I
Musei Capitolini di Roma
ospitano fino al
28 maggio
due tra le esposizioni più importanti dela Va
edizione di
FotoGrafia
Festival di Roma:
TuttaRoma
di
Martin Parr (a cura di Marco Delogu
produzione Zoneattive) e
Il secolo
delle vacanze di autori vari (a cura di Laura
Serani, foto dalla collezione FNAC).
Francesco Jodice, Phi Phi Island, 2003 |
Per Martin Parr, la fotografia
che ha a che fare con le persone
è sempre voyeuristica:
immagini rubate che non devono essere celate
dietro falsi moralismi.
Lì dove il fotogiornalismo
si sofferma sulle sofferenze del Terzo
Mondo, Parr si dedica al Primo
Mondo prendendosi gioco della nostra cultura
occidentale con un sottile umorismo
tipicamente britannico, dai toni spesso parodistici.
Parr ha seguito questa cultura del consumo
di massa nei viaggi dei turisti
in giro per il mondo, e dopo The
Last Resort e Small World,
si confronta oggi con la capitale
dell'arte e dei pellegrinaggi. TuttaRoma
è un nuovo, originale e importante passo nel
lavoro di Parr: insieme abbiamo superato il suo tradizionale
metodo allestitivo composto
da centinaia di fotografie, riducendo il tutto a 15
immagini singole e 4
dittici stampati su grande
formato, e mantenendo solo 3 pannelli con 9
foto ognuno come collegamento ideale con gli allestimenti
precedenti.
© Martin Parr - TuttaRoma |
In The Last Resort aveva
mostrato una New Brighton
fatta di hot dog e patatine, birra e bagni al mare.
Con Small World si è
reinventato cronista delle manie associate al viaggio
e al turismo, mettendone in evidenza gli aspetti più
dozzinali. Anche in TuttaRoma,
il suo sguardo divertito e barocco
insegue le moltitudini
che invadono ogni giorno la capitale, trasformandole
con una trasparenza spesso disarmante nel teatro
stereoscopico di una folla che gioca il ruolo
di figurante collettivo del rito del turismo di massa.
La sua esasperata attenzione per il dettaglio
si sofferma su questa nuova commedia
umana dei consumi
e degli svaghi, animata
da souvenir kitsch, ventagli, cappellini, occhiali
da sole, mappe della città e naturalmente macchine
fotografiche. Ma è ancora una Roma che nonostante
tutto continua a stupirci, ad ammaliarci, una Roma
che ci conferma che "in un mondo saturo e sempre
più uniforme, gli sguardi
stimolanti e provocatori offerti dalla fotografia
sono essenziali".
Max Pam, Balancing Rock, Mahabalipuram, 1972
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Molti autori (tra gli altri: Barbieri,
Berengo Gardin, Boubat,
Capa, Cartier-Bresson,
Erwitt, Ghirri,
Greenfield, Jodice,
Klein, Koudelka,
Lartigue, Pam, Parr,
Vitali, Wenders)
contribuiscono a Il secolo delle
vacanze della collezione FNAC. La villeggiatura,
bersaglio della satira di Goldoni contro l'ambiziosa
borghesia settecentesca, resta un privilegio della
buona società fino ai primi del Novecento,
quando negli anni ‘30 le "ferie
pagate" diventano un diritto dei lavoratori.
Evasione, convenzione o conquista sociale, le vacanze
ritmano, da allora, le stagioni e le migrazioni estive
o invernali in tutte le società occidentali.
La mostra racconta uno
spaccato di storia privata
del Novecento e ripercorre anche la storia e l'evoluzione
della fotografia. Se le foto di Lartigue
a Biarritz riecheggiano universi proustiani, presto
si afferma una fotografia di carattere umanista, attenta
alla gente, con i grandi maestri: Henri Cartier
Bresson, che coglie tutta la semplicità
e la poesia dei momenti di evasione; Robert
Capa, che con ironia e sguardo critico ritrae
il pubblico elegante dell'ippodromo; e poi Doisneau,
Ronis, Boubat, Dieuziade.
Arrivano gli anni degli esodi
estivi e delle spiagge
affollate: inizia il turismo di massa alla
ricerca di esotismo e di novità. Martin
Parr sarà il cronista perfetto di
questa nostra epoca che ci riporta alle "smanie"
goldoniane. Le vacanze sono però anche un'occasione
di rottura dalla realtà quotidiana alla ricerca
di libertà, che può portare a rifugiarsi
in cima alla collina di Dolores Marat,
a dimenticare una carrozzina in una stazione balneare
in Paul den Hollander, a respirare a perdita d'occhio
le spiagge deserte di Harry Gruyaert,
a confondersi in un improbabile mélange di
umanità in una spiaggia in Thailandia, di Francesco
Jodice; a seguire gli itinerari di Max
Pam nelle sue carte geografiche e l'immaginazione
di Ghirri nei suoi atlanti. Al di
là delle mode e dei modi di appropriazione
dello spazio, che trasformano i luoghi
in destinazioni, alla
fine è il paesaggio
- come metafora e riflesso di un ideale assoluto -
a imporsi e scandire il ritmo della mostra. Invito
al viaggio interiore
e a liberare l'immaginario
di ciascuno.
Henri Cartier Bresson, Dieppe, 1926
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Chi è (Martin Parr)
Nato in Inghilterra nel 1952, dopo aver studiato fotografia
al Manchester Polytechnic, si dedica al fotogiornalismo,
diventando testimone ironico, straniato e attento
della società britannica del governo Thatcher.
Con le sue foto caratterizzate dall'uso molto contrastato
e luminoso del colore, racconta la storia del gusto
e dei comportamenti della classe media negli anni
‘80.
È membro di Magnum Photos dal 1994.
La sua opera, dalle notevoli implicazioni sociologiche,
è presente in numerose importanti collezioni.
Nel 2004 è condirettore artistico dei Rencontres
Internationales de la Photographie di Arles.
© Martin Parr - TuttaRoma
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