Le Nu Provençal, Gordes, Vaucluse, 1949
© Willy Ronis/RAPHO/Grazia Neri
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Il Centro Internazionale di Fotografia
Scavi Scaligeri del Comune di Verona,
in collaborazione con Grazia Neri e l'Agenzia Rapho, presenta
fino al 3 ottobre una retrospettiva
del grande fotografo francese Willy Ronis.
"Non ho mai inseguito l'insolito, il mai visto, lo
straordinario", afferma l'autore 94enne,
"ma quello che c'è di più tipico nella
nostra esistenza quotidiana, nel luogo in cui mi trovo:
ricerca sincera e appassionata delle semplici bellezze della
vita ordinaria".
Ecco come Kathleen Grosset presenta l'esposizione: "Questa
mostra rievoca il cammino della sua vita:
fa scorrere sotto i nostri occhi, come in un film, il percorso
di Ronis, "viandante del secolo" dallo sguardo
acuto e sensibile. Ronis e il suo obiettivo hanno colto
istanti di vita per 70
anni: "È un mestiere molto duro",
confessa con distaccata leggerezza
e noi possiamo ben credergli.
Les Amoureux de la Colonne Bastille, Paris, 1957
© Willy Ronis/RAPHO/Grazia Neri |
Senza l'esploratore vigile e sincero che egli ha scelto
di essere, tutti questi istanti di vita sarebbero dimenticati
per sempre nella luce impassibile che senza posa li illumina
e li nasconde. Grazie quindi al giovane uomo innamorato
della musica che seppe amare la luce. Le sue foto sono come
lettere d'amore al tempo che
passa, e ciascuna è fatta della stoffa dei nostri
ricordi: gli anni ci scorrono
davanti agli occhi come pagine di un libro.
Fondamente Nuove, Venise, 1959
© Willy Ronis/RAPHO/Grazia Neri |
Rose Zehner, Déléguée Syndicale,
1938
© Willy Ronis/RAPHO/Grazia Neri |
Le sue foto più celebri,
come il buon vino, diventano così le annate speciali
della nostra nostalgia: è
il 1936, con gli operai in sciopero, le manifestazioni,
i balli, le prime ferie pagate, foto solari, indimenticabili;
poi il 1945, con la straordinaria esultanza, il commovente
ritorno dei prigionieri e dei sopravvissuti all'orrore;
ancora dal 1947, il colpo di fulmine per Belleville e Menilmontant,
la Parigi dove il tempo sembra sospeso. Tra i quartieri
di Buttes-Chaumont e il Père-Lachaise, Ronis ci conduce
negli studi, nei bistrot e nelle sale da ballo; ci guida
tra viuzze, passaggi, vicoli, terrazze e cortili. È
una rivelazione: scopriamo
che in queste piccole città
nella città si tira
con l'arco, si gioca a bocce, si attinge l'acqua dai pozzi,
si mangia nei giardinetti, si riposa sull'erba. Nessuno
è ricco ma tutti sembrano felici. E poi, c'è
la Francia degli anni '70,
quella degli anni '80, fino a oggi. Café de France,
Place des Vosges, vedute senza protagonisti, gatti come
personaggi, scorci, attimi; queste foto sensibili
e poetiche regalano emozioni.
Rigore della composizione, fluidità dei ritmi, l'arte
classica e viva di Willy Ronis si impone al nostro sguardo".
Sur une Route de Lorraine, 1954
© Willy Ronis/RAPHO/Grazia Neri |
Chi è
Willy Ronis è nato a Parigi nel 1910.
Studia disegno, violino, armonia, e diritto.
Riceve la sua prima macchina fotografica a 16 anni e comincia
a fotografare Parigi. A 22 anni, sacrificando la sua vocazione
per la musica, entra nell'atelier fotografico di suo padre.
Alla morte del padre (1936) diviene reporter-illustratore
indipendente.
Pubblica sulla rivista "Regards" i suoi primi
reportage sociali.
Nel 1937 acquista la sua prima Rolleiflex.
Incontra Capa e David "Chim" Seymour.
La prima mostra, "Neige dans les Vosges" alla
Gare de l'Est di Parigi, è seguita da "Paris
la nuit".
Nel 1938 fotografa lo sciopero alla Citröen.
Durante la guerra pratica mestieri di ogni sorta, tra cui
la pittura su gioielli, con Marie-Anne, che sposerà
nel 1946.
A partire dal 1945 lavora per la stampa illustrata.
Entra all'agenzia Rapho.
Nel 1947 ottiene il Prix Kodak.
Lavora su Belleville e Ménilmontant.
Nel 1954 pubblica, su questo lavoro, un libro di 96 foto:
avrà tre edizioni, e poi una quarta nel 1999.
Nel 1957 è premiato alla Biennale di Venezia.
Nel 1965 partecipa alla mostra "Six photographs et
Paris", con Robert Doisneau, Frasnay, Lattès,
Pic e Janine Niepce.
Viaggia nei Paesi dell'Est: Berlino, Praga, Mosca.
Espone "Images de la Rda" nel 1967-68.
Nel 1972 lascia Parigi per l'Isle-sur-la-Sorgue (Vaucluse).
Insegna ad Avignon, Aix en Provence e Marsiglia.
Nel 1979 ottiene il Grand Prix des Arts et Lettres pour
la Photographie.
Nel 1980 è l'invitato d'onore dei Rencontres Internationales
de la Photographie di Arles.
Ottiene il Prix Nadar per il suo album "Sur le fil
du hasard" ed espone a Tolosa.
Nel 1983 dona le sue opere allo Stato, con effetto post
mortem.
Nel 1985, retrospettiva al Palais de Tokyo.
Esce "Mon Paris", con 170 foto.
Tra il 1986 e il 1989, espone a New York, Mosca e Bologna.
Pubblica numerosissimi libri e diviene membro della Royal
Photographic Society di Londra.
Nel 1994 espone "Mes années 80" a Parigi.
Nel 1995 "70 ans de déclics" a Oxford;
e poi, nel 1996, a Parigi.
Nel 2001 dedica le sue foto all'album "Pour la Liberté
de la Presse" di Reporters sans Frontières.
Pubblica "Derrière l'objectif, photos et propos".
Nel 2002 una retrospettiva di 150 foto è presentata
a Lione e Phaidon gli dedica un volume della serie "55".