Les grandes personnes ne comprennent jamais rien toutes
seules et c'est fatiguant, pour les enfants, de toujours
leur donner des explications. Antoine de Saint-Exupéry,
"Le petit prince"
Quando esco a fotografare mi estraneo,
creativamente parlando, da tutto quello che so. Cerco a
caso le foto, come quando si entra in un negozio
senza la precisa intenzione di acquistare qualcosa, quando
nella mente senti la voce che dice "guarda questo,
quello, quest'altro".
Tutto questo per proporre sguardi
che si scarterebbero a priori come fotografia. Ne risulta
una riproduzione di quello
che noi, probabilmente, percepiamo tutti i giorni e inglobiamo
nella nostra memoria: miliardi di immagini, di scarpe, ombrelli
che si bagnano, oggetti e ombre, porzioni e squarci. In
questa "ricerca" evito, con lo sguardo attraverso
il monitor, il rapporto privilegiato che ogni fotografo,
me compreso, crea con il soggetto attraverso il mirino.
Ne risulta (mi piace pensarla così) una sorta di
registrazione della "realtà" che mi circonda
nel suo infinito susseguirsi di istanti.
La Coolpix885, macchina digitale quasi invisibile, mi ha
aiutato molto in questo tipo di ricerca. Immagini belle
o brutte sono pezzi di visione
del nostro angolo visuale quotidiano, del movimento oculare.
Immagini ottiche in senso fisiologico.
Rese così da una digitale compatta
che ti rende quasi estraneo all'atto dello scattare, quasi
come si prendesse una distanza mentale e fisica tra te e
il monitor LCD. Una registrazione
asettica, anche se probabilmente - per quanto l'intento
sia quello di fare una pura "cronaca" digitale,
io non sono una macchina digitale e nel momento che c'è
una mente dietro una macchina c'è comunque un'interpretazione.
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Quando mi devo "rassegnare" (perché la
fotografia non registra né
dipinge ma semplicemente racconta),
rieccomi pronto con un bel mucchio di rullini a raccontare
storie di colori, di contrasti, di dettagli e di luoghi,
aspettando, poi, quel magico momento che è il ritiro
delle nostre pellicole dal laboratorio che nessun sensore
da decine e decine di megapixel potrà mai sostituire.
La tecnica
"Guarda cosa ho fatto con la mia digitale da 3 megapixel".
"Ma va, ancora giri con quel pezzo da museo. Guarda
la mia da 11 megapixel".
"Guarda che ti facevo vedere cosa ho scattato, non
con che cosa l'ho fatto".
In genere parlare di tecnica o di attrezzature
è un argomento quasi tabù fra certi professionisti
e dilagante e ridondante fra gli amatori. Credo comunque
che una via di mezzo sia la
cosa giusta. Ecco il materiale con cui ho lavorato. Digitale:
Nikon Coolpix 885. Ottiche: fisse 28 e 35 mm, a volte uno
zoom 28-90 mm. Modalità: quasi sempre manuale con
misurazione della luce con esposimetro esterno. Pellicola:
Fuji Provia 100F, a volte 400F. B/N Tmax400.
Chi è
Enrico Ingino è graphic designer
e fotografo. Da sempre appassionato
di nuove tecnologie, il passaggio
dalla carta al web è stato naturale e senza traumi.
Attualmente si occupa di visual
e interaction design a www.netelia.it.