Giallo d'autore, Doisneau-Najar
Roma, Associazione Culturale Valentina
Moncada,
fino al 17 Marzo 2004
© Robert Doisneau
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Giallo d'autore presenta le
creazioni di moda versatili
ed altamente individualistiche dello stilista argentino
Jean Paul Najar in una serie di fotografie
del grande fotografo francese Robert
Doisneau ed altri artisti ed offre una visione insolita
della femme fatale, eroina
della letteratura poliziesca, rilanciando un tipo di femminilità
sofisticata, aggressiva ed androgina. Attraverso le sue
creazioni di moda, Jean Paul Najar esalta
quest'immagine di donna spigolosa, decisa, moderna. Sono
creazioni scultoree che possono assumere grandi variazioni
di forme e caratteri. I suoi abiti sono multipli di cerchi,
quadrati e rettangoli. Figure geometriche che una volta
indossate si trasformano in strutture morbide, plastiche,
quasi drappeggiate. Le foto esposte mostrano le creazioni
di Jean Paul Najar lette attraverso l'occhio
di un autore d'eccezione, Robert Doisneau,
celebre per aver ritratto la gente comune ed i personaggi
eccentrici nelle vie e nei caffè di Parigi. Affascinato
dagli abiti-scultura dello stilista sudamericano ma francese
d'adozione, Doisneau ha voluto trarne ispirazione
per una serie di immagini. Una sezione
a parte della mostra presenta in esclusiva e in collaborazione
con l'Archivio Doisneau una
serie fotografie del maestro francese scattate a Parigi
tra gli anni '40 e '50.
© Robert Doisneau |
© Robert Doisneau |
Samuel Fosso
Roma, Calcografia, fino all'11 aprile
2004
Verona, Centro Internazionale
di Fotografia Scavi Scaligeri,
dal 30 aprile al 20 giugno 2004
© Samuel Fosso
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La prima retrospettiva dedicata
a Samuel Fosso, organizzata dall'Istituto Nazionale per
la Grafica: circa 120 foto
realizzate tra il 1975 e il 2003. Un'infanzia
drammatica, completamente paralizzato alle gambe
fino all'età di quattro anni; tre anni di guerra
del Biafra passati nella boscaglia sotto la minaccia dei
bombardamenti; un milione di morti e cinque milioni di rifugiati
senza cibo; la conseguente fuga
dalla Nigeria alla Repubblica
Centrafricana; le tensioni e la precarietà
postcoloniali di un paese governato da Bokassa portano presto
Fosso a voler dimenticare,
isolarsi dal contesto e reinventarsi.
Nel 1975, a soli 13 anni, Samuel Fosso apre a Bangui,
capitale della Repubblica Centrafricana, uno studio
fotografico. Nella solitudine delle ore serali, dopo
il lavoro con la clientela, lo studio si trasforma così
in uno spazio di autorappresentazione,
idealizzazione e teatralizzazione.
© Samuel Fosso
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In un'eccezionale anticipazione delle convenzioni della
fotografia postmoderna, Fosso
inventa il suo palcoscenico di performances:
pose, simulazioni, travestimenti, autocompiacimenti. Inizialmente
si ispira alle immagini patinate
di cantanti e personaggi famosi, riprese da copertine di
dischi e pagine di riviste occidentali alla moda. I suoi
autoritratti, realizzati con
continuità e la consapevolezza crescente di poter
variare i significati del corpo, minano la tradizionale
nozione di identità e mettono in atto, attraverso
un'elaborazione intima di temi
politici e sociali, uno spazio di
fantasia, del tutto insolito tra i fotografi del
continente africano. Anche senza affrontare esplicitamente
il tema della sessualità,
le sue immagini risultano cariche di erotismo. Accanto alle
diverse serie di autoritratti,
che costituiscono il principale motivo di interesse della
ricerca espressiva dell'autore,
la mostra presenterà anche alcune immagini relative
alla sua attività professionale,
che offrono, tra l'altro, la possibilità di una rilettura
del genere fotografico più diffuso nei paesi africani,
il ritratto in studio.
Gustav Klimt. Disegni
Torino,
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, fino al 25 aprile
2004
Una scelta di 48 disegni,
tutti della collezione Serge Sabarsky, prestigioso mercante
d'arte e collezionista, pone in rilievo, un'immagine poco
nota di Gustav Klimt, artista geniale e
riservato. Sabarsky, nato a Vienna nel 1912 da una agiata
famiglia di ebrei russi, poi emigrato negli Stati Uniti
durante la seconda guerra mondiale, inizia a collezionare
opere di espressionismo tedesco e
austriaco nel 1968, anno in cui inaugura in Madison
Avenue a New York la Serge Sabarsky Gallery, intraprendendo
un fruttuoso
scambio di opere di Klimt, Kokoschka,
Schiele e altri autori della corrente espressionista.
Nel 1986, dopo venti anni di attività, Sabarsky decide
di concentrarsi sull'organizzazione di mostre
nei più prestigiosi musei del mondo, grazie all'incredibile
patrimonio personale unito ad importanti prestiti delle
collezioni pubbliche e private. I disegni in mostra alla
Pinacoteca Agnelli furono acquistati
da Sabarsky direttamente dal nipote di Klimt a Vienna e
sono fondamentali per comprendere il punto di svolta dallo
stile accademico viennese al
simbolismo di cui Klimt è
pioniere insieme agli artisti secessionisti. Tra i disegni
proposti sono di particolare rilievo quelli realizzati per
il Fregio di Beethoven (eseguito
da Klimt nel 1902) e i molti nudi
femminili, schizzi leggeri e formati da poche linee
sinuose che mostrano una grande spontaneità artistica
e una forte carica erotica.
Le corti del Barocco
Velázquez, Bernini, Luca Giordano
Roma, Scuderie del Quirinale, fino al 2 maggio 2004
Gian Lorenzo Bernini, Nudo accademico
(modello per la fontana dei fiumi), Collezione privata
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La mostra individua e racconta le caratteristiche comuni
del linguaggio figurativo della
società cortigiana nella
Europa della seconda metà del Seicento.
Gli ambienti rappresentativi di quest'epoca sono la Roma
papale di Innocenzo X (1644-1665) e Alessandro VII
(1655-1667), le corti asburgiche
di Madrid e Vienna
con Filippo IV (1650-1665) e Carlo II (1661-1700), la corte
di Luigi XIV (1643-1715) a Versailles.
Alla creazione e alla diffusione di uno stile,
e di quello che Fernando Checa, storico dell'arte spagnolo
curatore della mostra, considera un linguaggio
comune tra le corti europee, contribuirono - come
la mostra
Diego Velázquez,
Marianna d'Austria, Madrid, Museo Nacional del Prado
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documenta con ricchezza - i viaggi
degli artisti di corte, il gusto per il collezionismo
dei grandi personaggi, la donazione
di opere d'arte a fini diplomatici, i grandi
arazzi celebrativi e, in generale, la comune passione
per l'arte. Filo conduttore dell'esposizione saranno i celebrati
artisti di corte - con le opere di Velázquez,
di Bernini e di Luca Giordano
oltre che di Maratta, Baciccio, padre Pozzo e di grandi
artisti spagnoli come Juan Carreno de Miranda e Bautista
Martinez del Mazo. Tutte opere - la maggior parte delle
quali mai esposte a Roma - che andavano a costituire, nel
loro insieme, il grande e complesso sistema
decorativo dei palazzi del potere
barocco di cui sarà possibile vedere anche
le acqueforti, le medaglie e i ritratti equestri, le incisioni,
i disegni relativi alle feste e alle celebrazioni pubbliche
e i famosi arazzi delle Manifactures des Gobelins.