Editoriale
Sguardi di inizio primavera apre con una lunga intervista a Franco Fontana, un fondatore di stile, uno degli autori più importanti della fotografia italiana, un caposcuola del colore benedetto dalla fama internazionale, incrociato a Venezia in occasione della grande retrospettiva dedicatagli a Palazzo Franchetti dall’emblematico titolo Full Color. Con generosità, racconta ai lettori di Sguardi una carriera cinquantennale da ritrattista che mette in posa il paesaggio, dalle intuizioni amatoriali degli inizi alla costante ricerca di visioni nuove, dalle geometrie sature di Puglia e Basilicata alle foto americane con passanti come attori su una scena ben illuminata, a quelle più recenti di disabili e statue. Forme che fanno emergere il senso. Mai riproduzioni, sempre interpretazioni.
Si prosegue con un altro maestro, Sebastião Salgado, secondo alcuni “il più grande fotogiornalista al mondo”, che per una volta ha affidato alle parole il racconto del proprio sguardo in bianco e nero su vite quotidiane e ultimi della Terra, lavoratori e rifugiati, deserti e selve. Una giornalista francese, Isabelle Francq, ha raccolto in un libro "le riflessioni scritte in prima persona" del fotografo brasiliano, trascinandoci in paesi lontani, territori di bellezza ma anche di ingiustizie. Con un messaggio finale, frutto dell’esperienza del progetto Genesi: «tornare al pianeta è l’unico modo per vivere meglio. Il mondo moderno, urbanizzato, è castrante, con tutte le sue regole e le sue leggi. Soltanto nella natura ritroviamo un po’ di libertà».
Before they pass away, “prima che scompaiano”, è il nome poeticamente drammatico del progetto di Jimmy Nelson in mostra da Camera Work a Berlino. Esprime un pericolo, e la volontà di fare memoria, documentare: l’esistenza di culture tribali di diverse aree del mondo, a cui Nelson ha dedicato oltre due anni di viaggi per raccontarne usi e costumi preservati in un mondo sempre più globalizzato, da Papua Nuova Guinea alla Siberia, dal Kazakhistan all’Etiopia.
American Cool, alla Smithsonian’s National Portrait Gallery di Washington, mette assieme 100 ritratti di personaggi, 100 foto fatte da alcuni tra i maggiori fotografi del ventesimo secolo (come Diane Arbus, Richard Avedon, Henri Cartier-Bresson, Annie Leibovitz) di figure simboliche del loro tempo scelte per il contributo dato alla cultura americana grazie alla propria visione artistica: musicisti jazz come Miles Davis, attori come Johnny Depp, cantanti come Madonna, sportivi come Michael Jordan. Un catalogo, un inventario con il suo doppio: una riserva alternativa di altri 100 nomi, da Jim Morrison ad Angelina Jolie.
Sono tre gli inviati di questo numero. Marco Bulgarelli con il suo viaggio fotografico lungo i 2778 chilometri del Danubio alla ricerca dell’identità europea dopo l’allargamento verso i paesi dell’Europa Orientale: dalla sorgente fino all’immenso delta, passando attraverso città, paesi, pianure, a contatto con un’enorme varietà di popoli, tradizioni e lingue (in mostra a Padova nell’ambito della seconda edizione del suo festival di fotografia). Aldo Costa, nel paese dietro casa: Noli, sulla costa ligure, per le sue meraviglie subacquee e in particolare la facilità con cui si possono incontrare i cavallucci marini. E poi la coppia Andrea Aschedamini e Cristina Locatelli, autori di un "viaggio circolare" intorno a una terra nuova «per andare a vedere quel senso di appena creato, vicino allo spirito del primo vivente, che l’Islanda trasmette anche da lontano».
Infine, le news. Sull’inattesa produzione a colori di Robert Capa; l’esercitazione fotografica di un giovane Krzistof Kieslowski; il bando del premio di fotogiornalismo del prossimo Festival della Fotografia Etica; le immagini sull’Ovest degli Stati Uniti di Robert Adams, relazioni tra uomini e natura fuori dai luoghi comuni.
Buone visioni e letture con Sguardi.