Due ritrattiste, due fotografe dallo stile fortemente riconoscibile. Che rivolgono, spesso, il proprio sguardo verso le donne. L'attenzione di Annie Leibovitz all’universo femminile è uno degli elementi portanti del suo lavoro, un filo rosso che si dipana da tempo. Di tanto in tanto, la fotografa statunitense prova a fare il punto, dalla sua prospettiva, su ciò che le donne sono ora, un punto dinamico che cambia ogni volta che c’è un aggiornamento del progetto. L’obiettivo è celebrare-rappresentare, attraverso la capacità di ritrarre in modo non convenzionale che è il genio della Leibovitz, non solo la bellezza ma il valore e la varietà, la normalità e l’eccellenza, l’anticonformismo e l’eroicità, il raggiungimento di risultati e la differenza fatta nei campi più diversi.
Qualche mese fa era stato il turno del lancio dell’edizione 2016 del calendario più famoso del mondo - The Cal di Pirelli - firmato dalla Leibovitz. Con protagoniste sportive, giornaliste, scrittrici, registe, attrici, cantanti, filantrope, modelle, blogger, collezioniste d’arte: da Serena Williams a Patti Smith, da Yoko Ono a Yao Chen.
Ora è il turno dell’esibizione itinerante Women: New Portraits,una continuazione della serie di ritratti Women, una nuova più larga versione del progetto dedicato alle donne iniziato oltre quindici anni fa insieme alla scrittrice e compagna Susan Sontag, che aveva definito il progetto “un work in progress” in sé. Il progetto, sostenuto da UBS, include immagini della prima serie e ritratti inediti; e così riflette il cambiamento dei ruoli femminili nel tempo.
Ritratti di donne che hanno lasciato il segno nelle ultime due decadi, “famose” soprattutto in Occidente ma non solo: da Adele ad Aung San Suu Kyi e alla Regina Elisabetta, astronaute e leader mondiali, modelle e manager, dottoresse e generali, donne comuni e stelle del cinema, sportive e imprenditrici, giornaliste e ballerine, cameriere e insegnanti, poetesse e scrittrici, pittrici e musiciste.
Women: New Portraits sarà in tour, per tutto il 2016, in dieci città: la prima tappa è stata Londra, ora l'esibizione è a Tokyo, nei prossimi mesi sarà a San Francisco, Singapore, Hong Kong, Istanbul, Città del Messico, Francoforte, New York e Zurigo. A ogni tappa, in ciascuna delle città ospitanti, la Leibovitz fotograferà altre donne per aggiungere nuovi ritratti a un lavoro destinato a rinnovarsi continuamente.
Un'altra ritrattista brillante è di certo Bettina Rheims. La Maison Européenne de la Photographie di Parigi le dedica, fino al 27 marzo, una retrospettiva che ripercorre quarant'anni di fotografia. 180 scatti, dalle prime fotografie agli ultimi lavori personali, le immagini iconiche e alcuni lavori più riservati o mai esposti.
Argomento preferito: le donne, l’identità, l’intimità più profonda, il nudo, la bellezza, il corpo, l’ambiguità e il gioco degli opposti, le situazioni inaspettate. Immagini monumentali, patinate e crude, seducenti, plastiche. Il mondo delle star, modelle androgine, travestiti, transessuali. Il gioco con gli stereotipi, le convenzioni, la trasgressione. Paradossi, eccessi, esibizionismo e voyeurismo, fisicità prorompente.
Bettina Rheims è, da una parte, erede di una tradizione pittorica secolare e da un’abitudine familiare all’espressione estetica, dall’altra, da spirito ribelle, ha scosso l’iconografia tradizionale elaborando una propria composizione e narrazione attorno alla questione della femminilità. Le donne anonime o famose passate davanti al suo obiettivo sono fotografate con la stessa benevolenza e diventano modelli di femminilità assoluta, dalla star Monica Bellucci ai ritratti di detenute nelle carceri francesi, la sua ultima serie.
La bellezza e l'imperfezione, la fragilità femminile e la forza, il prevedibile e l’erotismo. In occasione della retrospettiva della Maison Européenne de la Photographie, un libro edito da Taschen (pp. 598, euro 59,99) presenta più di 500 fotografie della Rheims degli ultimi 35 anni, selezionate e assemblate dalla stessa fotografa francese, dalle serie più famose a immagini d’archivio inedite, dietro-le-quinte, ricordi personali, soggetti sconosciuti ritratti in strada e celebrità globali come Kate Moss, Madonna, Naomi Campbell.