Gli si può chiedere anche la Luna…

 

Binocolo o Fieldscope?
Fieldscope e Coolpix
Cielo e profondo cielo
Conclusioni  

 

Cielo e profondo cielo

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Il alto uno scatto alla Luna effettuato con Nikon D80 e Fieldscope ED50
(ISO 400 1/250), in basso con il
Fieldscope ED80 (ISO 400 1/250).
La Luna ha un diametro di 3.480 chilometri, circa un quarto del diametro della Terra (12.756 Km.). La distanza dalla Terra oscilla tra i 356.000 Km al perigeo e 406.800 Km all'apogeo, il che significa che in automobile, alla velocità costante di 130 Km all'ora si impiegherebbero quattro mesi e mezzo
(circa) per raggiungerla.

Abbiamo provato ad eseguire qualche scatto "astronomico" con il Fieldscope ED50; senza entrare nei dettagli di una disciplina molto complicata qual è la fotografia astronomica, diciamo sommariamente che sono due i tipi di fotografie ed osservazioni astronomiche più diffuse, quelle ad alta risoluzione (sostanzialmente la Luna, i pianeti e le comete) e quelle deep sky (profondo cielo). Queste ultime sono immagini scattate a corpi celesti come nebulose, galassie ed ammassi stellari, di norma quasi completamente invisibili ad occhio nudo, che possono al contrario essere registrati su un sensore effettuando delle esposizioni molto lunghe, o sommando con appositi programmi di software una serie di brevi esposizioni. Per ottenere immagini corrette è necessario che la fotocamera sia montata in parallelo a un telescopio su una montatura motorizzata, che dopo essere stata correttamente stazionata viene puntata verso il soggetto da riprendere; grazie alla motorizzazione il gruppo fotocamera/telescopio seguirà l'oggetto celeste durante tutta la posa creando un'immagine non mossa, come avviene invece se il telescopio non è in grado di inseguire il soggetto, questo a causa del moto di rotazione della Terra.

Col Fieldscope 50ED possiamo ovviamente e unicamente concentrarci su scatti da effettuare soprattutto alla Luna e ai pianeti maggiori, quindi Giove e Saturno, e qualche congiunzione di Venere o di Marte.

Poiché la risoluzione di un'immagine è proporzionale al diametro dell'obiettivo, con il Fieldscope 50ED riusciremo ad ottenere indubbiamente già delle immagini interessanti, con l'unico limite della risoluzione che non è dovuta alla qualità delle lenti, ma semplicemente al diametro.

Un vantaggio di puntare alla Luna come soggetto fotografico sta nel fatto che è possibile ottenere ottime immagini anche fotografando da una città, dove l'inquinamento dell'aria da un lato, e quello luminoso dall'altro, rendono pressoché impossibile la fotografia astronomica del profondo cielo; l'elevata luminosità della Luna, inoltre, permette di usare tempi di scatto sufficientemente veloci per ottenere immagini in cui la Luna non risulti mossa.

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Lo scorso 2 febbraio 2007 Saturno era
in congiunzione con la Luna: immagine
scattata con Fieldscope ED50 e Nikon
Coolpix 8400, ISO 200, focale 20mm,
f/4,9 1/15 di sec.


Indicato dalla freccia il punto in cui si
trovava Saturno alle ore 22.00 del 2
febbraio 2007. Immagine scattata con
Fieldscope ED50 e Nikon D80, ISO 400,
1/250 di sec. Riquadrato in basso
Saturno ricampionato: l’ingrandimento
del solo Fieldscope ED50 collegato alla
Nikon D80 non è sufficiente a risolvere
gli anelli.

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Tra le altre precauzioni da sottolineare c'è il fatto che gli scatti vanno effettuati all'aperto: fotografare attraverso una finestra aperta da una camera riscaldata comporta il rischio che l'aria calda aspirata dalla finestra aperta crei una turbolenza di fronte al Fieldscope vanificando la nitidezza dell'immagine. Lavorando in esterni, naturalmente in una notte serena, possono comunque essere presenti delle turbolenze dell'aria: ci vuole quello che in gergo viene definito un buon seeing.

Più la Luna è alta in cielo, meno strati d'aria dovrà attraversare la sua immagine per raggiungere il Fieldscope e migliore sarà quindi il risultato.

In che periodo fotografare la luna.
Apparentemente potrebbe sembrare che il momento migliore per fotografare la Luna sia quando è piena: in effetti è il momento in cui si ha la maggiore visibilità della sua intera superficie ma tutte le sue conformazioni, dai crateri ai circhi, dalle spaccature ai mari sono completamente prive di ombre risultando in questo modo appiattite e completamente prive di dettagli.

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Con Fieldscope ED50 e Nikon Coolpix 8400:
zoom alla focale 20mm, f/4.9, 1/30 di sec., ISO 200, immagine scattata il 2 febbraio 2007, con al Luna piena,
i dettagli sono pochissimi; al centro uno scatto effettuato 24 ore dopo, il 3 febbraio, si notano già molti dettagli in prossimità del terminatore, anche se il seeing poco propizio ha ridotta la nitidezza generale;
in basso un terzo scatto effettuato dopo altre 24 ore,
il 4 febbraio.
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I particolari delle tre immagini precedenti evidenziano l'aumento di leggibilità dei dettagli: quello che nel dettaglio superiore mostra nulla di più di una macchia chiara, nel dettaglio al centro diversamente illuminato,
si rivela essere un cratere, che nel dettaglio in basso risulta circondato da altri piccoli crateri. Nelle fotografie della Luna la risoluzione dell'immagine ottenuta
dipende tanto dalla bontà dello strumento quanto dal punto dove cade il terminatore.
Il cratere più grande e che si evidenzia maggiormente negli ingrandimenti di destra è il cratere Langrenus che ha un diametro di 132 km, poco più della distanza che separa Milano da Torino.
I due piccoli crateri a sinistra sono il Naonobu (35km) e il cratere Atwood (29km). Calcolando che il 4 febbraio la Luna distava dalla Terra 392.000 chilometri, aver risolto una forma dal diametro di 29 chilometri da quella distanza è come risolvere un oggetto lungo 30cm, quindi un foglio in formato A4 alla distanza di circa 4 chilometri,
o se si preferisce, un occhio umano da una distanza di
390 metri.

I momenti migliori invece per fotografare la Luna sono quando si trova in fase calante o crescente, soprattutto lungo la linea detta del terminatore, che è la linea di separazione tra la parte illuminata dal sole e la parte in ombra. Quando la Luna è piena la luce del sole che colpisce la sua superficie è parallela all'angolo di visualizzazione dalla Terra, nelle fasi in cui è calante o crescente, la luce del sole incide con un'angolazione diversa, meno perpendicolare, creando ombre ed evidenziando di conseguenza tutte le sue asperità.

Fotografando la Luna durante tutte le sue fasi è in questo modo possibile ottenere una serie di immagini che di volta in volta mettono in evidenza una sua parte precisa.

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Lo scatto di partenza eseguito il 2 febbraio in luna piena… …elaborato con un programma di editing astronomico
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La differenza tra lo scatto di partenza e lo scatto elaborato.

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