© Olivo Barbieri
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© Olivo Barbieri
© Olivo Barbieri
© Olivo Barbieri
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Dopo Teatro del Tempo di Josef
Koudelka, protagonista nel 2003, anche per questa
edizione FotoGrafia ha commissionato
un lavoro, pensato e realizzato appositamente per il Festival,
che avesse per soggetto Roma.
Quest'anno la scelta è caduta su Olivo
Barbieri che presenta ai Mercati di Traiano fino
al 6 giugno, site specific_roma 04.
Da sempre attento alle mutazioni
metropolitane e al rapporto tra realtà
e virtualità, Barbieri si rifà al concetto
di avatar, ovvero rappresentazione
fisica di un soggetto all'interno di un mondo
virtuale: anche una città
intera può essere rappresentazione di se stessa.
Città della storia, ma anche luogo della contemporaneità,
tutta Roma entra in quella che potremmo definire un'installazione
temporanea: strutture e infrastrutture, monumenti,
palazzi, quartieri.
Vista da lontano, la città
appare come un grande plastico
in scala, dominata da un tempo immobile
che pure è il nostro presente, identità
duratura e parte fondante del nostro senso di appartenenza.
Barbieri è entrato in contatto con Roma prendendo
le distanze dalle memorie dei luoghi
in lui radicate.
"Credo che i luoghi si modifichino, cambino di forma,
cambino i rapporti dimensionali. Questo dà la speranza
di imparare ancora, di vedere che in quel luogo, effettivamente,
non
c'è tutto quello che credevi ci fosse, ma c'è
anche altro" ha spiegato l'autore che dopo anni di
lavoro in Oriente ha mutato
il modo di vedere l'Italia in genere. "Le diverse esperienze
vissute mi hanno portato a capire che ci sono diversi modi
di vivere, di costruire città, di progettare un modo
di stare sulla terra. Noi abbiamo sempre creduto che il
mondo fosse definitivo, che ci fosse sempre stato e che
sempre ci sarà. Ho capito che non è vero".
Da queste riflessioni nascono opere come quella del Pantheon
che appare come un disco volante in bilico sul mondo.
Chi è
Nato a Carpi (Modena) nel 1954 Olivo Barbieri inizia a esporre
nel 1978.
Dai primi anni Ottanta approfondisce una ricerca che ha
per soggetto l'illuminazione artificiale (Notte, Art&,
Udine 1991; Illuminazioni Artificiali, Federico Motta Editore,
Milano 1995).
Dal 1989 viaggia regolarmente in Oriente e particolarmente
in Cina (Paesaggi in Miniatura, Ar/Ge Kunst, Bolzano 1991).
Nel 1993, 1995 e 1997 partecipa alla Biennale di Venezia
e a numerosi eventi internazionali dedicati alle arti visive.
Nel 1996 presenta una retrospettiva al Folkwang Museum di
Essen (Olivo Barbieri Fotografien seit 1978, Museum Folkwang,
Essen,1996).
Dal 1999 con i progetti Stadi e India delimita il campo
di lettura dell'immagine a visioni prescelte in fase di
ripresa (Virtual Truths, Silvana Editoriale, Milano 2001;
Notsofareast, Donzelli Editore, Roma 2002).
Nel 2003 partecipa alla prima triennale di New York, Strangers,
ICP, New York.