Quando la fotografia incontra la letteratura e può (aspira a) farsi poesia. Capita con Ewa Monika Zebrowski, canadese, che ha scoperto la propria vocazione di "artista-fotografa", seguendo i paesaggi, le visioni, le descrizioni, le parole di tre poeti legati da affinità elettive, stima reciproca e strette rispondenze tematiche: i celebrati Iosif Brodskij (Nobel per la letteratura nel 1989, nato in Russia, vissuto in esilio negli Stati Uniti per quasi trent'anni, la cui opera ispira l'autrice – che ne americanizza il nome in Joseph Brodsky – nei suoi viaggi veneziani) e Robert Frost (americano, di cui l'autrice ripercorre il sentiero che porta alla sua casa di legno nel Vermont, luogo eletto dedicato alla meditazione e alla scrittura) e il canadese Mark Strand, che ha scritto su Brodskij. E ha cercato, sta ancora cercando, di tradurre l'universo dei tre poeti in una narrazione visiva: immagini e parole messe assieme in piccoli libri, curati direttamente dall'autrice, che propongono al lettore esperienze visive intime.
Remembering Brodsky © Ewa Monika Zebrowski
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Abbiamo intervistato la Zebrowski in occasione della serata che (nell'ambito delle iniziative della V Biennale Orizzonte Quebec, organizzata dall'Agenzia culturale del Quebec in Italia) la vedrà protagonista il 27 novembre presso la Galleria Grazia Neri di Milano.
Durante la serata verranno presentati il work in progress The circle of three poets e i lavori finora portati a termine (Poetry in the Landscape: The Robert Frost Trail e Remembering Brodsky) assieme ad alcune stampe e i libri a tiratura limitata, che la fotografa ha realizzato per ciascun progetto, destinati al mercato del collezionismo. La serata costituisce una sorta di anteprima alla mostra che verrà allestita sempre presso la Galleria Grazia Neri nella primavera 2007.
Come definirebbe il suo stile fotografico?
Mi piace pensare al mio lavoro come a una narrazione.
Lei è arrivata alla fotografia abbastanza tardi. Prima si è occupata di insegnamento e di cinema. Cosa l'ha aiutata a trovare la sua modalità espressiva?
Mi interesso di fotografia dal 1975, quando ho ricevuto in regalo una Minolta SLR-101. Nel 1997 ho deciso di focalizzare tutte le mie energie verso l'immagine visuale e così sono tornata a studiare all'università e ho preso prima una laurea in fotografia e poi un master in Arti visive. Questo periodo mi ha permesso di iniziare a sviluppare più a fondo il mio linguaggio fotografico.
The Robert Frost Trail © Ewa Monika Zebrowski
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Cosa cerca di esprimere attraverso le sue immagini? Qual è, nel suo lavoro, il legame tra immagini e parole?
Dal 1997 il mio interesse si è spostato dal mondo della fotografia documentaria al regno delle immagini narrative; più personale, e perciò, più ambiguo. Nei miei ultimi progetti ho voluto creare delle narrazioni aperte, viaggi visivi, lasciati alla decifrazione e lettura di chi li guarda. Le mie immagini esprimono le mie emozioni sul tempo che scorre, su identità e memoria.
Qual è, nel suo lavoro, il rapporto tra immagini e parole?
Le parole mi aiutano a focalizzare meglio, e nella maggior parte dei casi, a migliorare l'editing. Mi faccio ispirare e orientare dalla parola scritta, sia essa prosa o poesia. Mi sento sfidata a esplorare la relazione tra linguaggio e immagine. Le parole, la poesia, la letteratura mi ispirano spesso e mi forniscono dei forti punti di partenza. Mi piace rispondere alla parola scritta con immagini, creare un dialogo tra la parola e l'immagine. Io stessa amo scrivere e scrivo sempre la frase di un artista per me stessa mentre lavoro su un progetto. Questo mi aiuta a chiarire il mio pensiero, il mio punto di vista. Mi piace inserire parole nelle mie mostre. Leggere nutre continuamente la mia pratica artistica. Nel mio lavoro c'è un dialogo interiore, un intreccio tra linguaggio e immagine. Ho sempre ritenuto che l'immagine potesse dar corpo alla parola scritta e viceversa. La narrazione implica sempre qualcosa di personale, una voce che racconta una storia. Questo approccio permette a chi guarda e legge di accedere all'opera in un modo più diretto, meno didattico, e di nutrire la fantasia.
Remembering Brodsky © Ewa Monika Zebrowski
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Il suo lavoro fotografico è spesso ispirato dalla letteratura. In cosa consiste il suo progetto "Un Circolo di Poeti"?
"Un Circolo di Poeti" è una serie di libri a tiratura limitata su alcuni artisti. Il titolo riflette le relazioni che esistono tra i poeti Joseph Brodsky, Robert Frost e Mark Strand; il loro legame con i luoghi e tra di essi. In questi ultimi anni, la loro poesia ha influenzato il mio modo di guardare e ha sostenuto la mia ispirazione. "Remembering Brodsky" e "Poetry in the Landscape/The Robert Frost Trail" sono i due primi lavori della trilogia dedicata ai tre poeti, le cui vite erano legate nell'immaginario e nello spirito. Il loro lavoro ha una risonanza in me e sollecita la mia immaginazione. Traduco le loro parole scritte in immagini, rappresentazioni di stati d'animo: vicoli veneziani, sentieri del New England, paesaggi tipo Hopper. Per ciascuno ho creato dei piccoli libri che contengono le mie immagini, intime, e testi integrali. I miei libri sono, allo stesso tempo, degli omaggi a ciascuno di essi. Interpreto le loro parole e aggiungo un contesto visivo, creando così un'altra dimensione alla loro poesia. Le loro parole mi portano a esplorare un paesaggio insieme interiore ed esteriore, dato che il mio lavoro riflette il senso di un luogo e del passare del tempo, un processo che si nutre del loro lavoro.
The Robert Frost Trail © Ewa Monika Zebrowski
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La fotografia può dunque essere poetica?
Avrei bisogno di scrivere un saggio intero per rispondere appropriatamente a questa domanda. Per me la fotografia è poesia. È qualcosa che ha a che vedere con la cattura di un momento, un secondo che vediamo ma anche che corrisponde a qualcosa che è nel nostro cuore, nel nostro inconscio. Perché questo momento e non un altro? C'è un mistero nella fotografia che la innalza ad arte. Come diceva il mio amico fotografo Sam Abell, "una fotografia presenta se stessa".
Perché, sempre, il bianco e nero?
Non lavoro sempre in bianco e nero. Dipende dal soggetto. Il progetto su Mark Strand è a colori, se si vuole una tavolozza di colori monocromatici, ma a colori. Per Strand ho scelto il colore perché lui è ancora vivo, mentre nei miei libri su Brodsky e Frost ho usato il bianco e nero. Ora sto lavorando a un progetto che riguarda Venezia e sto fotografando a colori. Ripeto, per me dipende sempre dal soggetto.
Remembering Brodsky © Ewa Monika Zebrowski
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Lei ha già lavorato e continua a lavorare su Venezia, un soggetto molto sfruttato da un punto di vista fotografico. Qual è il suo punto di vista, come la fotografa, cos'è che la interessa in particolare di Venezia?
Sono commossa da Venezia, dalla sua storia, arte, architettura, bellezza, fragilità. La luce è sempre speciale a Venezia e c'è sempre un'aria di malinconia. Mi affascina perché ci sono così tanti strati da vedere, capire, scoprire. Il mio ultimo progetto, Vedute di Venezia, è un libro artistico a tiratura limitata, reminiscenza dei libri di cartoline degli anni '50. Le immagini e i testi (di Theodore Rabb, uno storico di Princeton) sottolineano la precaria situazione ambientale in cui questa città dell'acqua sta oggi vivendo.
The Robert Frost Trail © Ewa Monika Zebrowski
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Chi è
Ewa Monika Zebrowski è nata a Londra. Dopo una breve carriera come insegnante si è rivolta verso l'industria cinematografica, dove ha lavorato per molti anni, sia in ambito di produzione che di marketing. Laureata in arti visive presso l'UQAMe diplomatasi in fotografia alla Université Concordia, ha ottenuto diverse borse di studio che le hanno permesso di concretizzare molti progetti nel corso della sua carriera artistica. Le sue opere sono state esposte in sette personali, due delle quali nell'ambito del «Mois de la Photo» a Montréal (1999 e 2001). Vive a Montréal e fra i suoi committenti figurano personalità ed istituzioni come Cirque du Soleil, Ville de Montréal, XYZ Éditeur, McClelland & Stewart, Elle Québec e Châtelaine.
www.ewazebrowski.com
Remembering Brodsky © Ewa Monika Zebrowski
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The Robert Frost Trail © Ewa Monika Zebrowski
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