Fieldscope e Coolpix
La differenza più evidente tra l'utilizzo di una DSRL o di una compatta con il Fieldscope è che usando una compatta si può, anzi, si deve lasciare in sede l'oculare del cannocchiale: questo permette di raggiungere ingrandimenti elevatissimi, pari a lunghezze focali intorno ai 10.000mm, a seconda del tipo di Fieldscope, del tipo di oculare e del tipo di Coolpix impiegata.
una Nikon Coolpix 8400 collegata al Fieldscope ED50 con un adattatore universale.
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Ingrandimento e risoluzione.
Va ribadito il fatto che l'aumento dell'ingrandimento o l'aumento della lunghezza focale non aumenta comunque la risoluzione del Fieldscope impiegato: vengono semplicemente ingranditi i dettagli in modo da renderli più grandi e meglio percepibili. Un dettaglio fine ben risolto dall'obiettivo può avere una risoluzione superiore a quella massima contemplata dal sensore della fotocamera impiegata; ingrandendo il dettaglio prima che venga registrato dal sensore si ottiene indubbiamente a parità di risoluzione d'immagine, una fotografia più accettabile.
Obiettivo interno o esterno.
Parlando tanto di Coolpix in produzione che fuori produzione esistono sostanzialmente due classi di fotocamere: le prime hanno l'obiettivo e lo zoom interno con la lente frontale a filo con lo chassis della fotocamera, le seconde hanno un obiettivo zoom che non solo fuoriesce dalla fotocamera ma cambia anche di dimensione durante le escursioni zoom. Le Coolpix della prima serie sono naturalmente più facili da collocare di fronte all'oculare del Fieldscope in quanto non è necessario tener conto della diversa lunghezza che raggiunge l'obiettivo quando esce dalla fotocamera; per le Coolpix del secondo la messa in asse con l'oculare va naturalmente eseguita con la macchina accesa e l'obiettivo già in posizione, possibilmente alla massima focale zoom ottica disponibile. Alcune Coolpix di questo tipo hanno un attacco filettato alla base dell'ottica che permette il collegamento all'oculare attraverso appositi adattatori che tengono già conto della lunghezza dello zoom una volta estratto dalla fotocamera.
A seconda del modello di Coolpix utilizzato va infine tenuto presenti che alcuni modelli, una volta portato lo zoom alla massima focale, spegnendo la fotocamera o scendendo di focale, lo zoom compirà prima un movimento di allungamento, per poi arretrare: questo significa che è opportuno che la lente frontale dello zoom non venga proprio direttamente in contatto con l'oculare del Fieldscope per evitare che lo zoom, muovendosi, tocchi o prema contro l'oculare mentre è in movimento.
La messa in asse della Coolpix.
Con le Coolpix dotate di anello filettato o di attacco per gli appositi adattatori per l'oculare non è necessario alcuna messa in asse: la lente frontale della macchina sarà perfettamente centrata e soprattutto perfettamente parallela alla lente dell'oculare.
Utilizzando invece un attacco universale a collare da oculare bisognerà, per il primo impiego, effettuare un perfetto centraggio dell'ottica della Coolpix sull'oculare: bisogna puntare il Fieldscope verso un soggetto luminoso ma non abbacinante; mantenendo sia lo zoom della Coolpix che lo zoom dell'oculare alla focale minima si centrerà l'immagine circolare proiettata dall'oculare esattamente al centro del monitor della Coolpix; se la Coolpix utilizzata possiede la funzione di reticolatura del monitor è opportuno attivarla; una volta centrata l'immagine circolare si comincerà a ruotare leggermente la macchina verso destra e verso sinistra fino a che l'immagine circolare a monitor avrà la medesima luminosità e brillantezza su tutti i bordi; a questo punto la centratura sarà corretta e sarà sufficiente segnare dei riferimenti perimetrali del bordo della fotocamera sulla slitta universale per poter rimettere la fotocamera nella stessa posizione corretta durante gli shooting successivi.
I settaggi della Coolpix.
Se non si intende fotografare oggetti in veloce movimento è opportuno settare la sensibilità ISO della Coolpix al minimo, in modo da non avere problemi di rumore di fondo nelle immagini. La messa a fuoco va bloccata su infinito – dipende dal modello di fotocamera utilizzata – e il diaframma va mantenuto alla massima apertura per ottenere i tempi di scatto più rapidi; il bilanciamento del bianco può essere settato manualmente, per avere la stessa risposta cromatica durante una sequenza di scatti protratta nel tempo; lo scatto anche in questo caso va attivato esclusivamente con un comando a distanza, a filo o wireless, o con l'autoscatto.
Risoluzione e compressione del file vanno settata naturalmente sulla massima risoluzione e minima compressione, meglio ancora in tiff se la fotocamera utilizzata lo supporta. Se la fotocamera utilizzata non ha la possibilità di lavorare in esposizione manuale o a priorità di diaframmi, ma esclusivamente in program, qualora le immagini ottenute risultassero troppo chiare o troppo scure sarà sufficiente agire sul pulsante di staratura intenzionale dell'esposizione per ottenere un'esposizione corretta.