Jimmy Nelson
Il nome del progetto è poeticamente drammatico: Before they pass away, prima che scompaiano. Esprime un pericolo, e la volontà di fare memoria, documentare. Cosa, chi? Alcune culture tribali esistenti in diverse aree del mondo, a cui Jimmy Nelson ha dedicato oltre due anni di viaggi per raccontare il loro stile di vita ancora in armonia con la natura, gli usi e i costumi preservati in un mondo sempre più globalizzato. Fotografia che si vuole documentaria e ritratti con tratti di epicità che presentano, «nella loro gloria e senso di orgoglio», gli eredi di nobili e antiche culture, i guardiani di una cultura che essi sperano - e noi con loro - sarà tramandata alle future generazioni. Una vetrina di culture tribali, una significativa testimonianza storica sulla grande varietà di esperienze umane ed espressioni culturali, sullo sfondo di alcuni tra i paesaggi più primitivi al mondo.
© Jimmy Nelson Pictures
Un libro (edito da TeNeues, 424 pp., 128 euro), un’esposizione (ora a Berlino, Camera Work e CWC Gallery, e poi dal 12 aprile in Olanda al Rijksmuseum Volkenkunde di Leiden), un progetto nato dalla convinzione dell’autore che la purezza dell’umanità esiste. È lì, tra le montagne, i ghiacciai, la giungla, lungo i fiumi e nelle vallate, che Jimmy Nelson racconta di aver trovato gli ultimi uomini tribali e li ha osservati, ha sorriso e bevuto i loro infusi prima di estrarre la sua macchina fotografica, ha condiviso, ha adattato la propria antenna alle loro frequenze. Man mano che la fiducia aumentava, si sviluppava un’interpretazione comune della missione: il mondo non deve mai dimenticare il modo in cui sono/erano le cose. Perché è da lì che noi, abitanti delle città, veniamo.
© Jimmy Nelson Pictures
Un mondo - secondo la visione di Nelson - dove la giustizia e l’onore sono ingredienti naturali. Dove le guerre si combattono per sopravvivere. Un mondo con regole e rituali rigidi. Un mondo trasparente, libero dall’ipocrisia. Culture e tribù dimenticate possono riportare l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali dell’umanità: l’amore, il rispetto, la pace, la sopravvivenza, la condivisione. C’è una bellezza pura nei loro scopi e nei legami familiari, nella loro fede negli dei e nella natura, nella loro volontà di agire correttamente, nella certezza di essere accuditi dalle generazioni più giovani quando verrà il momento. In Papua Nuova Guinea così come in Kazakhistan, in Etiopia o inSiberia, per Nelson le tribù rappresentano l’ultima risorsa di autenticità naturale. Le sue foto danno un contributo per vedere, ricordare. Prima che scompaiano.
© Jimmy Nelson Pictures
«Nel 2009», spiega il fotografo britannico, «ho deciso di diventare ospite di trentacinque tribù isolate, visivamente uniche. Volevo essere testimone delle loro antiche tradizioni, prendere parte ai loro rituali e scoprire come il resto del mondo sta minacciando di cambiare per sempre il loro modo di vivere. E soprattutto volevo creare un ambizioso documento fotografico-estetico che resistesse alla prova del tempo. Un lavoro che diventasse un insostituibile documento etnografico di un mondo che sta scomparendo velocemente. Ritratti eleganti ed evocativi creati con una camera formato 5x4. Il dettaglio che è possibile ottenere usando dei negativi così grandi avrebbe permesso uno straordinario colpo d’occhio nelle vite spirituali ed emotive degli ultimi popoli indigeni del mondo. Nello stesso tempo avrebbe esaltato la loro unica e variegata creatività culturale con le loro facce dipinte, i corpi scarificati, i gioielli, le acconciature stravaganti e i linguaggi rituali».
© Jimmy Nelson Pictures
«È stato straordinario, ma sono riuscito a fare il mio lavoro per il libro senza nessuna restrizione. Non ho dovuto tenere in considerazione le esigenze di sponsor o marchi. Si trattava solo di bellezza, bellezza sconfinata come io, e nessun altro, la vedeva. Avendo trovato i fondi necessari, ho potuto cominciare a programmare i miei viaggi, organizzare la logistica, acquistare l’attrezzatura e mettere insieme una splendida squadra che mi ha seguito durante gli oltre due anni di viaggi per il mondo. Abbiamo anche deciso di fare dei video delle trentacinque tribù visitate. C’erano poche possibilità che saremmo mai tornati e volevamo condividere i nostri viaggi con il maggior numero di persone possibile. Ulteriori idee creative per uno sviluppo di questo lavoro sono in fase di elaborazione».
© Jimmy Nelson Pictures
Esperienze, vissuti, aneddoti. Racconta Nelson, a proposito della visita alle popolazioni di allevatori di renne Tsaatan nella provincia di Hovsgol, nella Mongolia settentrionale: «viaggiavamo da giorni, smontando ogni giorno l’accampamento e spostandoci verso la tappa successiva attraverso una fitta neve e temperature estremamente basse. Malgrado i miei sforzi, non ero riuscito a farmi accogliere con calore dalle famiglie Tsaatan e quindi a portarli a fare le lunghe pose per le foto che dovevo fare. Una sera ho finalmente ceduto alle loro quotidiane richieste di ubriacarmi completamente con la vodka locale, la regola culturale nei climi nordici per sfuggire alla fatica, al buio e al gelo quotidiani. Dopo alcune ore io e altri venti membri adulti della famiglia precipitammo in uno stato di coma auto indotto sul pavimento coperto di pellicce della tenda, in mezzo a ragazzini di varie età. Dopo alcune ore di sonno avevo bisogno di svuotare la vescica. Rotolai lateralmente su tutti i corpi fino al lato della tenda dove mi potevo rizzare in piedi. Troppo tardi. Ma chi se ne sarebbe accorto? I vari strati di abbigliamento si sarebbero presto ghiacciati, la parte inferiore della tenda era già ghiacciata. Gli allevatori ubriachi stavano ancora russando.
© Jimmy Nelson Pictures
Poco dopo essere rotolato di nuovo al mio posto, mi accorsi di uno strano suono fuori della tenda. Un coro di grugniti finì per svelare una mandria di renne eccitate. Non sapevo che per le renne l’urina umana è una vera prelibatezza. La ricercano per berla e molti uomini delle tribù portano con sé contenitori di pelle con la propria urina per ricondurre nel branco le renne che si allontanano. Con mia grande gioia il giorno dopo fui accolto nel gruppo a braccia aperte sia dai giovani sia dagli anziani. E tutte le richieste di posare di fronte alla mia ingombrante macchina furono accolte. L’aver mostrato accidentalmente la mia fallibilità mi rendeva umano ai loro occhi. Questa esperienza è accaduta all’inizio del mio progetto e in seguito ho presto imparato che più mi presentavo come vulnerabile alle persone che dovevano posare, più velocemente guadagnavo la loro pazienza e fiducia».
Cover Before They Pass Away