Carl De Keyzer, Trinità
Trinità - Storia, guerra, politica raccoglie il lavoro fotografico del fotoreporter belga Carl De Keyzer, membrodi Magnum Photos dal 1994. Come un moderno affresco, il volume pubblicato da Contrasto (formato 30 x 24 cm, 151 pagine, 100 fotografie a colori, euro 49) abbraccia tre diversi lavori o "tableaux" che si completano l'un l'altro, dando vita a un trittico fotografico e giornalistico. La prima parte "tableaux d'Histoire" è dedicata alla Storia, con immagini realizzate tra il 1990 e il 2000 che mostrano il potere così com'è, come si presenta, con il suo impulso a scrivere la storia, a lasciare un'impronta nel suo tempo. La seconda parte "tableaux de Guerre" è dedicata alla Guerra, fotografie realizzate tra il 2003 e il 2006 che seguono le tracce di distruzione che i potenti lasciano fin troppo spesso. La terza parte "tableaux de Politiques" con le immagini più recenti, è dedicata alla Politica la parte più viscerale del potere. Ha scritto Peter De Graeve: "Trinità si legge come un poema epico. È la storia di un viaggiatore straniero che guarda ciò che è evidente per penetrarlo, per portarne alla luce il lato insondabile. Trinità mostra quello che sta davanti agli occhi di tutti: potere, distruzione, spettacolo, scenografia, decorazioni". |
Tano Siracusa, Altri Sud
La produzione di Tano Siracusa (Agrigento, 1949) è "costantemente ancorata ad un'esigenza di polemica ricognizione delle periferie del mondo" (come si legge nel suo sito). In Altri Sud, edito da Polyorama, un bianco e nero moderno ed efficace contraddistingue le immagini di reportage realizzate da Siracusa per le strade di diverse angoli del mondo, dal Messico all'India, dall'Africa al Cile e al Perù. Immagini che vanno al di là della pura esigenza di documentazione, capaci di trasmettere sensazioni per la scelta particolare dell'inquadratura, per l'inclusione di mossi selettivi, per i contrasti (spesso sono realizzate con le luci della sera o della notte o con le ombre nette del sole alto). Testi di Vito Bianco, rilegatura cartonata 23 x 24 cm, 112 pagine (prezzo euro 29, prezzo per gli abbonati a Gente di Fotografia euro 23).
Alida Valli, Fotografie
La
7.24x0.26 Gallery di Milano di Pier Giuseppe Moroni presenta fino al 30 giugno alcuni celebri ritratti di
Alida Valli realizzati sui set dei molti film che ha interpretato,
quarta ed ultima
mostra - dopo Monica Vitti, Virna Lisi e Silvana Mangano - su alcune delle attrici italiane che hanno contribuito attivamente al successo del nostro
cinema nel mondo. Mario Soldati, Alfred Hitchcock, Carol Reed, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci questi alcuni dei registi che hanno voluto Alida Valli (Pola 1921, Roma 2006) nei loro film.
Icone, Electa Editore, 144 pagine,
88 illustrazioni
€ 35,00
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Alida Valli, attrice dotata di grande
sensibilità e di una
bellezza solare e
sofisticata, per più di sessant'anni ha attraversato la storia d'Italia dai telefoni bianchi al Neorealismo al decollo della televisione, ha dimostrato talento e stile rari, ha saputo impersonare ruoli molto diversi, che hanno reso famosi il suo volto, la sua delicatezza e la sua grande recitazione mantenendo sempre uno
stile comportamentale che l'ha distinta e resa unica.
L'atto finale di un ciclo espositivo partito nel 2005 relativo a quattro attrici straordinarie: Virna Lisi, Silvana Mangano, Alida Valli e Monica Vitti.
Quattro cosmi diversi quelli scelti da Pier Giuseppe Moroni, curatore delle mostre, emblemi di professionalità e di una bellezza libera dagli stereotipi, capace di sfidare e rideterminare canoni estetici consolidati, persone dotate di un fascino avvolgente, sensuale e disarmante.
Piergiorgio Branzi, Fotografie 1952-2007
La Galleria Civica di Bolzano ospita, fino al 29 giugno, la prima grande mostra antologica dedicata a Piergiorgio Branzi: circa cento opere, dagli inizi della carriera sino ai giorni nostri. Delle molte, possibili anime della fotografia italiana, Piergiorgio Branzi incarna quella più colta, più aristocratica. Formatosi nella tradizione figurativa rinascimentale toscana, dotato di una naturale eleganza, presto abbandona la ricerca formale per diventare un maestro del ritratto ambientato: monsignori, bambini, borghesi, paesani, colti di sorpresa, con sottile sarcasmo, restano in equilibrio tra un lirismo sommesso e una vivida caratterizzazione psicologica. La ricercatezza di Branzi si coglie nell'inedito tentativo di fondere in un'originale cifra stilistica, due modelli affatto diversi tra loro: lo spontaneismo reportagistico di Henri Cartier-Bresson, da una parte, e dall'altra parte, le rigorose costruzioni formali e tonali di Giuseppe Cavalli. Questi antitetici modelli si risolvono in Branzi senza tensioni: in 'trasgressioni', nell'invenzione di formule compositive nuove in quegli anni. Ne sono prova i suoi diari di viaggio: dalle prime escursioni a Napoli e ad Ischia nel 1953, ai viaggi in Puglia e Lucania nel 1955, in Spagna nel 1956, in Grecia nel 1957, in India nel 1960. Tra i primi a cogliere la modernità dei grandi modelli stranieri e a sperimentare l'uso del nero profondo, a quel tempo sconosciuto in Italia, con Paolo Monti e Mario Giacomelli, Branzi fu l'artefice di un reale cambiamento nella fotografia italiana del secondo Novecento.