Scegliere la giusta inquadratura, riconoscere e sfruttare il tipo di luce, padroneggiare le funzioni speciali della fotocamera. In quest'ultima lezione completiamo la rassegna delle tecniche per creare una buona fotografia digitale.
Una buona fotografia nasce innanzi tutto nel momento dello scatto. In questa lezione ci dedicheremo ad aspetti altrettanto importanti: la composizione dell'immagine e l'uso ottimale del tipo di luce disponibile. Nella composizione è il fotografo che fa la differenza, mentre per quel che riguarda la luce, spetta alla fotocamera fare gran parte del lavoro, anche se talvolta bisogna "aiutarla". Per il nostro lavoro sul campo abbiamo scelto due fotocamere molto diverse tra loro: la Coolpix 5700 con una risoluzione di 5 megapixel e un livello di programmabilità molto elevato, la classica macchina per l'appassionato di fotografia o per il professionista, e la Coolpix 4500 con una risoluzione di 4 megapixel, il corpo snodato e una schiera di programmi già pronti per far fronte alle situazioni più comuni e più critiche: un ritratto o un paesaggio, sia diurno che notturno, il controluce, i fuochi d'artificio, una foto sulla spiaggia oppure sulla neve, una visita al museo, un panorama e altro ancora. Una macchina per chi bada al risultato e non vuole conoscere i dettagli tecnici di una foto.
Usare l'obiettivo al meglio Il primo è disponibile su tutte le fotocamere, ma è anche il meno pregiato, il secondo richiede un particolare tipo di obiettivo, estensibile, che viene montato solo sulle fotocamere più costose. In alternativa ci si può anche avvicinare e allontanare dal soggetto, ma il risultato non sarà lo stesso. Infatti al variare della lunghezza dell'obiettivo cambia l'angolo di visione, come si può facilmente osservare allungando e accorciando uno zoom ottico. I vari possibili angoli di visione ricadono in tre grandi categorie: grandangolo, che come dice il nome offre l'angolo di visione più ampio, normale, che riproduce l'angolo di visione tipico dell'occhio umano (46 gradi) e tele, che offre l'angolo di visione più ristretto. Il grandangolo allarga la visuale permettendoci d'inserire nella foto molti più oggetti di quanti ne vedremmo ad occhio nudo e, per farlo, li allontana, riducendo le dimensioni relative del soggetto rispetto allo sfondo. È adatto per i panorami e per le foto in interno dove gli spazi di movimento siano limitati. Il normale propone una visione familiare. Ci fa vedere ciò che vedremmo ad occhio nudo, con le proporzioni e le distanze che ci appaiono abituali. Va bene un po' per tutto, panorami, ritratti, foto ravvicinate. Il tele infine avvicina il soggetto escludendo gran parte dello sfondo. Nasce per fotografare oggetti lontani che sarebbero poco visibili ad occhio nudo e ai quali è difficile avvicinarsi oppure per concentrare l'attenzione sul soggetto eliminando qualsiasi elemento di distrazione sullo sfondo. È particolarmente indicato per i ritratti poiché, comprimendo le distanze tra gli oggetti e appiattendo le proporzioni, elimina o attenua difetti fisici evidenti come un naso troppo grosso. Inoltre, riducendo la profonditàdi campo (vedi la lezione precedente) sfuma lo sfondo facendo risaltare il soggetto. Naturalmente esistono vari tipi di tele e ciascuno ha le sue applicazioni particolari.
Un obiettivo zoom, del tipo montato sulle fotocamere digitali, permette di passare da grandangolo, a normale e a tele con facilità. Basta azionare la leva di comando a due posizioni, che solitamente riporta "W" per wide (grandangolo) e "T", sul dorso della macchina e scegliere l'angolo di visione che in quel momento ci pare più congeniale. Quando si regola la posizione dell'obiettivo, solitamente la macchina modifica l'assetto del mirino ottico per seguire le variazioni nell'angolo di visione, tuttavia il mirino ottico, che è riportato a fianco dell'obiettivo, tende a diventare inaffidabile a mano a mano che ci si avvicina al soggetto.
Il modo migliore per controllare l'inquadratura è guardare il display elettronico, dove compare fedelmente l'immagine percepita dal sensore, oppure il mirino elettronico, del tipo montato sulla Coolpix 5700, che mostra la stessa immagine che comparirebbe sul display, ma consuma meno energia. Sul display compare anche una barra a riempimento progressivo che indica la posizione della lente rispetto ai due estremi della sua corsa tra posizione grandangolare massima e posizione tele massima, passando per tutti i gradi intermedi. In tal modo abbiamo un'indicazione approssimativa e immediata di dove ci troviamo. La stessa barra c'informa anche quando, dopo aver raggiunto il massimo dello zoom ottico, stiamo entrando nella zona dello zoom digitale. Nelle fotocamere che usiamo d'esempio, la segnalazione del passaggio avviene mediante un cambiamento di colore della barra, da bianca e gialla, e mediante l'aggiunta di un segmento alla destra della barra di segnalazione.
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