Come sta cambiando il paesaggio
italiano? Dopo decenni di scarsa attenzione
rispetto ai problemi ambientali
che hanno favorito l'abusivismo
edilizio e un indiscriminato sfruttamento
del territorio con gravi conseguenze dal punto di
vista ecologico e ambientale, stiamo assistendo a
un'inversione di tendenza
oppure il paesaggio continua a essere minacciato da
nuovi interventi irrispettosi
della storia e delle specificità del territorio?
© Marco Zanta |
Partendo dal presupposto che la qualità
del paesaggio sia un bene
da difendere non solo da un punto di vista estetico,
ma anche e soprattutto etico, nove
autori italiani particolarmente attenti alle
problematiche del territorio
(Andrea Abati, Matteo Balduzzi,
Nunzio Battaglia, William
Guerrieri, Alberto Muciaccia,
Claudio Sabatino, Alessandro
Vicario, Marco Zanta, Edoardo
Winspeare) sono stati invitati a realizzare
una ricerca fotografica
prendendo in esame un caso emblematico in alcune regioni
(Piemonte, Lombardia,
Veneto, Emilia
Romagna, Toscana,
Lazio, Campania,
Puglia, Sicilia).
Nell'ambito della "Biennale
del Paesaggio" organizzata lodevolmente
dalla Provincia di Reggio Emilia, la mostra fotografica
"Il paesaggio tradito"
(promossa in collaborazione con la Galleria
San Fedele di Milano), dopo Palazzo Casotti
a Reggio Emilia, fa ora
tappa al Castello di Arceto (Scandiano)
dal 23 aprile al 18 giugno.
© Alberto Muciaccia |
Diversamente da molti progetti
che si limitano ad affrontare in modo generico e libero
il tema del territorio, questa mostra - attraverso
la presa in esame di alcuni campioni
significativi, in alcuni casi suggeriti da
Legambiente - presenta
una serie di ricerche fotografiche con l'intento di
documentare alcune problematiche
evoluzioni in atto nel paesaggio italiano contemporaneo:
dall'eccessiva cementificazione
delle coste alle "grandi
opere" progettate senza considerare l'impatto
sul territorio, dalla presenza sempre più pervasiva
di case e capannoni
(come accade nel Nord-Est) all'abbandono massiccio
delle vecchie cascine di campagna
nella Pianura padana. Ogni ricerca è accompagnata
da un testo che commenta
e illustra da un punto di vista urbanistico e ambientale
i problemi del territorio
documentati dagli autori.
© William Guerrieri |
Andrea Abati, per raccontare come
i lavori per l'alta velocità abbiano creato
nel Mugello (Toscana) gravi problemi idrici, ha realizzato
una documentazione in cui s'intrecciano immagini e
testimonianze degli abitanti della zona. Nunzio
Battaglia, con sguardo affettuosamente ironico,
ha descritto la progressiva urbanizzazione delle coste
siciliane, segnate dallo sviluppo incontrollato di
case abusive all'insegna di una "creatività"
dove convivono le suggestioni più svariate
nella più totale assenza di senso della collettività,
di rispetto del territorio e di un possibile sviluppo
turistico. Matteo Balduzzi, proteso
a creare un'opera democratica e non autoriale, si
è concentrato sull'ex area industriale milanese
e sui suoi problemi di carattere urbanistico invitando
gli abitanti del luogo a intervenire sulle sue immagini
per raccontare i loro desideri o le loro esigenze.
William Guerrieri ha indagato il
fenomeno, sempre più diffuso, delle case coloniche
in stato di abbandono che costellano il paesaggio
della pianura dell'Emilia-Romagna. Alberto
Muciaccia ha narrato i cambiamenti del territorio
attorno a Roma, dove stanno sorgendo enormi e invasivi
villaggi outlet e vasti centri commerciali. Claudio
Sabatino si è concentrato sui Campi
Flegrei (Campania) osservando come le preminenze architettoniche
classiche siano sempre più soffocate dall'avanzare
di un'incontrollata città diffusa. Alessandro
Vicario ha individuato in Val Vannino e in
Val Formazza (Piemonte) alcuni interventi sul territorio
rimasti pressoché inutilizzati (come una strada
privata e un tunnel in stato di abbandono) e che per
di più deturpano il paesaggio senza apportare
sviluppo turistico. La ricerca di Marco Zanta
fa riflettere su come la bellezza delle colline trevigiane,
denominate Quartier del Piave, venga sempre più
incrinata da un diffuso dilagare di case e fabbriche,
magari non eccessivamente invadenti nelle singole
volumetrie, ma che finiscono per invadere il territorio
stravolgendone il senso. Edoardo Winspeaere,
tramite un filmato, mostra l'abbattimento di un "piccolo
mostro" di cemento nei pressi della costa pugliese.
Un contributo fotografico di Alessandro Cimmino
riflette sul senso di soffocamento edilizio che spesso
predomina nelle periferie delle grandi città
italiane.
© Alessandro Vicario |
"Il paesaggio tradito" vorrebbe far capire
come il degrado ambientale
non comporti solo un antiestetico "trionfo
del brutto", che si sostituisce di prepotenza
alle bellezze del passato: implica innanzitutto la
sconfessione di un'etica della
convivenza, la negazione di un sistema di valori,
l'insensibilità di fronte a problemi di carattere
ecologico fondamentali per la collettività.
La qualità del paesaggio
infatti è sempre indice di una qualità
di vita, di relazioni umane che si tessono
e che costruiscono la vita di un popolo.
www.biennaledelpaesaggio.it
© Claudio Sabatino |