Riccardo Venturi © Contrasto |
La guerra/le guerre, le comunità che
esse distruggono e forzosamente creano, sono uno dei soggetti
dell'edizione di FotoGrafia 2003.
Il festival propone diverse visioni delle guerre.
Attraverso l'occhio di Don McCullin
(erede del grande fotografo Robert Capa). Attraverso le
immagini del gruppo di nove reporter
(Larry Towell, Didier Ben Loulou, Antoine d'Agata,
David Sauver, Harry Cock, Henrik Saxgren, Paolo Pellegrin,
Bruno Stevens e Dinu Mendrea) nella collettiva Sguardi
a confronto che documenta il conflitto arabo-israeliano
con punti di vista che vanno da modalità fortemente
giornalistiche a interpretazioni più immaginative,
dando vita non solo a un confronto tra le fazioni in guerra
ma anche a un confronto tra i diversi sguardi sul conflitto
israelo-palestinese.
Attraverso le fotografie afghane di Riccardo
Venturi e Simon Norfolk.
Riccardo Venturi ha dedicato all'Afghanistan la sua ricerca
fotogiornalistica più importante (con le foto su
questo paese ha vinto il World Press Photo nel 1997).
© Simon Norfolk |
Un rapporto intenso, nato dalla necessità
giornalistica e consolidato dalla voglia di conoscere diverse
facce dell'Afghanistan: dal regime buio dei Talebani
all'ultima guerra al precario presente, per scoprire un
paese gravemente ferito, ma dalla cultura antichissima e
dalla bellezza commovente. Il paesaggio afghano catturato
da Simon Norfolk rispecchia la definizione di "cronotopo
di Bakhtin": un paesaggio senza
tempo e dimensione, dove la guerra che dura da venticinque
anni ha creato rovine caratterizzate da una bizzarra "stratificazione
temporale".
Infine, il Cile,
questa volta uno scenario post-guerra,
una guerra civile, una vicenda drammatica che ha finito
per cancellare dall'inconscio collettivo e dalle mappe geopolitiche
quel paese fino al 1998 quando, con l'arresto di Augusto
Pinochet, il Cile è tornato d affacciarsi alla democrazia
e ad essere nuovamente presentabile sul piano internazionale.
Nel lavoro di diversi fotografi cileni
(che descrive gli avvenimenti e il vissuto dei cileni a
partire dal golpe dell'11 settembre 1973) e in quello di
autori come Patrick Zachmann che
ha fotografato i luoghi, le
differenze del paesaggio (dal nord arido alle antiche miniere
fino allo stadio di Santiago) alla ricerca delle tracce
che la recente storia può aver lasciato sulla memoria
dei luoghi.
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