Underwater. Mare, scienza, arte. La macrofotografia mozzafiato di Jeffrey L. Rotman inquadrando tratti specifici - gli occhi, le branchie e le scaglie dei pesci, le geometrie dei coralli - coglie i dettagli più minuti fermandoli in fotografie che sembrano quadri astratti. Le formazioni coralline diventano castelli, una pinna di pesce diventa opera d'arte. Immagini di grande impatto e gusto cromatico, una visione non comune dei tesori straordinari e meno conosciuti dell'oceano, l'infinitamente piccolo, giochi di colori e luci, un ambiente vivo in perenne movimento. Qui di seguito Jeffrey L. Rotman presenta Arcobaleno Sottomarino. Il mare si fa arte, le sue immagini in mostra a Milano in esterno presso White Star Adventure, Piazza Meda angolo Piazza Belgioioso, dal14 giugno al 14 luglio.
© Jeffrey L. Rotman
Ali. Pesce pappagallo; Mar Rosso
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È un atteggiamento più che naturale per chi si accosta al mondo subacqueo la prima volta quello di voler cogliere in un'unica immagine tutta l'immensità che si presenta ai suoi occhi. In seguito, acquisite maggiori esperienze e appagato il desiderio di fotografare l'intero universo sottomarino, gli stessi subacquei imparano a focalizzare i loro obiettivi su soggetti più piccoli e sui particolari. Trent'anni fa ho iniziato a ricercare proprio questa "parte del tutto" che mi è sembrata essere l'essenza del momento: talvolta era l'occhio di un pesce addormentato o il bizzarro disegno delle squame, talvolta la bocca di un anemone o i tentacoli che si protendevano fluttuanti dal suo corpo.
L'oceano è un ambiente vivo, in perenne movimento, cosicché le immagini mutano continuamente. I polipi corallini vibrano cambiando incessantemente la loro forma, la corrente più tranquilla provoca il dondolio e l'inclinazione dei tentacoli degli anemoni proprio nell'istante in cui il dito sta per premere il pulsante di scatto… Al momento l'immagine risulta imprecisa, inafferrabile. Forse i sensi non sono stati in grado di abbassare il dito sufficientemente in fretta, o forse ero così perso nel contemplare la scena che mi sono dimenticato di scattare.
© Jeffrey L. Rotman
Uno squarcio nell’infinito. Occhio di carangide; Mar Rosso
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Realizzare queste immagini è stato per me un'esperienza di crescita sia come fotografo sia come subacqueo. Ho iniziato con soggetti attaccati al fondo oppure con pesci mimetizzati, riluttanti a muoversi pensando di essere invisibili. Ma la svolta è arrivata quando ho cominciato a fotografare di notte. Avvolto dalle tenebre, potevo vedere senza essere visto. Diversi animali che durante il giorno stavano nascosti, uscivano favoriti dall'oscurità; molti pesci che solitamente preferivano tenersi lontani dal mio obiettivo, diventavano avvicinabili; alcuni erano così pacificamente addormentati da lasciarsi prendere in mano. Inoltre, il buio ha aumentato la mia capacità di concentrarmi solo sulla figura davanti ai miei occhi.
Il mare non rivela subito i suoi segreti e i tesori che cercavo erano piccoli, a volte non più grandi di un'unghia. Nel Nord Atlantico o nelle Galapagos, i fondali bui e spesso freddi hanno richiesto particolare pazienza e costanza; inizialmente, infatti, queste acque color acciaio appaiono assai povere di vita. I pesci si ritraggono velocemente e la ricca vegetazione di alghe e di piante rappresenta per loro un facile nascondiglio. Questi sono mari che offrono infinite possibilità per mimetizzarsi e camuffarsi, stimolano la curiosità ma solo malvolentieri rivelano i loro segreti. Tuttavia una volta che la ricerca inizia e ci si intromette in mondi che non ci appartengono, pazienza e perseveranza sono ricompensate grandiosamente. A queste difficoltà si somma inoltre lo scomparire graduale dei colori. Man mano che la luce del sole si stempera in acque più profonde, i rossi, gli arancioni e i gialli appaiono sempre più attenuati e spenti. A trenta metri di profondità tutto appare blu, verdastro, grigio. Immaginate la mia sorpresa quando, scendendo ancora e accendendo la mia lampada, ho ritrovato l'arancio elettrico dei polipi corallini. A queste profondità ci si sente come ubriachi per la narcosi d'azoto e il colore elettrico restituito dal flash della mia macchina fotografica nel buio degli abissi; a quella meravigliosa sensazione di ebbrezza si aggiunse dunque lo stupore.
© Jeffrey L. Rotman
Labbra. Argo dalle macchie azzurre; Mar Rosso
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Nell'oceano c'è il bello e il bizzarro, talvolta anche combinati insieme. Giungere faccia a faccia con un paguro, fissare per un momento i suoi occhi in cima alle antenne e quindi spostare l'attenzione sulle sue zampe pelose che ricordano i cartoni animati, è un'esperienza squisita. Appoggiare l'obiettivo sulla pinna dorsale di un pesce farfalla addormentato cercando l'angolazione migliore è stato per me un momento di vera beatitudine; il fatto che i colori potessero fondersi uno nell'altro, improvvisamente scomparire per poi riaccendersi, mi colmò di profonda emozione come se mi fossi trovato di fronte a un dipinto impressionista. La scienza, certo, può chiarire perché quei colori hanno quella determinata collocazione, ma per me la visione di una simile tavolozza resterà sempre qualcosa di inspiegabile. Le parole non potranno mai descrivere le ore di delizia che quel mondo mi ha trasmesso.
Spesso mi chiedono quale sia il miglior luogo per le immersioni nel mondo. Invariabilmente nomino il Mar Rosso, le Isole Galapagos, i Caraibi, il Mediterraneo, il Nord Atlantico, la costa Pacifica del Nord America, la Micronesia, le Hawaii e il Giappone. Ogni ambiente marino è unico, offre qualcosa di speciale e questo libro testimonia questa realtà. Il Mar Rosso ospita molti dei più spettacolari pesci che vivono nei banchi corallini, ma sarebbe difficile trovarvi un esemplare così bizzarro come il pesce pipistrello "dalle labbra rosse" che vive solo nelle acque intorno alle Isole Galapagos. I soffici coralli dell'Isola di Palau in Micronesia sono motivo di grande stupore, tuttavia la faccia deforme ma bella del pesce oca americano nelle fredde acque della costa del New England, nel Nord Atlantico, può sembrare un prodigio non minore. Nuotando attraverso la foresta di alghe della California o nella giungla corallina della penisola di Izu in Giappone, ho trovato la conferma di quanto diversi, vari e meravigliosi siano gli ambienti del pianeta marino.
© Jeffrey L. Rotman
La croce del Sud. Ventaglio corallino; Caraibi
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Lo scopo di queste fotografie è quello di comunicare l'eccitazione, il fascino e la grande soddisfazione che ho vissuto scattandole. Migliaia di ore e di immagini hanno dato vita a questo progetto. Sott'acqua il tempo perde spesso la sua consueta dimensione. Una volta, dopo aver inseguito a lungo un particolare tipo di anemone, mi voltai verso il mio accompagnatore, visibilmente tremante per il freddo. Giunti in superficie mi disse che avevo impiegato tre ore e un quarto per osservare quell'anemone. "Perché?", mi chiese. "Cercavo di vederlo", fu la mia risposta. Quella creatura offriva alla mia vista volti sempre differenti, tra sorrisi e strizzatine d'occhio; non sembrava mai la stessa e nelle sue metamorfosi mi parve di vedere la sua anima e forse quella del mare stesso.
Chi è
Jeffrey L. Rotman è uno dei più importanti fotografi subacquei della scena internazionale, che combina la sensibilità dell'artista con la competenza del naturalista. Il suo lavoro ha trovato ampio spazio in televisione ed è stato pubblicato in libri e riviste di tutto il mondo, tra cui Life, Time, Newsweek, Natural History, National Geographic, The New York Times Magazine, Geo, Stern, Paris-Match e Le Figaro. Tra i riconoscimenti più recenti, Rotman è stato nominato "Underwater Wildlife Photographer of the Year" della BBC, e si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso fotogiornalistico sponsorizzato dall'American National Press Photographers' Association.
© Jeffrey L. Rotman
Macchie solari. Labro; Mar Rosso
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