"Esiste forse uno sguardo femminile
nella fotografia? Le donne fotografe vedono diversamente
dai loro colleghi uomini? Cosa ci viene in mente quando
sappiamo che la foto che osserviamo è di una fotografa?".
Con queste premesse, Elisabeth Bronfen ci introduce nell'universo
femminile del libro "Donne viste dalle donne"
edito in Italia da Contrasto.
Una raccolta di immagini dagli
albori della fotografia ai nostri giorni, tutte rigorosamente
realizzate da fotografe, il cui soggetto
è la donna.
Un racconto tutto al femminile quindi, che si snoda nell'arco
di cento anni, a partire dal XIX secolo con le immagini
di due grandi fotografe, Clementina Lady Harwarden e Julia
Margaret Cameron, attraverso Lotte Jacobi, Germaine Krull,
Dorothea Lange, Gisèle Freund, Dora Maar, fino ad
Annie Leibovitz, Ellen von Unwerth ed Inez van Lamsweerde.
Autoritratti, ritratti di fotografe a fotografe, figlie,
madri: Virginia Woolf, Lotte Lenya, Greta Garbo, Martha
Graham, Nora Joyce, la Callas, Romy Schneider, Hillary Clinton
e molte altre.
I temi affrontati sono quelli
della realtà sociale, della famiglia, dell'identità
personale, del proprio corpo, della realtà virtuale
vista attraverso i decenni, le mode, l'obiettivo dell'arte,
della letteratura, della danza e dello show business. Uno
strumento unico per la storia
della fotografia e insieme delle donne.
Dall'Africa
Ryszard Kapuscinski
Bruno Mondatori - 16,90 Euro
Ryszard Kapuscinski è ritenuto uno dei più
grandi reporter viventi. Reporter, perché –
nel suo mestiere di inviato
e corrispondente dall'Africa
dell'agenzia di stato polacca – ha fatto del reportage
(scritto) un genere con dignità quasi letteraria.
Pochi sapevano che Kapuscinski, nei quarant'anni
passati in Africa, ha sempre
portato con sé la macchina fotografica, scattando
"qualche migliaio di foto", come racconta lui
stesso, "molte delle quali sono andate distrutte a
causa delle micidiali condizioni climatiche, oppure mi sono
state confiscate nei vari fronti e confini delle interminabili
guerre africane".
Ma nel complesso è riuscito a "mettere assieme
un discreto archivio"
che è alla base della selezione raccolta meritoriamente
in "Dall'Africa". Da cui, oltre alle immagini
qui accanto, traiamo due riflessioni
stimolanti.
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Sul punto di vista giornalista e/o
fotografo: "Non sono capace di raccogliere materiale
per un servizio di stampa o per un reportage, e nel tempo
stesso fotografare; non riesco a fare insieme il giornalista
e il fotografo. Per me si tratta di due attività
completamente separate, l'una esclude l'altra. Perciò,
come giornalista guardo il mondo in modo completamente diverso
dal fotografo, cerco altre cose, mi concentro su problemi
d'altro genere.
Quando, in veste di giornalista, raccolgo materiale per
una corrispondenza e parlo con il capo di un clan, sono
interessato alle sue opinioni, alle sue impressioni, ai
suoi pensieri. Se invece vado a trovarlo in veste di fotoreporter,
sono interessato a tutt'altro: alla forma della sua testa,
ai tratti del suo volto, all'espressione degli occhi, alla
sporgenza delle labbra".
E sulla rappresentazione fotografica:
"La fotografia è per sua natura un po' sentimentale,
in quanto una foto può fissare solo un breve attimo,
di solito una frazione di secondo; per cui, guardandola,
sappiamo che l'attimo rappresentato è trascorso:
stiamo guardando un passato che non esiste più.
Ogni immagine è quindi un ricordo, e niente più
della fotografia ci dimostra la fragilità del tempo,
la sua natura labile fuggevole. Ogni volta che apro l'apparecchio
fotografico, provo la gioia di afferrare l'attimo fuggente
e, nel tempo stesso, la tristezza che di questa cattura
non mi resterà in mano che un pezzo di carta colorata".
Un incerto stato di grazia
Sebastião Salgado
Contrasto
156 pagine, 110 fotografie in b/n - 49,00 Euro
"Queste fotografie continueranno a vivere ben oltre
i loro soggetti e l'autore, poiché attestano la nuda
verità e l'occulto splendore del mondo. La macchina
fotografica di Salgado si sposta nell'oscurità violenta,
cerca la luce, l'insegue furtivamente.
La luce scende dal cielo o scaturisce dentro di noi? L'istante
della luce intrappolata, quello splendore, nelle fotografie
ci rivela ciò che non è visto, ciò
che è stato visto ma è passato inosservato:
una presenza non percepita, una poderosa assenza. Ci mostrano
che, nascosti nel dolore della vita e nella tragedia della
morte, vi sono una possente magia e un luminoso mistero
in grado di redimere l'avventura umana nel mondo."
(Edoardo Galeano)
Le splendide foto, i profondi reportage che hanno consacrato
Salgado come il più importante fotogiornalista
dei nostri anni, sono racchiusi in questo classico
mai pubblicato prima in Italia, Un incerto stato di grazia,
che esce ora in tutte le librerie, edito da Contrasto, accompagnato
da testi di Edoardo Galeano e Fred Ritchin.
Da una miniera del Brasile
dove 50mila uomini, coperti di fango, trascinano pesanti
sporte di terra e fanghiglia su e giù per sentieri
scoscesi in cerca di qualche rara pepita d'oro, fino al
bacino di quello che un tempo era un lago
dell'Africa occidentale, ora completamente inghiottito dal
deserto che avanza, dove donne e uomini distrutti dalla
fame camminano sulla superficie ormai di sabbia: Sebastião
Salgado indaga l'esistenza di gente normalmente ignorata
e racconta la loro vita con il suo sguardo critico e con
la sua profonda sensibilità umana.
Note biografiche
Sebastião Salgado, nato in Brasile
nel 1944, comincia la sua carriera da economista prima di
dedicarsi, nel 1973, alla fotografia.
Da fotogiornalista, Salgado segue i più importanti
avvenimenti giornalistici del
mondo – l'attentato dal presidente Reagan, la guerra
in Angola e nel Sahara Spagnolo, la presa degli ostaggi
israeliani a Entebbe – portando avanti, contemporaneamente,
un lavoro più personale
di documentazione fotografica. Nascono così i volumi
Autres Amériques (1984) e Sahel: L'homme en déstresse
(1986).
Nel 1975 entra a far parte dell'agenzia Gamma e nel 1979
diventa membro di Magnum Photos,
che lascia dopo qualche anno per dare vita, insieme alla
moglie Lélia Wanick Salgado, a una struttura autonoma,
Amazonas Images.
La sua consacrazione internazionale avviene nel 1993, con
la mostra ed il libro (edito in Italia da Contrasto) La
mano dell'uomo: una ricognizione puntuale che indaga
e celebra il lavoro manuale ancora esistente alla fine del
secondo millennio.
Nel 2000, dopo sette anni di reportage in tutto il mondo,
nasce una nuova mostra e un nuovo libro (edito anche questo
da Contrasto): In Cammino,
dedicato ai movimenti migratori nel mondo. Salgado privilegia
i temi sociali, documentati
con un bianco e nero possente,
ed ha saputo reinventare il lavoro del fotoreporter, portandolo
a un livello di impegno etico
ed estetico straordinario. È considerato uno dei
più grandi fotografi dei nostri tempi.
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