Per un intero mese - marzo, il più
"femminile" del calendario - il "cinema
più grande d'Italia" (l'UGC
Ciné Cité Parco Leonardo di Roma)
avrebbe dovuto ospitare la rassegna "Impronte
femminili": mostre, concerti e performance
teatrali con protagoniste donne, per celebrare il
mese "femminile"
per antonomasia. Poi, per diversi motivi, la rassegna
è saltata; Sguardi
la ospita in maniera virtuale, presentando alcune
immagini delle mostre
previste e dando la parola all'organizzazione che
l'ha curata - Stracantieri Eventi
- che di seguito la presenta.
Grazia Menna - "No BIRR, your LIFE"
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Impronte femminili è
uno squarcio sul mondo delle donne
osservato da prospettive e con sentimenti totalmente
diversi. Una rassegna "virtuale" tutta al
femminile come è "al femminile" l'organizzazione
che l'ha curata: Stracantiere
Eventi. Forse perché siamo a marzo -
il mese "femminile"
per antonomasia - forse perché il mondo delle
donne è un universo
tutto da scoprire e pieno di mille sfaccettature;
sicuramente con la volontà di affrontare il
tema della donna dal
punto di vista dell'espressione artistica, per dar
voce a quello che, da sempre, le donne dicono e possono
dire. Cinque artiste
e cinque mostre, quindi,
unite da un denominatore comune chiamato "creatività".
Grazia Menna - "No BIRR, your LIFE"
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La mostra "No BIRR, your
LIFE" di Grazia Menna
è un viaggio nell'Etiopia
di oggi e racconta ancora di una nazione dove sopravvivono
usanze di pittura corporale
come espressione artistica, di scarificazioni
e deturpazione del corpo per essere più attraenti.
25 immagini, tutte dotate di un potere comunicativo
in bilico tra il reportage
e l'astrazione. Di ogni
persona, di ogni volto, l'autrice cattura un frammento,
ne isola un dettaglio con inquadrature realizzate
con il classico 50mm.
Di altro stampo la mostra "Femminile
singolare" della fotografa Sara
Di Guida, un riassunto in tre parole del
concetto di femminilità: "donna"
(vissuta nel rapporto con il suo corpo, un corpo che
diventa una vetrina, un fondale, un supporto), "colore"
(la sua fissazione, un percorso che passa da immagini
in bianconero a colori forti, dominanti, ma soprattutto
vitali), "autoritratto"
(inusuale, uno scambio tra l'immagine dell'artista
e gli oggetti che la circondano - calzini, dadi, fiori
- suo motivo di ispirazione).
Sara Di Guida - "Femminile singolare"
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Valentina Cinelli con la sua "Saha
Matà - Il re è morto", ci
porta, invece, nel gioco degli scacchi
con immagini fotografiche più sperimentali.
16 scatti, come i 16
pezzi utilizzati per
giocare sopra scacchiera, la mostra sviluppa un percorso
visivo, al limite dell'onirico fra i vari "protagonisti"
del gioco. Estraniandosi dal bianco e nero classico
del mondo "scacchistico" la mostra si tuffa
in panoramiche e fughe
prospettiche estreme, dettagli
ravvicinati a volte evanescenti e quasi di matrice
simbolista, sovrapposizioni, sfocature e un uso virato
del colore.
Le mostre "Passi di donna"
di Gaia Giugni e "Sogno
o son desto" di Alessandra Forte
e Flavia Sorrentino, ci conducono,
infine, nel mondo dell'illustrazione. "Passi
di donna" rappresenta non solo la donna
nella sua esteriorità, ma soprattutto i suoi
moti interni, un insieme di colori e movimenti che
si mescolano con ironia, drammi, desideri e sensazioni.
Una bottiglia in balia del mare, la cruna di un ago,
le radici di un albero: il tema della donna prende
volutamente distanza dalla sua collocazione sociale
e fisica. "Sogno o son
desto?" illustrazioni imprevedibili, diverse
e visionarie in cui tutto diventa il contrario di
tutto e dove gli occhi si confondono e le immagini
arrivano lontano.
www.stracantiere.com
Valentina Cinelli - "Saha Matà -
Il re è morto" |