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Il 13 Novembre si è celebrato in tutto il mondo
lo Sponsorship Day, la giornata internazionale per l'adozione
dei giornalisti in carcere. In questa occasione Contrasto
ha pubblicato il libro di Yann Arthus-Bertrand "Per
la libertà di stampa". Il libro contribuisce
a sostenere Reporter Senza Frontiere, un'organizzazione
internazionale che lotta da anni per tutelare il diritto
all'informazione e alla libertà di stampa.
La celebrazione della giornata è un'occasione per
fare il punto della situazione (anche in quei paesi dove
il sistema democratico dovrebbe garantire l'assoluta libertà
di espressione) e per rompere il silenzio e sostenere quei
giornalisti che - in paesi come il Nepal, l'Eritrea, la
Cina - sono stati arrestati per aver scelto di far circolare
liberamente le notizie. È un'iniziativa che nasce
grazie al contributo di grandi fotografi tra i quali Sebastião
Salgado, Raymond Depardon, Marc Riboud, Henri Cartier-Bresson,
che "Per la libertà di stampa", accettano
di dare gratuitamente le proprie fotografie.
In Italia il libro è pubblicato da Contrasto che
inaugura così, con le meravigliose immagini di Arthus-Bertrand,
la collana dedicata a uno dei diritti fondamentali di ogni
cittadino del mondo: il diritto alla libera circolazione
delle informazioni e al libero accesso alle notizie. Conosciuto
per le sue splendide fotografie aeree, Yann Arthus-Bertrand
ci mostra attraverso centinaia di immagini di aree naturali
e di siti archeologici la bellezza del mondo, ma anche le
infinite cicatrici che abbiamo inflitto al nostro pianeta
e ci mette così di fronte alla responsabilità
di essere cittadini di un mondo che non sempre dimostriamo
di rispettare.
Parte dei proventi della vendita di questo libro andranno
a Reporter Senza Frontiere e serviranno a realizzare azioni
concrete per aiutare i giornalisti a svolgere al meglio
il loro lavoro: comprare un computer e delle attrezzature
per far rinascere un giornale, pagare un avvocato per un
processo o aiutare le famiglie di un giornalista incarcerato.
www.rsf.org
www.rsfitalia.org
Un freddo paradiso
Gretel Ehrlich
La via per Kabul
Un freddo paradiso
Guanda, pp. 428, euro 16,90
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In Un freddo paradiso Gretel Ehrlich racconta la sua passione
per l'Artide maturata in una serie di viaggi compiuti fra
il 1993 e il 1999, a partire dalle zone relativamente urbanizzate
del sud della Groenlandia meridionale, l'isola più
grande del mond, dove si trova il capoluogo Nuuk, lungo
la costa occidentale – dove ha sede la base aerea
americana di Thule – fino all'estremo Nord, in terre
dalla cartografia tuttora imprecisa, dove solo gli inuit
si recano per cacciare foche e trichechi a bordo di slitte
tirate dai cani.
Ed è soprattutto la millenaria cultura inuit, diffusa
in tutti i territori artici, ad affascinare la scrittrice,
che sulle orme dei viaggiatori celebri in Groenlandia –
il danese Knud Rasmussen, il pittore americano Rockwell
Kent – scopre un mondo ancor oggi primitivo e umanissimo,
in cui uno straordinario ingegno e spirito di adattamento
permette all'uomo di vivere in armonia con la natura.
Filo conduttore dei viaggi della scrittrice americana sono
soprattutto i diari di Rasmussen, che dedicò i primi
decenni del Novecento all'esplorazione della nativa Groenlandia
e degli altri territori del Settentrione polare condividendo
per lunghi periodi la vita dei cacciatori inuit, per poi
tramandarne le usanze e la ricca tradizione orale di miti
e leggende. Brani di questi diari punteggiano il racconto
di Gretel Ehrlich, come un'ispirazione ricorrente e una
chiave di lettura, a mano a mano che – viaggio dopo
viaggio – l'autrice entra in sintonia con il mondo
della notte e del ghiaccio, le amicizie groenlandesi si
approfondiscono, la tradizione inuit rivela i suoi segreti.
A differenza dei viaggiatori di un secolo fa, però,
Gretel Ehrlich vede lucidamente anche le contraddizioni
attuali nello stile di vita dei cacciatori di sussistenza,
sempre più minacciato dalla globalizzazione dei consumi,
dal riscaldamento del pianeta, dall'inquinamento dei mari.
Ciò nonostante, nella società inuit rimangono
vivissimi il rispetto per l'ambiente e lo spirito di solidarietà.
È questa forse la vera scoperta del viaggio: là
dove ogni confine consueto viene meno – quello tra
la terra e il mare, quello tra il giorno e la notte –
l'essere umano è veramente se stesso.
Inferni, mare, isole
Roberto Mussapi
Storie di viaggi nella letteratura
Bruno Mondadori, pp. 124, euro 8,50
Il viaggio agli inferi, la grande discesa di Orfeo, di
Odisseo e di Enea, prosegue nel tempo cristiano con la discesa
e la risalita di Dante, ma non si estingue. Secondo il percorso
di questo saggio quel viaggio continua con la grande letteratura
di mare, verso le viscere di Moby Dick, signore degli abissi.
Il tema del viaggio sulle acque e verso il profondo si intreccia
con quello delle isole, gli approdi sognati oltre l'orizzonte,
spaziando dal Tuffatore di Paestum a Shakespeare e Robinson
Crusoe. Una esplorazione della metafora del mare con tutte
le sue implicazioni avventurose.
Parola del Diavolo.
Sulle tracce degli ex-dittatori
Riccardo Orizio
Laterza, pp.195, euro 14,00
Un altro libro-reportage di Riccardo Orizio sulle tracce
di chi é uscito in qualche modo dai riflettori della
storia: prima, con "Tribù bianche perdute",
é stato il turno delle comunità di bianchi
rimaste nelle ex-colonie dopo il raggiungimento dell'indipendenza.
Ora, con "Parola del Diavolo" é il turno
degli ex dittatori, fino a ieri, l'altroieri, costantemente
o riccorentemente nei telegiornali e sulle prime pagine
dei giornali, oggi nell'oblio, nel dimenticatoio, se non
in prigione o sottoterra. Orizio ci regala una galleria
unica di personaggi un tempo potenti.
Grazie alla sua conversione all'Islam, l'ex tiranno ugandese
Idi Amin Dada vive in esilio in Arabia Saudita, senza pentirsi
del suo passato, ma anzi continuando a occuparsi di oscure
guerre africane. Prima di morire povero in una dimora diroccata,
l'ex imperatore del Centrafrica, Jean-Bédel Bokassa,
si proclama il tredicesimo apostolo della Chiesa e parla
dei suoi incontri segreti con il Papa. Il colonnello Menghistu
difende la campagna del Terrore Rosso che sconvolse la sua
Etiopia. La vedova Hoxha, dalla cella di una dura prigione
di Tirana, giustifica mezzo secolo di isolazionismo dell'Albania
stalinista e maoista guidata dal marito Enver.
Baby Doc Duvalier, nella sua prima intervista da quando
fuggì da Haiti, parla di vudù e delle donne
della sua vita. E di come ha perso la fortuna accumulata
dal padre, Papa Doc. Mira Milosevic ripercorre la storia
delle guerre di Jugoslavia e, con sarcasmo, afferma: «Mio
marito Slobodan è un idealista». Jaruzelski,
il generale polacco che cercò di schiacciare Solidarnosc,
racconta la sua transizione da figlio dell'aristocrazia
terriera internata in Siberia a uomo di fiducia dei sovietici.
E rivela cosa si nasconde dietro i suoi famosi occhiali
neri.
L'innocenza del Male.
Fenomenologia dello sterminio
Guido Rampoldi
Laterza, pp. 216, euro 14,00
L'Afghanistan di Bin Laden, la Cambogia di Pol Pot, il
Cile di Pinochet, il conflitto tra cristiani e musulmani
in Asia, l'ex Jugoslavia, il Tibet. E il futuro. Questo
libro racconta in presa diretta la macchina dello sterminio,
anche nei suoi ingranaggi invisibili.
Tra le sue pagine non incontriamo solo stolidi assassini,
ma anche accademici, giornalisti, religiosi, e tanta gente
normale che convive o connive con gli sterminatori.
E troviamo noi stessi. Perché quando le vittime dello
sterminio ci sono estranee o nemiche, esso non ci appare
più come il Male, ma come 'il male minore'.
Storia del camminare
Rebecca Solnit
Bruno Mondadori, pp. 366, euro 22,50
Che cosa significa uscire da uno spazio chiuso e iniziare
a camminare nel mondo, nelle città e nelle campagne,
in mezzo a una marcia di protesta o a un pellegrinaggio?
Rebecca Solnit racconta numerosi episodi legati alla storia
del camminare per dar vita a un affresco delle diverse forme
in cui si esplica questo semplice atto.
L'autrice sostiene che storicamente il camminare era legato
a motivi politici, estetici, sociali, ludici e, in questo
senso, si sofferma sugli esempi di persone per cui l'atto
del camminare ha avuto grande importanza, dai filosofi peripatetici
dell'antica Grecia ai poeti romantici, dalle passeggiate
dei surrealisti alle ascese degli alpinisti. Suggerendo
che occorre preservare spazi e tempi da dedicare a questa
semplice attività in un mondo sempre più orientato
alla velocità.
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