Intervista

A cura di:

Dalla passione alla professione, TPW
Carlo Roberti e Lello Piazza

5 domande (in parallelo) a Carlo Roberti, direttore del Toscana Photographic Workshop, e a Lello Piazza, coordinatore di Passion & Profession, un incontro sulla professione di fotografo la cui prima edizione si è tenuta a Montepulciano dal 27 al 29 giugno scorso, tre giorni di incontri dedicati alla fotografia fine-art, alla travel-photography, alla fotografia documentaristica e il fotogiornalismo, con la partecipazione di fotografi, photo-editor, titolari di agenzie fotografiche, giornalisti, rappresentanti di aziende attive nel mondo della fotografia.

Cos'è e da quali ragionamenti ed esigenze nasce Passion & Profession? E come si differenzia rispetto alla consueta proposta e programmazione del TPW?
CR: Gli studenti del TPW mi chiedono spesso cosa fare "dopo" i workshop, nel senso che, imparata la tecnica di ripresa e raffinata la propria visione, vorrebbero entrare nel mondo professionale. Rispetto ai corsi tradizionali, dove lo studente vive fianco a fianco con il fotografo scelto, P&P offre la possibilità di incontrare diversi esperti, non solo fotografi, del mondo della fotografia professionale.
LP: L'idea è tutta di Carlo Roberti. È lui la macchina "produci idee". Questi idee nascono da una costante riflessione di Carlo sulle esigenze, i desideri, i sogni degli aspiranti fotoreporter. Una volta chiarito cosa Carlo si proponeva di offrire ai partecipanti, il mio contributo è stato quello di decidere con lui i nomi degli esperti e di utilizzare i miei contatti, oltre ai suoi, per chiedere la loro partecipazione. Si trattava poi di usare la mia sensibilità per fare da moderatore, per confinare la generosità dei relatori, controllando al contempo che i loro interventi andassero nella direzione delle aspettative degli studenti.

© Antoine D'Agata
© Antoine D'Agata

Come è andata questa prima tre-giorni di incontri sulla professione di fotografo?
CR: Molto bene, abbiamo avuto circa 45 partecipanti. Considerando la data - fine giugno, tempo di week-end a mare, vista anche la temperatura di quei giorni - e il fatto che Montepulciano non una meta facilmente raggiungibile, siamo più che soddisfatti. Questi numeri, trasportati in una città più grande e in autunno/inverno, possono tranquillamente triplicarsi.
LP: Secondo me è andata molto bene, anzi benissimo. Io credo che sia difficile mettere insieme un pannello di competenze così ricche come quello che siamo riusciti a fare noi. Ma certo ci sono cose che vanno meglio presentate. Per esempio, la prima giornata ha riguardato più la conoscenza dei fondamenti del mercato dell'arte che non l'elencazione di un decalogo di consigli utili. Questo ha un po' spiazzato gli studenti ma in Italia non esistono praticamente scuole di fotografia e chi si affaccia a questo mondo non ha spesso le conoscenze di base. Per quanto riguarda i fondamenti io addirittura prevedrei anche un intervento dedicato alla storia della fotografia. Ma non so se Carlo è d'accordo.

© Arno Rafael Minkkinen
© Gianluca Colla

Qual è il profilo medio di chi ha partecipato a Passion & Profession? Si differenzia, come formazione e ricerca di sbocchi, dall'allievo abituale del TPW?
CR: Su questo ho avuto delle sorprese: mi aspettavo fotografi il cui interesse maggiore fosse capire come rendere redditizio il mestiere: al contrario, per la maggior parte, ho conosciuto persone che volevano capire come dare maggiore visibilità al proprio lavoro. I partecipanti abituali dei corsi TPW - a proposito, molti di loro erano presenti a P&P - hanno come motivazione principale quella di lavorare su settori specifici della fotografia sotto la guida di un fotografo affermato, quelli di P&P sono una naturale conseguenza dei primi, pensano a come trasformare, o meglio, trasportare la loro "passione" nella "professione".
LP: Io non conosco bene il profilo degli studenti del TPW. Carlo è più indicato di me a rispondere a questa domanda. Dunque non posso fare confronti motivati. Ma quel che emerge dai partecipanti è la loro passione. Passione, una cosa rara! Veramente rara. Qui il termine di paragone sono i miei studenti del Politecnico di Milano dove insegno Probabilità e Statistica. La maggior parte di loro non sa bene perché si iscrive a Ingegneria. Non sembra emergere passione dalla loro scelta. I nostri studenti di Montepulciano invece erano magnifici. La loro passione li spingeva lì, li spinge a rinunciare agli ozi del tempo libero per coltivare la fotografia. Veramente meritano molto e stiamo riflettendo su quale possa essere il modo migliore per premiare questa passione.

© Philippe Pache
© Philippe Pache
©  Philip Blenkinshop
© Philip Blenkinshop

Quali sono le principali lezioni/indicazioni emerse, sia per gli allievi sia per gli organizzatori, dal ciclo di incontri?
CR: Concentrarsi maggiormente sulla post-produzione: spiegare come fare siti web, blog, editare libri - on line e tradizionali - proporsi per mostre fotografiche, come preparare il proprio lavoro. In breve, entrare a far parte di una community.
LP: In generale gli studenti, anche i miei all'università, si aspettano un po' ingenuamente il già citato decalogo delle cose da fare per riuscire a realizzare i propri desideri. Sarebbe bello se la soluzione fosse così semplice. In realtà la soluzione sta quasi sempre nascosta tra un mare di informazioni anche non pratiche come quelle di base che citavo prima. Faccio un esempio per quanto riguarda il mercato dell'arte. Come faccio a darti dei consigli per promuovere la tua professione se prima non ti spiego cosa è il mercato, come si è sviluppato e perché.

© Andrea Pistolesi
© Andrea Pistolesi

Per la prossima edizione - a proposito, quando si terrà? - siete orientati a mantenere la ripartizione per temi (fotografia fine-art, travel photography, documentary photography e fotogiornalismo) e lo schema (tavola rotonda allargata + piccoli gruppi di lavoro con l'esperto) proposti quest'anno?
CR: Decisamente! Applicare alcune modifiche tecniche, forse ampliare la parte di incontri di gruppi di lavoro, proporre una versione avanzata di lettura portfolio. Stiamo pensando di riproporre Passion & Profession a Torino in inverno.
LP: Le prossime edizioni, che mi auguro che ci siano, dipendono dagli impegni di Carlo, che è sempre impegnato su molti fronti. Io credo che sia molto efficace il format che abbiamo utilizzato che prevede gli interventi mattutini con gli incontri pomeridiani vis à vis dell'esperto con un numero limitato, 6-8, di studenti. Rimane aperto il problema della lettura del portfolio che interessa molto agli studenti e che nel nostro format fatica a entrare. Abbiamo bisogno di riflettere ancora su questo tema. Per i titoli invece mi sembra che possano essere sostanzialmente quelli che preciserei forse meglio così: fotografia fine-art, documentary and travel photography, fotogiornalismo news. Un altro problemino è rappresentato dall'inglese: i relatori stranieri intervengono in inglese e questa volta abbiamo fornito una traduzione che seguiva gli interventi. Ciò però raddoppia i tempi e non va bene. Noi crediamo che se uno vuole dedicarsi alla professione del fotografo non possa non conoscere l'inglese. Quindi saremmo propensi a chiedere agli studenti la conoscenza dell'inglese come prerequisito.

© Antonin Kratochvil
© Antonin Kratochvil
© Ed Kashi
© Ed Kashi


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