Il Padiglione d'Arte Contemporanea
di Palazzo Massari a Ferrara
ospita fino al 14 maggio Passaggi
a Sud Est– sguardi di artiste tra storie, memorie,
attraversamenti, a cura di Emanuela
De Cecco. L'esposizione, che costituisce
la XII edizione della
Biennale Donna organizzata
dal 1984 dall'UDI (Unione Donne
in Italia) di Ferrara, propone un confronto
tra i lavori di otto
artiste internazionali – Tacita Dean,
Gülsün Karamustafa, Daniela
Kostova, Laura Matei, Margherita
Morgantin, Ulrike Ottinger,
Joanna Rajkowska e Nasrin
Tabatabai – che, da punti di vista
diversi, nella loro ricerca hanno rivolto la loro
attenzione all'Europa dell'Est.
Laura Matei, Nadia Comaneci
trave d'equilibrio
Appoggio ritto rovesciato, 2004. Fotografia,
180 x 120 cm.
|
Il titolo prende esplicitamente spunto
da uno dei lavori in mostra, il film Passaggio
a Sud Est della filmaker tedesca Ulrike
Ottinger (resoconto di un viaggio via terra
dalla Polonia a Istanbul), dando visibilità
ad un'Europa meno nota,
dove i segni lasciati dalla storia e dalla vita di
oggi mostrano quante e quanto significative siano
le relazioni con il confinante
mondo asiatico. Alcune delle artiste provengono e
tuttora vivono nell'Europa dell'Est (Polonia,
Turchia) altre si sono
spostate per vivere e lavorare altrove (dalla Bulgaria
agli Stati Uniti, dalla
Romania all'Italia),
altre ancora hanno attraversato l'area in questione
in prima persona (dall'Italia,
dall'Inghilterra), mentre
alcune hanno prestato il proprio sguardo alle narrazioni
altrui (dall'Iran a Istanbul).
Attenzione ad un'area geografica
e volontà di indagare le diverse modalità
di interpretare la dimensione
del viaggio e lo sguardo che da questa dimensione
prende corpo. Per molte delle artiste coinvolte, lo
spostarsi costituisce una condizione
ricorrente, in alcuni casi necessaria, alla
realizzazione del lavoro: è proprio l'accostamento
di questa pluralità di
sguardi – da dentro e da fuori, da vicino
e da lontano – che costituisce il centro
della mostra. Con l'uso prevalente di linguaggi
della riproduzione contemporanea, come video e fotografie,
Passaggi a Sud Est intende
scartare l'idea di una mostra "panoramica"
e si propone come una campionatura, un insieme di
esempi e di possibilità.
l Tacita Dean, Czech Photos,
19912002, 326 fotografie in bianco e nero
(7,7 x 10,7 cm cad), scatola di legno, courtesy
Frith Street Gallery, Londra;
Marian Goodman Gallery, NY, Parigi |
Chi sono
Tacita Dean (Canterbury, Inghilterra,
1965, vive a Berlino) ha come tema centrale del suo
lavoro il viaggio, sia in senso letterale che come
metafora del processo creativo e della condizione
esistenziale. La Dean è nota principalmente
per i suoi film e spesso i suoi lavori traggono origine
da eventi realmente accaduti, fatti storici e accadimenti
personali. In Passaggi a Sud Est è
esposto la serie delle Czech Photos (2002),
326 fotografie in bianco e nero realizzate durante
un suo viaggio a Praga nel 1991 e stampate in un piccolo
formato, coglie la città in un momento di transizione
tra il crollo del regime comunista e l'avvio della
fase successiva. Con uno sguardo poetico e capace
di restituire la condizione di sospensione di quel
momento, Tacita Dean ha scattato queste foto da studentessa
e le ha trasformate in un lavoro a dieci anni di distanza.
Gülsün Karamustafa (Ankara,
1946 vive a Istanbul) considera la sua città
come una importante fonte di ispirazione per i suoi
lavori – video, fotografie, installazioni –
che, di volta in volta, prendono forma animati da
uno sguardo appassionato, partecipe – a volte
ironico – sempre lucido nel cogliere aspetti
significativi e capaci di mettere in crisi pregiudizi
e stereotipi. Artista attenta a cogliere i cambiamenti
di questi anni e interessata a mantenere un confronto
attivo tra la tradizione popolare e il kitsch contemporaneo,
Karamustafa è una "narratrice" che
nel video Tailor Made (2005) riporta una
particolare sfilata di moda, dove le modelle sono
danzatrici del ventre che rivendicano il diritto ad
ottenere un trattamento di lavoro regolare.
Daniela Kostova (Sofia, Bulgaria,
1974) sviluppa la sua ricerca attraverso l'uso di
diversi linguaggi, dal video, all'installazione, alla
performance. Interessata ad agire negli spazi pubblici
e a coinvolgere persone incontrate casualmente. L'artista
ha individuato un elemento che la sta accompagnando
nella realizzazione di diversi lavori, uno schermo
riflettente blu che funziona come un dispositivo atto
ad innescare un'azione. Nell'opera in mostra, Made
In (2004/2005), Kostova mette a confronto il
suo sguardo sulla sua città di origine con
quello di un'artista amica tuttora residente a Sofia.
Ne emergono due punti di vista diversi tra chi allontanandosi
ha acquisito un'altra prospettiva e chi è rimasto
a casa.
l Tacita Dean, Czech Photos,
19912002, 326 fotografie in bianco e nero
(7,7 x 10,7 cm cad), scatola di legno, courtesy
Frith Street Gallery, Londra;
Marian Goodman Gallery, NY, Parigi |
Laura Matei (Bucarest, Romania,
1965 vive a Milano) come elemento ricorrente dei suoi
lavori ha l'uso di materiali fragili, pazientemente
assemblati a mano: in questi anni ha dato forma ad
un suo linguaggio intenzionalmente non spettacolare
e ancorato a tematiche di attualità. In mostra
a Ferrara un lavoro dedicato a Nadia Comaneci, nota
ginnasta rumena che stupì il mondo per la sua
perfezione. Sono quattro piccole statue, di pellicola
trasparente e cucite a mano contenute in scatole di
plexiglas, che raffigurano la famosa ginnasta in azione
e un lavoro fotografico che le ritrae in grande formato,
perdendo ulteriormente corporeità.
La ricerca espressiva di Margherita Morgantin
(Venezia, 1971, vive a Milano) si snoda tra video,
fotografia e disegni, ambientando i suoi lavori prevalentemente
in spazi esterni: luoghi interstiziali, territori
sconnessi, angoli di città irriconoscibili,
luoghi naturali ma dove è sempre presente la
traccia dell'intervento umano. In Passaggi a Sud
Est sarà proiettato un video inedito,
che trae ispirazione dalla sua recente permanenza
ad Istanbul e dal viaggio di ritorno in Italia, realizzato
via terra, passando per la Grecia e i Balcani.
Di Ulrike Ottinger (Costanza, Germania,
1942, vive a Berlino) sarà proiettato il film
Passaggio a Sud Est, accanto ad una serie
di quindici fotografie a colori tratte dal film. La
regista berlinese ha realizzato agli esordi della
sua carriera diversi film tra il fantastico e il surreale,
per poi sviluppare uno sguardo etnografico che l'ha
portata a realizzare numerosi documentari, girati
prevalentemente in regioni dell'Europa orientale e
dell'Asia, come dei diari di viaggio che esplorano
le vite dei migranti e delle cosiddette minoranze.
Il suo ultimo lavoro, Twelve Chairs (2003),
è stato presentato all'International Film Festival
di Berlino del 2004.
Joanna Rajkowska (Bydgoszcz, Polonia,
1968, vive a Varsavia) ha come punto focale della
sua ricerca artistica la costruzione di relazioni
con le persone, innescando dinamiche a partire dalle
quali prende il via un processo dove il pubblico da
spettatore diventa collaboratore e attore in prima
persona. In alcuni lavori l'artista ha letteralmente
utilizzato se stessa come punto di partenza: come
materiale, come veicolo, come strumento, come persona.
Greetings From Jerusalem Avenue (2002/2007)
è un intervento nello spazio pubblico, l'omonima
strada centrale di Varsavia, dove l'artista ha collocato
una palma artificiale. In mostra uno slide show –
realizzato per l'occasione – che racconta e
commenta le vicende legate alla realizzazione e alla
conservazione – in corso – di questo particolare
monumento.
Nasrin Tabatabai (Tehran, 1960 vive
a Rotterdam) usa diversi linguaggi, dal video alle
installazioni, perseguendo la propria ricerca anche
attraverso l'organizzazione di rassegne video e la
rivista Pages, realizzata con l'artista iraniano Babak
Afrassiab, un "contenitore bilingue" in
farsi e in inglese.
Uno dei punti di maggiore interesse della Tabatabai
è la capacità di indagare il senso dell'appartenenza
e le conseguenze della distanza dal proprio paese
di origine, così come le forme contemporanee
dello spazio pubblico e quanto questi elementi vadano
ad incidere sui comportamenti adottati nella vita
quotidiana, come dimostrano i due video in mostra:
Old House (1999) dove l'artista "presta"
il suo sguardo al proprietario di un negozio turco
di Rotterdam, accompagnandolo nella realizzazione
di un video da inviare a casa alla sua famiglia e
Passage, del 2005, dove la protagonista è
una donna, anche lei iraniana, che ha riconfigurato
come spazio delle proprie relazioni l'area di ingresso
di un supermercato.
Ulrike Ottinger, Passaggio a Sud Est, un viaggio
nei nuovi punti vuoti
della mappa europea, 2002, Film, DV-CAMDigibeta,
363'.
Ulrike Ottinger Filmproduction, Berlino |