"Quelli di Bagheria" è il titolo della
mostra che la Galleria Gottardo di Lugano, nell'intento
di approfondire il discorso sulla fotografia italiana, dedica
a Ferdinando Scianna, uno dei fotografi italiani più
importanti di oggi.
Una mostra, e il libro che la accompagna, che rende omaggio
al paese natio dell'artista (Bagheria, in provincia di Palermo)
che ha cercato di ricostruire, di immaginare la propria
infanzia, la propria adolescenza in quel tempo e in quel
luogo, perché, come dice Scianna "le fotografie
non restituiscono 'ciò che è stato', piuttosto
ripropongono in una sorta di lancinante presente ciò
che non è più".
La mostra raccoglie una selezione di circa 390 immagini
in bianco e nero, esposte per la prima volta, accompagnate
da testi sparsi scritti dall'artista.
Le fotografie hanno la particolarità di essere state
scattate da Scianna prima di divenire fotografo, sono poi
state conservate a lungo in una scatola di legno e in gran
parte neppure stampate: "fotografie che per una strana
rimozione avevo quasi dimenticato senza dimenticarle affatto,
sapendo benissimo che c'era quella cassettina di legno".
Punto focale della mostra è la Sicilia, terra d'origine
don la quale Scianna ha sempre mantenuto legami profondi
e che gli ha ispirato il suo primo lavoro importante "Feste
religiose in Sicilia", pubblicato nel 1965 con la prefazione
di Leonardo Sciascia.
L'idea del libro "Quelli di Bagheria" e la mostra
presentata alla Galleria Gottardo ricordano e, indirettamente,
rispondono all'invito di Sciascia che a suo tempo aveva
tentato un corso analogo dedicando una ricerca al proprio
paese natio, Racalmuto. La mostra presenta fotografie e
testi, quali varianti di lettura, parole e immagini: due
modi di raccontare, di dire le cose.
Una mostra da leggere dunque attraverso due diversi canali:
quello segnico/grafico della scrittura e quello documentario
delle immagini. I testi, nati man mano, pur accostandosi
alle immagini ne restano indipendenti.
A volte si riducono a un elenco di nomi di persone ricordate
dal fotografo, oppure ci viene proposta una ricetta per
le lumachine "da cucinare a picchi pachhiu", o
ancora ci viene raccontato un aneddoto personale, un "frammento
della memoria". Accanto a ciò: i volti, le piazze,
la gente di Bagheria.
Un catalogo (trilingue: italiano, inglese e spagnolo) proporrà
le riproduzioni delle fotografie in mostra ed i testi del
fotografo-autore che così esplica i suoi intenti:
"Ho tentato con questo libro, che mi è sembrato
il più difficile fra quanti ne ho fatti, ma anche
il più appassionante da fare, e spero anche il più
sincero, di scavare, come Sciascia suggeriva, nella 'camera
oscura' della memoria attraverso le mie stesse fotografie,
riportandone frammenti verbali a loro volta simili a istantanee".
I volti della storia
di Robert Capa
Milano, Palazzo dell'Arengario,
dall' 8maggio all'8 settembre 2002
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"I volti della storia" è un viaggio nella
vita di Robert Capa, una panoramica accurata e inedita dei
più intensi ritratti scattati dal famoso fotogiornalista,
fondatore di Magnum Photos, nel corso della sua carriera
dal 1932 al 1954.
Robert Capa è stato uno dei più grandi fotografi
del ventesimo secolo, dotato dello spirito di un appassionato
giornalista e dello sguardo di un grande artista, instancabile
viaggiatore e curioso del mondo. Questa mostra rende omaggio
a un interprete della storia, al suo talento di fotografo,
alla sua capacità di sentire le persone, fedele al
motto che per fare buoni ritratti bisogna "amare la
gente e farglielo capire". Capa è noto soprattutto
come fotografo di guerra, ma tra i settantamila negativi
impressionati nella sua vita, un buon numero è dedicato
ai ritratti.
Non solo personaggi famosi ma uomini e donne comuni, attori
a volte silenziosi della storia.
L'interesse per "il fattore umano" è sempre
stato fondamentale per Robert Capa che, curioso e attento,
cercava di comprendere e raccontare i fatti dela storia
attraverso gli sguardi e i volti di chi questa storia la
decideva o, più spesso, la subiva. Così, attraverso
i protagonisti di un'epoca, ripercorriamo la storia di un
uomo, dei suoi incontri, ma insieme anche la storia del
secolo appena trascorso.
Non mancano ritratti dei protagonisti della Guerra di Spagna,
della Seconda Guerra Mondiale raccontata tra l'Inghilterra,
il Fronte Africano, l'Italia e l'Europa. Alla campagna d'Italia
poi è dedicata una selezione speciale di 26 fotografie.
Poi, le foto della Liberazione (agosto 1944), il dopoguerra
in Europa, il viaggio in Unione Sovietica con Steinbeck,
la nascita dello Stato d'Israele fino alle sue ultime immagini
in Indocina. Una selezione particolare dei ritratti è
dedicata poi ai suoi amici: da Ingrid Bergman a Pablo Picasso,
da Ernest Hemingway a Henri Matisse e William Faulkner.
"Capa era in grado di fotografare il movimento, l'allegria
e lo sconforto. Era in grado di fotografare il pensiero.
L'opera di Capa è in se stessa la fotografia di un
grande cuore e di un'empatia irresistibile".
John Steinbeck
Parigi+Klein
di William Klein
Roma, Palazzo delle Esposizioni,
dal 23 Aprile all'1 Luglio 2002
Nella tradizione delle città fotografate e raccontate
da Klein (pittore, fotografo, cineasta, grafico, personalità
geniale che sfugge a etichette e categorie) – New
York, già presentata come mostra proprio al Palazzo
delle Esposizioni, Roma, Mosca, Tokyo – ecco l'ultima
tappa, inedita finora, del percorso artistico e visionario
di un grande autore dei nostri anni: Parigi+Klein, un nuovo
progetto fotografico di William Klein dedicato interamente
alla sua città d'adozione.
La mostra è presentata a Roma in eccezionale contemporanea
con Parigi, dove verrà esposta alla Maison Européenne
de la Photographie.
William Klein, americano di nascita, ha scelto di vivere
a Parigi da oltre 50 anni perché ama questa città
e in tutti questi anni non ha smesso di percorrere le sue
strade, conoscerne o riconoscerne gli abitanti, sentirsi
osservatore distaccato ma partecipe della sua vita.
La mostra è il frutto del suo lungo rapporto, fatto
di fascinazione e passione, con Parigi: una nuova, sorprendente
raccolta di immagini che racconta cinquant'anni di vita
e di osservazione di uno dei più importanti fotografi
del secolo.
Parigi+Klein, più di cento scatti tra colore e bianco
e nero, come lo splendido libro che lo accompagna (edito
da Contrasto), presenta immagini in grande formato che trascinano
lo spettatore: la gente per le strade, l'ambiente della
moda, i poliziotti, il mercato, i protagonisti della politica,
i volti della metropolitana, il mondo del calcio, la vita
di una città colta con lo sguardo unico di Klein.
Uno sguardo vivo, a volte caldo, altre malinconico, ma sempre
umoristico, ironico e anche commovente. La mostra Parigi+Klein
è uno degli appuntamenti del primo Festival Internazionale
di Fotografia di Roma.
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