Quando una fondazione di origine bancaria dà vita a un percorso virtuoso. Con il progetto Fondazione Fotografia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha avviato una serie di acquisizioni nell'ambito della fotografia contemporanea - oltre che del video d'autore e del cinema d'artista - per dar vita a una collezione permanente con una sezione italiana e una sezione internazionale strutturata per aree geografiche che danno conto delle ricerche artistiche nel campo dell'immagine degli ultimi decenni.
Nobuyoshi Araki, Flowers, cibachrome, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Alle acquisizioni progressive corrisponde un programma di esposizioni che illustra, negli spazi dell'ex ospedale Sant'Agostino di Modena, lo stato dell'arte della Collezione di fotografia, con una serie di attività correlate come incontri, seminari-lezioni, rassegne cinematografiche, visite guidate. Lo scorso inverno, per esempio, la mostra Asian Dub Photography ha presentato la prima sezione della Collezione, dedicata all'arte dell'Estremo Oriente (tra gli autori presenti: Nobuyoshi Araki, Daido Moriyama, Hiroshi Sugimoto, Kimsooja, Rirkrit Tiravanija).
Hiroshi Sugimoto, Gorilla 139, 1994, dalla serie “Dioramas”, stampa alla gelatina d'argento,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Quest'anno, la mostra Uno. Basilico, Fontana, Ghirri, Jodice, Vaccari ha presentato - tra marzo e maggio - il primo nucleo di acquisizioni della collezione di fotografia italiana contemporanea; e la mostra Due. Andreoni, Campigotto, Ferrero Merlino, Pirito Rivetti, Thorimbert - tra settembre e novembre, sempre nel polo culturale di Sant'Agostino - il secondo gruppo di opere di alcuni tra i più interessanti artisti italiani operanti nel campo dell'immagine. Il 13 dicembre si apre Storia Memoria Identità: fotografia contemporanea dall'Est Europa, ampia rassegna dedicata ai protagonisti della scena artistica contemporanea dell'Est Europa, oltre 150 opere di 29 artisti provenienti da 18 paesi, dalla Slovenia alla Russia (in mostra fino al 14 marzo 2010).
Anastasia Khoroshilova, Russian #47, 2007, c-print, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
A Filippo Maggia, chief curator di Fondazione Fotografia e curatore della collezione, Sguardi ha chiesto di raccontare questa incoraggiante alleanza.
Com'è nato l'intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena?
La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha dato vita a una collezione di fotografia contemporanea a partire dal 2007, con l'obiettivo di arricchire l'offerta espositiva e culturale del territorio e di valorizzare la tradizione espressa in queste terre in ambito fotografico, sia in termini di autori, che a Modena e dintorni si sono formati e hanno lavorato, sia di eventi espositivi, con un esempio in particolare: la rassegna Modena per la Fotografia. Le raccolte troveranno definitiva collocazione all'interno dell'ex ospedale Sant'Agostino di Modena, un immobile settecentesco di grande pregio, che la Fondazione ha acquisito con l'intenzione di restaurarlo e di trasformarlo in un nuovo polo culturale, nel quale, oltre a un centro per la fotografia e l'immagine, troveranno posto altre importanti istituzioni culturali, come la Biblioteca Estense.
Aleksander Petlura, The Empire of Things 14A, 2000, c-print,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Come sta prendendo forma la collezione e in che modo è fruibile dal pubblico? Quale idea di fotografia sostiene le sue scelte di curatore?
Accanto a nomi affermati cerchiamo ogni anno di scegliere alcuni fra i giovani che per l'originalità e lo spessore della loro indagine artistica ci sembrano meritevoli di essere non solo acquisiti per la collezione ma soprattutto promossi in ambito internazionale. Come lo scorso anno, ad esempio con le giapponesi Maiko Haruki o Rika Noguchi, anche ora abbiamo puntato su alcuni emergenti: il lituano Gintaras Didžiapetris e la georgiana Marika Asatiani, o la giovanissima polacca Karolina Raczynska. Credo che oggi come mai la fotografia abbia una grande responsabilità, quella di educare, attraverso uno sguardo attento e cosciente sulla realtà, il pubblico, indipendentemente dall'approccio scelto, sia esso più o meno artistico o commerciale. In un mondo dominato dal linguaggio delle immagini è evidente quanto un corretto e consapevole utilizzo di questo codice possa suggestionare, per non dire condizionare, altri ben più importanti e decisivi passaggi che hanno quotidianamente a che fare con la vita di noi tutti. Una fotografia dunque capace anzitutto di riflettere su se stessa e sui propri contenuti, capace di raccontare e di immaginare, di offrire spunti e porre domande più che dare soluzioni.
Iosif Kiraly, Reconstruction, Mogosoaia, Lenin and Groza, 2A, 2006, digital c-print,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Siamo in epoca di celebrazione del ventennale della caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), e anche quello che è annunciato come l'evento di punta del programma espositivo 2009-2010 di Fondazione Fotografia - Storia Memoria Identità: fotografia contemporanea dall'Est Europa - vi fa riferimento perché tutto quel processo nasce in qualche modo lì. Com'è articolata l'esposizione?
Per quanto in larga parte orientata su precisi argomenti, trattandosi di una raccolta di opere per una collezione più che di un percorso espositivo vero e proprio, si tratta di una presentazione, che comunque offre una visione abbastanza completa dell'attuale scena artistica in quell'area del mondo, senza dubbio una fra le più vivaci e autentiche. Abbiamo cercato di rispettare anzitutto le specifiche necessità di ogni artista al fine di proporre al meglio le opere, in un'alternanza di installazioni, slide show, video e film oltre che, ovviamente, fotografie in formati assai differenti fra loro. Difficile operare una scelta fra così tanti artisti di sicuro livello, ma fra le opere più significative vorrei segnalare l'attualissima performance di Maja Bajevic, i nostalgici lavori di Andreas Fogarasi e Swetlana Heger, l'inquietante gioco inventato da Zbigniew Libera, la forte immagine di Adrian Paci come i video dolorosi di Milica Tomić, oltre naturalmente alle fotografie melanconiche e purissime di Július Koller.
Luca Campigotto, Angkor, Cambogia, 2006, stampa ai pigmenti puri,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Dopo l'Estremo Oriente e la costellazione in cerca di identità della cosiddetta Europa dell'Est, quale sarà la prossima geografia della collezione?
Attualmente stiamo esplorando il Medio Oriente e l'Africa, due bacini estremamente interessanti per il valore che la fotografia ha da anni assunto come documento di trasmissione di testimonianze oltre che di esperienze. Palestina, Israele, Libano, ma anche Siria e Iran si stanno rivelando Paesi generosi e con vicende tutte da scoprire (archivi privati ad esempio), Paesi in cui la fotografia è oggi in grado di mostrare molte più contraddizioni, e verità, di quanto altri mezzi di comunicazione riescono a fare. In Africa emergono le tre aree tradizionalmente più feconde: il Maghreb, i Paesi del Golfo del Leone e il Sudafrica.
Chiara Pirito, Expectation 2, 2009, dalla serie “Bubbles”, stampa lambda,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Parlando della collezione italiana, finora vi sono stati due nuclei di acquisizioni che hanno dato vita anche a due esposizioni. Come si è orientato nella scelta tra autori affermati, talenti emergenti, fotografi middle career?
Contestualmente alla collezione internazionale è stata avviata una collezione italiana di cui già sono stati effettuati due importanti "blocchi" di acquisizioni, uno dedicato ad alcuni maestri e il secondo invece a giovani emergenti. Sono così entrati in collezione Gabriele Basilico, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e Franco Vaccari, presto raggiunti dai più giovani Luca Campigotto, Luca Andreoni, Toni Thorimbert e dai giovanissimi vincitori del bando Special Italia 2008 (che ogni anno elegge 3 giovani artisti di cui vengono prodotte e acquisite le opere) Gianni Ferrero Merlino, Chiara Pirito e Francesca Rivetti. Nel corso del 2010 avremo altre due puntate dedicate alla fotografia italiana, con autori come Paola De Pietri, Pino Musi, Carmelo Nicosia e Francesco Jodice, a loro volta affiancati dai vincitori di Special Italia 2009, e nell'autunno Guido Guidi, Walter Niedermayr, Vittore Fossati e Olivo Barbieri.
Luca Andreoni, Crepacci 143, 2008, dalla serie “Non si fa in tempo ad avere paura”, c-print,
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Quale peso rivestono la formazione e la didattica nel progetto Fondazione Fotografia?
La formazione e la didattica costituiscono il fine ultimo del progetto Fondazione Fotografia. L'obiettivo è infatti quello di realizzare, nell'arco di un paio d'anni, un corso Master internazionale di alto livello, capace di esprimere valori e professionalità di eccellenza. A tal fine avviamo, dal 2010, un propedeutico programma di workshop con alcuni protagonisti della scena internazionale come l'inglese Sarah Jones, i rumeni Călin Dan e Iosif Király che si riuniscono dopo oltre un decennio nel gruppo subREAL, la videoartista serba Milica Tomić, oltre al nostro Gabriele Basilico e la teorica e critica austriaca Christine Frisinghelli.