Forse sono un fotografo che va un poco
controcorrente. Non amo la
tecnica, pur riconoscendone
l'importanza e non ho mai fatto un corso
di fotografia.
Ho iniziato a pensare di fare della fotografia
il mio mestiere quando nel
1989 venni incoraggiato da Art Wolfe, uno
dei migliori e più blasonati interpreti della fotografia
naturalistica e secondo me colui che più di
ogni altro riesce a rendere un'immagine
pittorica dei soggetti che ritrae. Nella scelta degli
argomenti prima e degli scatti
poi, a cui lavorare, mi sento
un superficiale nel senso che mi disinteresso
generalmente delle tematiche sociali, delle problematiche
dell'individuo, delle introspezioni che ne derivano. Privilegio
l'estetica pura, la spettacolarità,
la grandiosità.
© Stefano Nicolini
Balena franca australe utilizza la pinna caudale come
vela,
sfruttando cosí il vento del Golfo Nuevo.
Penisola Valdez – Argentina |
Pur avendo dovuto eseguire su commissione
immagini secondo i parametri visuali
del momento, quali ad esempio orizzonti obliqui o soggetti
fuori fuoco, prediligo immagini tecnicamente pulite,
che trovino la propria forza nella maestosità
dei soggetti, nel loro equilibrio,
nelle luci.
Non credo sia un caso che per lungo tempo
e in parte tuttora le mie attenzioni siano andate in buona
parte a creature imponenti
e fantastiche come le balene
e ai paesaggi drammatici e
solenni delle regioni polari.
Preferirei senza alcun dubbio riuscire a fotografare in
tutta la sua forza un attacco
di orche a una balena azzurra, anche se c'è qualcuno
che lo ha già fatto, piuttosto che esplorare quelli
che sono oggi considerati i nuovi avamposti
della fotografia contemporanea. Provo a chiarire con un
esempio: se fossi pittore mi
piacerebbe di più saper ridipingere ex novo la Cappella
Sistina che non tentare di "inventarmi"
un genere pittorico.
© Stefano Nicolini
La spettacolare ubicazione delle colonie di pinguini
imperatore, che immancabilmente uno o più iceberg
proteggono dai gelidi venti antartici.
Atka Bay, Mare di Weddell, Antartide |
Tirare dai miei viaggi situazioni
forti: assistere alla magia di un tramonto
in uno scenario pristino, seguire l'avanzare di una balena
albina; il salto di sfida di un arponiere
sul dorso di un capodoglio,
osservare il cielo invaso dal volo di migliaia di farfalle.
Vivere queste senzazioni è un po' la linfa
della mia esistenza: professionale e non. L'unica volta
che ho tentato di farlo senza macchina fotografica ho capito
che sarebbe stata anche l'ultima.
Sono innamorato della bellezza
intesa nell'accettazione classica del termine. Ho l'impressione
che il mondo lo stia dimenticando,
investito com'è da immagini vuote, fredde, sporche,
forzosamente scandalistiche, che troppo spesso estinguono
il proprio compito nella provocazione fine a se stessa.
Con le mie fotografie cerco di dare un piccolo apporto
a ritrovare una relazione armoniosa con il pianeta in cui
viviamo e con i nostri simili.
© Stefano Nicolini
La rompighiaccio russa K. Khlebnikov avanza nella
spessa banchisa antartica durante una tempesta di
neve con venti a 90 chilometri orari.
Cape Norvegia, Mare di Weddell |
Quando sono davanti a una situazione che
mi emoziona non esito a fare uso del bracketing,
a 1/3 di stop sino anche a 2 stop dai valori indicati dall'esposimetro,
pur di "farla mia" ad ogni costo.
Sul campo mi ritengo uno stakanovista
del lavoro e mi è spesso capitato con il sole di
mezzanotte di fotografare fino a 18 ore al giorno.
Cerco sempre di documentarmi
il più possibile prima di partire e seguo moltissimo
riviste e pubblicazioni italiane ed estere di viaggi e natura.
A volte scoprirvi un'immagine stimolante è sufficiente
per decidere di partire alla
sua ricerca, viverla in prima
persona intimamente, cercando di trasmetterne
l'essenza agli altri. È il minimo che possa fare
per controbilanciare la mia situazione di privilegiato.
© Stefano Nicolini
Onde di Bondi Beach - Sidney, Australia |
Chi sono
Sono nato a Roma nel maggio del 1960.
Ho iniziato a viaggiare giovanissimo, visitando a 17 anni
l'Afghanistan, il Pakistan e altri paesi asiatici.
Dal 1997 vivo a Buenos Aires, quando me lo consentono i
vagabondaggi professionali per il mondo e i soggiorni di
lavoro in Italia.
Ho pubblicato il mio primo servizio fotogiornalistico nel
1979 e ho fatto la mia prima mostra nel 1983 (a New York),
ma soltanto dalla fine degli anni 90 mi dedico a tempo pieno
alla fotografia naturalistica e al reportage di viaggio,
integrandola con l'attività giornalistica di completamento.
Ho collaborato con tutte le principali testate italiane
del settore da me trattato e con pubblicazioni francesi,
tedesche, spagnole, svedesi, greche, statunitensi, australiane
e di vari altri paesi.
Per l'editore El Ateneo di Buenos Aires sono autore fotografico
di alcuni libri riguardanti varie regioni argentine e l'Antartide.
Pur dedicandomi a conoscere e fotografare il mondo a ogni
latitudine, proprio le zone polari e i grandi cetacei rappresentano
la mia principale specializzazione.
stefanonicolini@libero.it
© Stefano Nicolini
Pitture rupestri risalenti a circa 8000 anni fa, nella
Cuevas de las Manos Canyon del Rio Pinturas, Patagonia
argentina |