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Se sulla terra ferma l'agricoltura e l'allevamento hanno
rimpiazzato la caccia, in mare aperto la pesca d'altura
ancora sopravvive, con i suoi ritualli e i suoi protagonisti.
Il grande fotografo francese Jean Gaumy (che dal 1977 è
membro della prestigiosa Magnum Photos, l'agenzia fotografica
creata da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, e ha realizzato
nella sua carriera molti importanti reportage in Europa,
Asia, Africa e Centro America, oltre ad aver seguito la
guerra in Iran e nell'America Latina ma anche i cambiamenti
del mondo rurale francese) si è messo alla ricerca
degli ultimi equipaggi che solcano il mare e affrontano
le tempeste.
Per quattordici anni si è imbarcato su pescherecci
d'alto mare condividendo per mesi interi la vita quotidiana
e le difficoltà dei marinai-pescatori. Il risultato
è "Mare aperto" che raccoglie alcuni brani
tratti dai suoi appunti di viaggio e oltre 120 fotografie
che raccontano la sua straordinaria esperienza, umana e
professionale. "Mare Aperto" è il primo
libro di Gaumy pubblicato in Italia.
"Emergere, appoggiarsi alle pareti, vestirsi. Per evitare
i colpi e le vibrazioni, ho messo gli apparecchi fotografici
nel disordine dei grandi cassetti vicini al pavimento in
mezzo a fusibili, lampadine e confezioni di birra, riviste,
fumetti strappati, sacchetti di plastica, vecchie canottiere
sporche e arrotolate.
Inginocchiarsi. Prenderli e fissarseli addosso. La scala
ripida e scivolosa che saliamo sospinti quando l'imbarcazione
affonda, diventa una colonna quando monta la grande onda.
La camera stagna.
L'aria appiccicosa dei vapori del Diesel. Lo spesso linoleum,
imitazione tavolato, gonfio, crepato, unto e brunastro.
Tutto gira. La luce degli oblò danza sulle pareti.
Dietro i vetri spessi, le colature di mare deformano la
visione. Il cielo grigio, improbabile, è devastato
dagli spruzzi e l'oceano, al vivo, bucato da fasci bianchi."
Jean Gaumy
Slightly out of focus
Leggermente fuori fuoco di Robert
Capa
Contrasto
Sempre Contrasto, presenza fondamentale nel panorama editoriale
italiano attento alla cultura dell'immagine, in occasione
della mostra "I volti della storia" di Robert
Capa (presentata nella sezione mostre di questo numero di
"Sguardi"), pubblica per la prima volta in Italia
il libro "Slightly out of focus - Leggermente fuori
fuoco" - il diario-romanzo di Capa sulla sua partecipazione
come fotoreporter alla Seconda Guerra Mondiale.
Pubblicando le ormai famose immagini dello sbarco in Normandia,
Life scrisse che erano "slightly out of focus"
(leggermente fuori fuoco, appunto) a causa del tremito della
mano dell'autore. Oggi sappiamo che fu a causa di un tecnico
della camera oscura che sbagliò lo sviluppo, ma Capa
trasse da quella frase l'ironico titolo per il suo primo
e unico romanzo. Ricco di colpi di scena, di storie d'amore,
di avventura, "Leggermente fuori fuoco" è
il primo romanzo pubblicato da Contrasto che inaugura così
la collana Dixit.
Isole
di Bill Holm
Guanda - Pagine 344 - 15.50 Euro
"Isole" è un libro che non vuole essere
un trattato di geografia, di biologia insulare o di etnografia,
ma piuttosto un'indagine all'interno dell'intuizione di
insularità come fatto allo stesso tempo reale e metaforico.
La narrazione si snoda quindi come un'affascinante navigazione
che fa scalo in alcune isole geografiche, puntini di terra
più o meno ospitale circondati da mari più
o meno esotici, e in altre che l'autore definisce, invece,
isole «segno», accadimenti spirituali, stati
di consapevolezza, momenti dell'esperienza umana. Le isole
offrono allo scrittore, al lettore e a chiunque desideri
esprimere se stesso liberamente, una buona occasione per
meditare e pensare al proprio posto nel sistema-mondo.
E così il lettore si trova a sbarcare pieno di incanto
a Isla Mujeres, striscia di terra nel mar dei Caraibi, sacra
all'enigmatica e sensuale divinità maya della fertilità;
a visitare Moloka'i, l'isola delle Hawaii un tempo usata
come lebbrosario e riscattata moralmente dalla figura di
un prete missionario impetuoso e combattivo; a soggiornare
a lungo in Islanda, la terra degli avi eletta da Holm ad
archetipo, roccia vulcanica invasa dal ghiaccio, terra dei
fiordi e delle saghe, degli uccelli marini e della letteratura
orale; a vagabondare tra le strade del Madagascar, luogo
mitico dei cultori della musica in cui la gente può
addirittura ascoltare per ore qualcuno che parla in una
lingua incomprensibile solo per il piacere della musicalità
delle parole; a conoscere Mallard, minuscola isola lacustre
sul confine acqueo statunitense-canadese ed emblema dell'amore
per i libri.
Ma viene contemporaneamente sospinto verso le isole metaforiche
dell'infanzia, dell'età, della morte, del dolore,
della reclusione, dell'esperimento, del magico, dell'isolamento,
persino della musica e dell'immaginazione. Bill Holm, islandese
di nascita, vive nel Minnesota. Saggista, poeta, musicista,
professore universitario, Holm era destinato a diventare
un affezionato delle isole: il suo nome, in antico islandese,
significa per l'appunto "isola".
"Un'isola non dev'essere necessariamente molto lontana
dalla riva o molto grande per realizzare la sua vera funzione:
stringerci in un cerchio d'acqua e recidere per un po' i
legami che ci tengono avvinghiati alla nostra vita".
Bill Holm
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