Istanbul, Campionati Mondiali 2010
Quarti di Finale: Serbia-Spagna, 08/09/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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I palazzi dello sport sono stati trasformati in enormi sale da posa. Una nuova generazione di fotografi italiani riesce a produrre immagini nitide e senza grana fotografando azioni di gioco al chiuso di un palazzo dello sport utilizzando pellicola 100 iso, un diaframma che arriva fino a f. 5.6 a 1/250 di secondo. Pellicole tirate a 1600 asa o flash professionali applicati sotto il soffitto degli impianti sportivi? 20 anni fa era questo era il nostro grande dilemma. Due proposte entusiasmanti, la prima permetteva di fissare la sequenza di un'azione spettacolare ripresa nella successione di vari fotogrammi, la seconda esaltava i colori e la massima definizione dell'immagine.
Questo è parte del nostro percorso professionale che ci ha portato a partire dagli anni '90 a preferire quasi sempre i flash allo scatto con pellicola sensibile. Una quantità incredibile di attrezzatura tecnica, elettrica, elettronica e meccanica per far in modo che alla fine tutto potesse funzionare alla perfezione. Ore e ore passate nei palazzi dello sport dove non esistono strutture alle quali "agganciare" i flash. Ancor prima di pensare a preoccuparci di catturare tutte le possibili immagini durante la partita, siamo obbligati a prevedere ogni tipo di inconveniente predisponendo tutti gli accorgimenti possibili. Radio trasmittenti che dovrebbero "lavorare" alla perfezione e che invece fanno puntualmente le bizze un'ora prima della partita a causa delle interferenze, sempre presenti, con i microfoni delle telecamere e dei telecronisti..
La tensione si scioglie improvvisamente quando inizia il gioco e se tutto il lavoro preparatorio è stato eseguito alla perfezione e la fortuna ti assiste, schiacciando il pulsante della macchina fotografica inizia il bombardamento dei flash che illuminano il gioco come i lampi squarciano un panorama notturno di una campagna sul far della sera. È come una navetta spaziale, ora inizia la partita e possiamo decollare e viaggiare a tutta manetta, stando sempre attenti a non accelerare troppo a non abusare di quello che abbiamo a disposizione per non distruggere con qualche piccola disattenzione il lavoro di giorni e giorni. I flash sono apparecchi molto delicati e bisogna imparare a conviverci "come fa il domatore con i suoi leoni".
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Bari, Qualificazioni Europei 2011
Italia-Israele, 02/08/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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Bari, Qualificazioni Europei 2011
Italia-Lettonia, 20/08/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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Il basket come ogni altro sport, come ogni altro evento è fotografato a seconda dell'utilizzo che il committente farà delle foto. Esaltare il gesto atletico nel suo complesso scattando dal basso verso l'alto, evidenziare il volto del giocatore al massimo della sua tensione scattando quasi all'altezza del giocatore, mettere in risalto la popolarità del gioco mostrando come sfondo il lato dell'impianto gremito di spettatori stando seduti a destra del canestro in attesa che il "superman" spicchi il salto giusto. Diverse angolature ma tutte apprezzabili per poter tradurre in immagine, a seconda se è richiesta semplice cronaca del giorno dopo o corredo di un approfondimento dei giorni successivi di aspetti particolari non previsti, esaltazione dei gesti cestistici da parte di un periodico specializzato o un'azienda che veste o calza la squadra.
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Istanbul, Campionati Mondiali 2010
Semifinali: USA-Lituania, 11/09/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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Istanbul, Campionati Mondiali 2010
Semifinali: USA-Lituania, 11/09/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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Diverse ottiche, in postazioni adeguate, possono dare emozioni differenti con applicazioni differenti, in postazioni adeguate. Camere fotografiche applicate dietro il tabellone trasparente del canestro, immobilizzate dai magic arms, si intromettono, inopportunamente quasi a voler "violare la privacy" dei giocatori per riprenderli nel momento più intimo quello in cui sono riusciti a superare, a battere il proprio avversario e a depositare il pallone nel canestro. Anche lassù, a tre metri e zero cinque da terra, siamo sempre noi anche se comandiamo il tutto da terra.
Finisce l'evento e pensiamo subito che avremmo potuto fare qualcosa che non siamo riusciti a fare, ma lo sport non ce lo permette perché non possiamo fermare il soggetto, non possiamo intervenire sui tempi e sui ritmi, siamo umili traduttori che a modo nostro dobbiamo correre come corre il tempo del cronometro e come corrono gli atleti. Oltre al tempo è anche stretto lo spazio in cui avvengono le azioni più rilevanti. Gesti atletici improvvisi, tiri talvolta molto complicati da rendere fotograficamente perché eseguiti molto vicino al fotografo.
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Istanbul, Campionati Mondiali 2010
Semifinali: Serbia-Turchia, 11/09/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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Istanbul, Campionati Mondiali 2010
Quarti di Finale: Serbia-Spagna, 08/09/2010
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
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In questo caso, ma crediamo in tutti i casi in cui si fotografa sport d'azione, il fotografo ha bisogno di molto allenamento e di molta confidenza sia con i comandi della macchina fotografica che con i segreti dello sport che fotografa. Una caratteristica fondamentale è conoscere le dinamiche dello sport per poi mettere sul fotogramma tutto quello che vorremmo mettere. Occorre rimanere a lungo ad osservare gli atleti che "danzano", scrutare i loro movimenti durante le "prove" (allenamenti) e nel corso dello " spettacolo" (partita) per scoprire progressivamente che, al contrario di quel che pensavamo, ci sono altre nuove frontiere fotografiche da superare, altri modi di interpretare quella danza, altre ottiche da poter sfruttare. Una meravigliosa avventura.
Beijing, Pechino Olympic Games, Finale Medaglia d'Oro, Spagna-Usa, 24/08/2008
© Giulio Ciamillo - Elio Castoria
Chi sono
Giulio Ciamillo, 55 anni, di cui 35 passati sui campi di basket. Appena ricevuta la "scatoletta" con la pellicola dentro come regalo della prima comunione capita casualmente al Flaminio dove si esibiscono gli Harlem Globetrotters e si scatena a scattare senza sosta. Papà Michele avvocato, grande intenditore di tecnica fotografica con un eccellente corredo anni '70 gli permette di esercitarsi. Praticamente autodidatta leggendo manuali. Primi passi con Kodak Retina e Rolleiflex. Primi soldini e subito Nikkormat, poi quindi anni dopo una lunga esperienza sponda Canon, da due anni ritorno alla casa madre Nikon. Centinaia di flash professionali passati sotto le sue mani: Prolite Bowens, Elinchrome, Esprite Bowens, Multiblitz Xenolux, installati nei posti più impensabili. Lo sport (calcio, pallavolo, tennis, hockey su ghiaccio, tutti sport "saggiati" ma progressivamente "abbandonati") ha stimolato la sua propensione alla fotografia, la fotografia lo ha aiutato a essere partecipe attivo di una passione: lo sport, il basket. Premio internazionale Oscar del Basket Pietro Reverberi (sezione giornalismo insieme a Elio Castoria, unici fotocronisti a essere premiati tra i giornalisti).
Elio Castoria è nato a Roma dove vive attualmente. Ha studiato all'Istituto Italiano di Fotografia di Roma. Ha iniziato la professione di fotografo indirizzandosi nel campo del fotogiornalismo realizzando reportage oltre che in Italia in paesi come Romania, Iraq, Mali e India. L'incontro con Giulio Ciamillo lo ha indirizzato verso la fotografia sportiva che lo ha portato a fotografare 6 Olimpiadi, Campionati del Mondo di calcio, di basketball e di volley. Ha collaborato con diverse agenzie come Ansa, Afp e Reuters pubblicando nei principali media in Italia e nel mondo come Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, l'Equipe, Sport Illustrated, Marca, New York Times. Nel 1996 ha pubblicato una sua foto sulla copertina di Time Magazine. Ha fondato nel 1992 l'Agenzia Ciamillo-Castoria che è specializzata nelle fotografie di basket e annovera tra i clienti la Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport, L'Equipe, le Federazioni di basket Italiana, Francese, Spagnola e Turca. Con Giulio Ciamillo è da anni il fotografo ufficiale della Federazione Internazionale di Basket.
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