ottica/schermo di messa a fuoco/pentaprisma, che potrebbe non essere sempre perfettamente sovrapponibile alla focheggiatura sul sensore, che è quella che interessa veramente.

Se questi sono i risultati ottenuti in fotografia astronomica, è chiaro che le applicazioni, soprattutto diurne in fotografia terrestre sono da considerare forse anche più superlative, grazie al fatto che ci si può concentrare anche su soggetti statici, e non in continuo apparente movimento come la Luna o gli altri corpi celesti.
In fotografia astronomica l'approdo a una migliore qualità lo si raggiunge, oltre che affinando la propria esperienza, anche salendo di livello tecnologico, tanto nella montatura che nel sistema ottico impiegato: diverse migliaia di Euro di costo sono la norma in questo campo.

Rimarco questa cosa perché il risultato ottenuto ha un costo di attrezzatura decisamente inferiore ai normali prezzi di materiale astronomico, senza contare che la P5100 è naturalmente e innanzitutto una compatta digitale con cui fotografare normalmente, oltre che eseguire filmati. Mentre il Fieldscope ED82 è un eccellente cannocchiale terrestre utilizzabile anche per l'osservazione e la fotografia terrestre.
Pensando anche a questo duplice utilizzo dell'attrezzatura, mi pare che il rapporto qualità/prezzo del lavoro fatto sia decisamente interessante.
Buone notti seeing/serene a tutti...

 
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