F. Bonfils - Scalata della Grande Piramide, 1880 ca.
- Stampa originale all'albumina, cm 28x21 - Collezione
Malandrini, Firenze |
L'idea di una mostra che racconti attraverso immagini che
cosa erano, un secolo e più
fa, i paesi del Mediterraneo, le loro città, le loro
genti, le loro coste e i loro porti e anche, con qualche
fotografia più recente, come tutto ciò si
sia trasformato nel tempo,
nasce da un incontro fortunato.
Da una parte lo straordinario patrimonio fotografico delle
Collezioni Alinari, dall'altra
la decisione dell'ANSA di trovare, con il progetto ANSAmed,
forme di comunicazione tempestive e affidabili tra i paesi
del Mediterraneo e tra loro e il resto del mondo, e infine,
a fare da ponte tra l'una cosa e l'altra, la sensibilità
per i problemi della regione
mediterranea dimostrata dal Senato della Repubblica e dal
suo Presidente e la sua volontà di interpretare l'interesse
che quest'area rappresenta oggi non solo per noi ma per
l'intera comunità internazionale.
Oltre 200 immagini, selezionate
al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, costituiscono
questa prestigiosa mostra fotografica, medium ideale per
svolgere visivamente un percorso
che consenta di mettere a fuoco e confrontare le molteplici
affinità, geografiche, storiche, culturali
e artistiche, comuni denominatori dei Paesi che si affacciano
sul bacino del Mediterraneo.
F. M. Good - Al-Kazneh ("Tesoro") nella
zona archeologica di Petra, 1860 ca.
Stampa originale all'albumina, cm 21x15,9 - Museo
di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, Firenze
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Il Mediterraneo a buona ragione può considerarsi
il centro più importante
dello sviluppo della civiltà umana, dove si trovano
nel corso della storia e a partire dall'antichità
molte tra le più alte espressioni
artistiche e culturali di cui sono stati capaci i
popoli, ed è luogo di continui scambi
tra diverse culture e tradizioni.
L'esposizione intende ripercorrere,
attraverso alcune straordinarie fotografie d'epoca ed attuali,
un Grand Tour fotografico nei
Paesi intorno al Mediterraneo: usi, costumi, popoli, società,
cultura, architettura, monumenti e paesaggi. Immagini che,
se da un lato connotano la storia specifica di ciascuno
dei Paesi, dall'altro possono essere anche i documenti
visivi dei molteplici comuni denominatori
che caratterizzano la mediterraneità
come matrice di appartenenza e che identificano una comune
koinè che conferisce
a questa parte del mondo una specificità unica.
La Mostra è realizzata da ANSA nell'ambito del progetto
ANSAmed. Catalogo Alinari.
Sebah & Joaillier - Dervisci danzanti, 1870 ca.
Stampa originale all'albumina, cm 19,2x25,6
Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari
- collezione Palazzoli, Firenze |
Di seguito, riportiamo un estratto di ciò che Boris
Biancheri, presidente dell'ANSA, ha scritto per l'occasione:
«Non è facile definire
una identità mediterranea in termini che non
siano semplicemente geografici. Rari sono stati i
momenti della storia nei quali vi è stato un
filo unitario e coerente nelle vicende dei paesi rivieraschi.
Gli stati mediterranei sono abitati da etnie diverse,
i loro popoli hanno religioni diverse e parlano lingue
diverse. Apparentemente le cose che li dividono sono
più numerose delle cose che li uniscono. Eppure,
chiunque guardi le splendide fotografie del Museo
Alinari nella selezione che è stata fatta per
questa mostra, non potrà non trovarvi, fino
ad anni relativamente recenti, una sorprendente quantità
di elementi comuni. Sembra dapprima che sia solo la
tonalità ocra di fondo o l'affinità
del linguaggio visivo di chi aveva in mano l'obiettivo
– spesso d'altronde di estrazione anglosassone
– a fare da denominatore comune. Ma vi accorgerete
presto che non è così, che queste immagini
testimoniano di una parentela estetica e civile insospettata:
guardate il porto di Marsiglia e quello di Algeri,
guardate le case della Valletta e quelle di Beirut,
guardate le strade di una città marocchina
e quelle di Napoli e una indefinibile ma lampante
identità mediterranea vi balzerà agli
occhi. E, tuttavia, queste immagini inducono anche
a un'altra riflessione. Vi era più affinità
tra le rive mediterranee cento anni fa di quanta non
ve ne sia oggi. Le due grandi sponde, soprattutto,
quella europea e quella meridionale, avevano caratteristiche
comuni che in gran parte sono andate perdute, le rive
si sono, in qualche modo, allontanate tra loro. L'amalgama
che esisteva al tempo in cui una civiltà prevalentemente
agricola e mercantile pervadeva l'intera area mediterranea,
scompare gradualmente con l'avvento della civiltà
industriale e ancor più con quello della civiltà
tecnologica odierna. Il sentimento di appartenenza
sussiste, il legame che unisce i paesi di questo mare
lo percepiamo ancora, la necessità politica
e sociale di dare alla regione non solo più
pace e più stabilità ma un senso di
fraternità è più forte che mai.
Ma è necessario – perché tutto
questo non si perda – un dialogo attivo che
tocchi i vari campi dell'attività umana e che
aiuti a far sì che essi si evolvano in modo
più armonico nei paesi della regione». |
Robertson & Beato - La Valletta. Cantieri navali
visti dalla torre, 1855 ca. - Stampa originale all'albumina,
cm 25,3x28,3 - Museo di Storia della Fotografia Fratelli
Alinari, Firenze |
A.Bougault - Oasi, 1905 ca. - Stampa originale alla
gelatina bromuro d'argento, cm 58,3x23 - Museo di
Storia della Fotografia Fratelli Alinari, Firenze
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