La stagione autunnale dell'artgalleria romana Nextdoor
si apre (dal 9 ottobre al 20 novembre) con cinque fotografie
in bianco e nero di due autori, Thomas Struth
e Garry Winogrand, che propongono due diverse
interpretazioni della Streetphotography,
la fotografia di strada.
GARRY WINOGRAND
Untitled, Woman skirt with hearts, 1970
Gelatin silver print, 34x28
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Da una parte c'è Struth e la sua
fotografia documentaristica dove la realtà viene
rappresentata in maniera diretta
e oggettiva grazie alla neutralità
dell'autore. Dall'altra c'è Winogrand
la cui concezione, pur sempre documentaristica, è
però estremamente personale,
soggettiva e spontanea
con un'attitudine ribelle prettamente anni '60.
GARRY WINOGRAND
Untitled, from Women are beautiful (girl in shot
skirt with hearts), 1970
Gelatin silver print
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Dall'accostamento di questi due autori emergono dunque
due modi diversi di indagare
la realtà della metropoli e della strada. Quello
che condividono è l'attrazione per luoghi
e situazioni in-between, spazi
vuoti, pause apparentemente insignificanti, le discontinuità
che si manifestano in mezzo alle frenesie del quotidiano
che in entrambi portano a una profonda riflessione sull'essenza
delle cose.
THOMAS STRUTH - Via Cardonet, Roma - Anni '80
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Per Winogrand il mondo della strada è
un palcoscenico, dove si svolge
la rappresentazione delle azioni sociali. L'uso ricorrente
del grandangolo gli permette
di realizzare immagini complesse e dense di dettagli anche
in situazioni ravvicinate e conferisce alle immagini, a
causa della distorsione ottica, un senso
di vertigine e turbolenza. Il carattere fluttuante
dato dagli spazi anonimi che si aprono nelle sue immagini
evidenzia la precarietà e l'alienazione dei passanti
che appaiono senza relazione tra loro, protagonisti
di storie che si incrociano e si scontrano ma restano isolate,
finiscono nel vuoto. Attraverso le sue immagini Winogrand
commenta in maniera ironica e sarcastica la vita contemporanea,
un mondo che in tutta la sua dinamicità ed esuberanza
è in realtà estremamente disarmonico. Questa
visione dell'urbanità
fa scaturire l'essenza e il carattere delle cose dai vuoti
che le circondano, gli spazi in-between.
THOMAS STRUTH - Viale Libia Piazza S.Emerenziana,
Roma - Anni '80
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Struth, che a prima vista sembra ereditare
l'estetica della Streetphotography, ne congela la spontaneità
e il coinvolgimento attraverso
il rigore del suo metodo oggettivo
e analitico. La sua è un'analisi a distanza
non tanto della vita della strada quanto del suo carattere,
dell'atmosfera creata dalle strutture
architettoniche circostanti. Se l'architettura in
Winogrand è una quinta per il teatro delle azioni
umane, Struth le assegna un ruolo
da protagonista. La strada diventa streetscape
per il suo carattere silenzioso e riflessivo più
vicino alla rappresentazione del paesaggio o della natura
morta. Il carattere anti-narrativo della composizione e
il distacco spettrale esasperano poi la tristezza anonima
di questi in-between places:
periferie, parcheggi davanti ad edifici insignificanti e
senza identità, contesti urbani degradati. L'attenzione
persistente di Struth per luoghi marginali
e l'assenza della presenza umana crea quell'atmosfera di
attesa e di vuoto,
quella suspense in-between
che è all'origine del fascino ipnotico che esercitano
le sue opere. È proprio il fascino nascosto
delle sue città abbandonate e sottratte al flusso
della vita quotidiana, che ci permette di sentire
finalmente la presenza e l'impatto delle cose.
THOMAS STRUTH - Vico dei Monti, Napoli - Anni '80
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