Come un fantasma inquieto, James
Dean non ha mai smesso di abitare la nostra memoria.
A cinquant’anni dalla
sua morte, l’enigmatica stella di La
valle dell’Eden (1955), Gioventù
bruciata (1955) e Il gigante
(1956) resta un simbolo del mistero e dei tormenti dell’adolescenza:
un’immagine che la sua
morte tragica e improvvisa ha fissato per sempre nei nostri
ricordi. Dennis Stock, membro
della prestigiosa Magnum Photos,
conosce Dean nel gennaio del ’55 e comincia subito
a fotografarlo. Lo segue a Fairmount, la sua cittadina natale
nell’Indiana, a New York e infine a Hollywood e lo
immortala in indimenticabili ritratti,
registrando sia la sua dimensione visiva
pubblica, sia quella privata.
Nelle pose da star hollywoodiana, nelle intime scenette
di Fairmount, nelle classiche immagini lungo le strade piovose
di New York, Stock ci rivela
un James Dean del tutto inedito, capace anche di farsi ritrarre
per scherzo in una bara, inconsapevole del destino che lo
attenderà solo qualche mese più tardi. Le
foto leggendarie di questo
libro, scattate proprio all’inizio
della fulminea carriera dell’attore, nel 1955, sono
accompagnate da un lungo testo
di Dennis Stock, che come in un diario ricorda le brevi
e intense tappe della loro amicizia,
e da un’introduzione di Joe Hyams, biografo ufficiale
di James Dean. Testi e immagini offrono il ritratto
più intimo e definitivo di questo tormentato attore;
l’uomo vero dietro l’immortale leggenda.
Fotografie
Isabel Muñoz
Maschio nero in dettaglio da bocca
a petto con sudore
Serie MASA. Abidjan.
Costa de Marfìl. 1999 © Isabel Muñoz
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Maschio nero rannicchiato su se stesso a braccia incrociate
Serie MASA. Abidjan.
Costa de Marfìl. 1999 © Isabel Muñoz
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Due appuntamenti (a Milano,
dal 27 maggio al 30 Luglio 2005, ad Acireale
dal 10 settembre al 30 ottobre) con Isabel
Munoz, fotografa dell’agenzia VU’, rappresentata
da Grazia Neri
in esclusiva per l’Italia: Serie Surma
Etiopia (21 stampe al platino) e Retrospettiva
(30 stampe al platino). Come afferma Christian Caujolle,
direttore artistico dell’agenzia e della galleria
Vu’ di Parigi: “Isabel
Muñoz si interroga, in maniera ossessiva,
sul ruolo del corpo nelle nostre
società – e nella storia delle nostre società
– perché pensa, sa, che la sensualità,
il desiderio, il bisogno di piacere, sono – allo stesso
titolo del fascino del potere – i veri motori
di moltissime esistenze.
La sua scelta delle varie modalità in cui si presentano
i corpi, dallo spettacolo raffinato
allo sport, dalla lotta turca
alla corrida, dal balletto
contemporaneo alle pratiche rituali di una tribù
etiope, indica semplicemente la sua volontà di risalire
alle origini, a quel momento
in cui il corpo, non ancora assoggettato alle convenzioni
sociali, inventa dei linguaggi che ci parlano del desiderio
e della volontà d’amore e, contemporaneamente,
dell’impossibilità di raggiungere questo assoluto.
Isabel Muñoz ha saputo inventare una grammatica
visiva che identifica o rende leggibili queste questioni,
che percepiamo confusamente, ma che, generalmente, ci rifiutiamo
di vedere.
Dal rischio estetizzante alla
consapevolezza del mondo, che
è frutto della sua esperienza, dall’indagine
sulla situazione del corpo nello spazio
fino all’impegno contro lo sfruttamento
nel mondo contemporaneo, Isabel Muñoz affina il proprio
stile raffinato, lo declina,
lo impone, lo rivendica e dimostra, una volta ancora, che
quando si è trovata la forma
giusta, si è capaci di adattarla e di utilizzarla
nelle questioni che ci interessano, si può “parlare”
di qualunque cosa. Proprio perché è all’opera
una tensione tra etica ed estetica”.
Ouragan
Fotografie di Riccardo Scibetta
Teatro Garibaldi, Palermo, dal 20 al 29 maggio
© Riccardo Scibetta
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Il progetto Ouragan (con il quale Riccardo
Scibetta ha vinto l'edizione 2005 del Premio Yann
Geffroy, organizzato dall'Agenzia Grazia Neri) è
il racconto fotografico dell’esperimento
che ha visto coinvolti un gruppo di
ragazzi dell’Istituto
penale per minorenni di Palermo e di Mela e Simone,
due ragazzi che li hanno seguiti in questo progetto. L’esperimento,
supportato dall’associazione Euro, ha coinvolto i
ragazzi del carcere nel progetto e nella realizzazione di
uno spazio teatrale all’interno dell’Istituto
Penale. L’idea iniziale di realizzare lo spazio
teatrale è andata man mano ampliandosi: i
ragazzi sono stati infatti talmente coinvolti,
da arrivare a partecipare in prima persona anche allo sviluppo
di un vero e proprio Laboratorio teatrale,
e alla realizzazione del reportage fotografico che racconta
la loro esperienza, sentendosi per una volta i veri protagonisti
di una storia. Riccardo Scibetta è nato nel 1971
in provincia di Milano e attualmente risiede a Cammarata,
vicino ad Agrigento. Dopo la laurea in architettura,
si dedica alla fotografia.
Nel 1995 ha condotto una ricerca sul fotografo siciliano
Salvatore Traina. Dal 1998 sviluppa ricerche basate su manipolazioni
polaroid, dalle quali è nata la personale
fotografica “Palermo fuori di scena”.
Negli anni ha partecipato a vari concorsi nazionali, ottenendo
numerosi premi. Si occupa anche
di interior designer e manipolazioni materiche; ha realizzato
una scultura a grande scala a completamento del progetto
di qualificazione di uno spazio urbano della cittadina siciliana
di San Giovanni Gemini. Tra i suoi interessi principali,
oltre alla
fotografia, la pittura.
© Riccardo Scibetta |
© Riccardo Scibetta |
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