Conclusioni
Il fatto che questo eXperience non dia consigli precisi su come agire dipende dal settore particolare che è la gestione del colore, dove la teoria e la pratica vanno adattate al soggetto e alle condizioni di scatto. Non si può pertanto asserire in assoluto che è “meglio” operare sempre in un ampio spazio colore come non è consigliabile il contrario.
Alcuni punti fermi valgono comunque:
- l'uso di uno spazio colore molto esteso, come Wide Gamut RGB o Pro Photo RGB, non guasta sicuramente, non è a priori una scelta inutile ma richiede competenza e consapevolezza delle più marcate variabili monitor.
- ogni spazio colore ha un suo punto di bianco, come pure ogni profilo di caratterizzazione dell'apparecchiatura; alcuni soggetti possono beneficiare di una scelta piuttosto che un'altra
- quando lo spazio colore in ripresa è molto più ampio rispetto allo spazio colore di arrivo, come fra fotocamera e stampante, bisogna fare molta attenzione all'intento di rendering scelto al momento della conversione, per non avere sorprese
- quando possibile eseguire la postproduzione con attivata la prova colore (per profilo e intento di rendering di uscita), in modo da non modificare lo spazio colore del file originale e avere una idea simulata del risultato
- utilizzando nell'immagine un profilo colore più ampio di quello del proprio monitor non si possono apprezzare a video i colori definitivi e le modifiche durante la postproduzione, bisognerà quindi servirsi di software come ColorThink Pro o Color Pursuit per visualizzare in colori falsati il risultato
- stampando da spazi colore ampi è utile eseguire un provino per le parti più critiche dell'immagine prima di lanciare la stampa definitiva, specie se di grandi dimensioni
- se si producono immagini per il WEB scattare oltre al NEF un JPEG in sRGB permette di evitare noiosi lavori di conversione per usare le immagini: lo spazio colore sRGB è lo standard attuale del WEB e i browser faticano a gestire i profili colore delle immagini (anche se la situazione evolve verso un uso della gestione colore anche in questo settore)
La scelta di lavorare in AdobeRGB semplifica molto il flusso di lavoro, tenendo presente che il software/firmware interno delle fotocamere Nikon è di elevato livello per quanto riguarda la gestione dl colore, garantendo l'ottimizzazione dei risultati nella conversione dai dati in uscita dal convertitore A/D anche attraverso alle preziose personalizzazioni dei Picture Control.
AdobeRGB 1998 (e la versione analoga Nikon Adobe RGB 4.0.0.3001) è utilizzato da ormai molti anni, è uno spazio colore affidabile nella maggior parte dei casi, ampio al punto giusto da consentire un ottimo standard di lavoro.
Costituisce la scelta migliore, rispetto a sRGB, per la maggior parte degli usi fotografici, specie quando si trattano molte immagini in serie e non si ha il tempo per una postproduzione mirata. Le stampanti inkjet, come si è visto, hanno uno spazio colore piuttosto ampio (anche se non coincidente) e beneficiano di uno spazio colore di questo tipo.
Per completezza si riportano qui di seguito:
- i punti di bianco dei profili di cui si è parlato, espressi in Kelvin
- i valori L*a*b* ottenuti con uno spettrofotometro degli oggetti fotografati in studio.
Le misurazioni con uno strumento come iOne Pro o iOneiO di oggetti reali sono tuttavia affette da due inconvenienti:
- alcune superfici (specie le plastiche) sono traslucide, quindi la lettura spettrofotometrica viene falsata
- i valori cromatici sono “puri”, cioè ottenuti con un illuminante calibrato.
Nella realtà fotografica ogni oggetto “subisce” la luce disponibile o scelta dal fotografo a fini estetici. Non sempre è quindi necessario riportare i valori “fotografici” a coincidere con quelli spettrofotometrici.
PROFILO |
PUNTO BIANCO K |
sRGB |
6600 |
AdobeRGB |
6600 |
Wide Gamut RGB |
5000 |
Pro Photo RGB |
5000 |
Epson Stylus PRO 4880 carta fotografica Luster |
5300 |
CoatedFOGRA39 |
5100 |
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Tabella dei valori Kelvin di bianco medio dei diversi profili come riportati dal Profile Inspector del software ColorThink Pro.
BEGIN_DATA_FORMAT
ID SAMPLE_NAME
END_DATA_FORMAT
|
XYZ_X |
XYZ_Y |
XYZ_Z |
LAB_L |
LAB_A |
LAB_B |
NUMBER_OF_SETS |
18 |
|
|
|
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|
BEGIN_DATA |
|
|
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1. |
Viper_modellino |
3.57 |
3.33 |
12.73 |
21.33 |
5.72 |
-42.90 |
3. |
Detersivo_verde_barattolo |
9.68 |
18.43 |
6.02 |
50.01 |
-52.15 |
30.25 |
3. |
Pallina_ping_pong_giallo |
50.45 |
54.27 |
10.83 |
78.62 |
-4.93 |
61.49 |
4. |
Pallina_ping_pong_arancio |
41.04 |
38.43 |
10.76 |
68.34 |
12.58 |
43.98 |
5. |
Pallina_ping_pong_viola |
17.48 |
10.69 |
23.00 |
39.05 |
45.69 |
-35.74 |
7. |
Scodella_giallo |
56.89 |
57.66 |
10.56 |
80.55 |
3.22 |
65.66 |
7. |
Scodella_arancio |
44.80 |
33.96 |
9.57 |
64.93 |
38.42 |
42.01 |
10. |
Scodella_bianco_esterno |
67.07 |
69.14 |
65.43 |
86.58 |
0.90 |
-8.28 |
9. |
Scodella_rosso |
34.47 |
21.86 |
8.04 |
53.87 |
53.69 |
28.42 |
10. |
Scodella_verde |
27.34 |
39.24 |
9.95 |
68.92 |
-37.54 |
47.61 |
11. |
Scodella_azzurro |
22.71 |
29.33 |
43.30 |
61.07 |
-23.43 |
-28.46 |
13. |
Schwepps_tappo |
56.15 |
56.53 |
5.22 |
79.91 |
4.12 |
85.65 |
13. |
Schwepps_giallo_etichetta |
57.09 |
60.80 |
7.92 |
82.27 |
-3.73 |
77.86 |
14. |
Fascetta_libro_Strega_giallo |
65.05 |
71.00 |
7.51 |
87.49 |
-7.53 |
88.46 |
15. |
Fascetta_libro_Strega_rosso |
22.01 |
13.10 |
3.12 |
42.91 |
51.64 |
34.45 |
16. |
National_Geographic_giallo |
64.04 |
62.06 |
4.61 |
82.94 |
9.77 |
94.15 |
18. |
Giocattolo_Lego_rosso |
22.85 |
12.57 |
1.84 |
42.10 |
58.98 |
43.89 |
18. |
Nastro_verde |
0.78 |
1.46 |
0.59 |
12.35 |
-21.70 |
10.07 |
END_DATA |
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Ecco i valori L*a*b* come sono stati calcolati dalla lettura spettrofotometrica sulle superfici degli oggetti
della ripresa test in studio.
Lo strumento utilizzato è stato un X-Rite iOne Pro, con software X-Rite Profile Maker Color Picker 5.0.
Questa lettura può essere considerata valida solo per quelle superfici per cui lo strumento è concepito:
le pagine colorate del libro e del giornale presenti nella ripresa.
Altre superfici danno un risultato abbastanza attendibile, in quanto opache, mentre alcune sono di plastica traslucida, non adatte quindi a una misurazione di questo tipo. Tuttavia si è scelto di inserire lo stesso questo e il successivo esempio a scopo illustrativo.
Ecco la posizione nello spazio L*a*b* dei colori della ripresa test eseguita in studio. Solo i gialli appaiono al limite
dello spazio AdobeRGB e decisamente fuori da sRGB. In realtà oggetti come il contenitore verde di detersivo non si prestano facilmente alla misurazione con lo spettrofotometro, in quanto traslucidi. Illuminato da una luce fotografica la sua
riflessione è diversa, portandolo fuori dallo spazio colore AdobeRGB, come si è potuto vedere dalle immagini test.
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