L'uso
del formato RAW/NEF nella pratica
Quando si scatta in RAW l'unico settaggio
da fare a priori sulla fotocamera è quello relativo
alla sensibilità ISO
(oltre alla riduzione disturbo "noise" quando
richiesta), impostazione che non potrà essere
modificata o simulata con efficacia via software; tutte
le altre potranno invece essere decise e calcolate finemente
in seguito, davanti al monitor del computer. Naturalmente
per velocizzare la fase di conversione dei file conviene,
quando la situazione di ripresa lo consente, impostare
già i parametri corretti o comunque più
prossimi al fine ricercato. Per i "puristi"
è importante sottolineare che le fotocamere D2Hs
e D2x operano un preventivo
controllo analogico di bilanciamento del bianco fatto
prima della conversione A/D. Per queste, al fine di
ricercare la qualità ottimale assoluta, è
bene evitare bilanciamenti del bianco fortemente sfalsati
come ad esempio impostare tungsteno (circa 3.000 °K)
su luce flash o peggio ancora su ombra (circa 8.000°K)
e viceversa.
© Lorenzo Ceva Valla 2005 |
Uno scatto NEF incorpora al suo interno una miniatura
d'immagine jpg (quella vista in miniatura d'anteprima
su computer ma anche sul monitor della fotocamera) ma
soprattutto un piccolo file dati che contiene sotto
forma di testo le impostazioni stabilite sulla fotocamera
al momento della ripresa (nitidezza, contrasto, modo
colore, saturazione, tonalità cromatica e bilanciamento
del bianco): quando il file viene aperto in Nikon
Capture questi dati vengono utilizzati dal software
per "proporre" una prima versione dell'immagine
le cui impostazioni riflettono i parametri determinati
in precedenza dal fotografo; questi potranno essere
modificati via software e applicati definitivamente
al file solo quando questo sarà convertito in
un formato "normale" come il compresso JPG,
il TIF a 8 o 16 bit ma anche in quadricromia CMYK. La
creazione del file in Nikon Capture
è dunque fatta in continua emulazione ed ogni
variazione attiva il ri-calcolo matematico dell'intero
flusso costruttivo. Ciò rende Nikon
Capture meno veloce di altri software proprio
perché ad ogni impostazione riparte dall'ideale
flusso lavorativo che cambia di molto in base alla sequenza
da rispettare. La maschera di contrasto per esempio
viene applicata sempre all'ultimo e sul solo canale
della luminanza così come in primis si costruisce
la cromia all'interno dello spazio colore prescelto.
Il Camera Raw di Adobe risulta più veloce proprio
perché opera in simulazione approssimata di una
miniatura applicando gli interventi definitivi al comando
di conferma. Per queste ragioni chiediamo a Nikon
di prendere in esame in future versioni una analoga
funzione di simulazione che sebbene più approsimativa
in anteprima più sbrigativa ed efficace nella
lavorazione "di fretta" (sebbene simulata
in parte dalla finestra Multi Immagine di Nikon Capture).
In Nikon Capture, oltre
alle impostazioni che replicano quelle presenti sulla
fotocamera, ve ne sono anche molte altre, particolarmente
utili per la correzione dell'esposizione, del contrasto,
e del colore: se applicate direttamente sul file RAW,
garantiscono una maggiore efficienza rispetto alle stesse
impostazioni applicate a un file JPG/TIF.
Nelle ultime versioni di Nikon
Capture è presente per esempio una funzione
molto utile, chiamata Digital
Lighting (ora esportata anche direttamente on-camera
sulle compatte Nikon),
che permette di correggere un contrasto eccessivo, scene
in controluce con primo piano in ombra o una fortissima
sottoesposizione in modo efficiente e in completo automatismo;
questo comando può operare sia sui file jpg prodotti
direttamente "on-camera", sia sui file NEF,
ma con un'efficienza estremamente superiore su questi
ultimi grazie alla maggiore gamma di dati offerta. Dalla
versione 4.2 di Nikon Capture
è stata inoltre introdotto una più semplice
ma funzionale funzione di controllo automatico della
luminosità (interviene dunque sull'esposizione)
applicabile singolarmente ad ogni immagine ma utilizzabile
anche in operazioni automatizzate "batch"
su intere cartelle di file.
Un comando simile al Nikon Digital Lighting denominato
da Adobe "Luci e Ombre" è presente
anche in Photoshop CS ma, a differenza di quello presente
nel software Nikon, non
è oggi in grado di operare sui file RAW.
© Lorenzo Ceva Valla 2005 |
Come abbiamo visto il formato RAW deve essere convertito
in un formato universale (jpg o tif) prima di poter
essere lavorato in Potoshop ed utilizzato. Questo passaggio,
che sembrerebbe aumentare i tempi delle lavorazioni,
può essere facilmente automatizzato, operando
con un batch.
Nella maggioranza dei casi i file della medesima sessione
di ripresa condividono le stesse impostazioni di base:
una volta stabiliti i parametri più idonei per
la conversione, si può affidare tutto il compito
al software, che lavorerà autonomamente in "background".
Ad automatizzazione "batch" ultimata sarà
sempre possibile rielaborare le singole immagini che
eventualmente avessero bisogno di impostazioni differenti
riaprendo in Nikon Capture
i corrispondenti originali file NEF.
La possibilità di cambiare a posteriori molte
impostazioni è certamente interessante, ma non
è l'unica ragione per preferire questo formato
di lavoro: infatti il risultato derivato da un file
RAW convertito con Nikon Capture
è superiore a qualunque JPG o TIF prodotto direttamente
dalla fotocamera sia per gamma dinamica sia per nitidezza.
Il formato NEF, per esempio, è l'unico
che permette di ottenere un file TIF a 16 bit, che ha
un numero di sfumature molto superiore a quelle presenti
in un file a 8 bit. Una volta aperto in una applicazione
di fotoritocco, come Photoshop CS, consente maggiori
margini di correzione del colore, dei livelli e del
contrasto, garantendo il mantenimento di un numero più
elevato di dettagli.
Al termine del processo di elaborazione si potrà
procedere poi alla conversione del file a 8 bit, profondità
colore normalmente gestita nei processi di stampa ma
anche di visualizzazione monitor e web.
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