Il viaggio della mia vita è cominciato e un brivido
di emozione mi percorre lungo tutta la schiena quando metto
piede sulla nave. Dalla Terra del
fuoco e attraversando il famigerato Drake
Passage ci dirigiamo verso la penisola antartica.
I primi albatross non tardano a farci compagnia, una compagnia
che durerà fino alla fine del viaggio.
Le ore trascorse sul ponte a guardarli volteggiare nel cielo
trasportati dalle correnti d'aria sono indescrivibili, sempre
presenti dall'alba al crepuscolo, instancabili e così
eleganti, riempiono di un senso di serenità e libertà.
Sin dal primo giorno, sin dal primo albatross avvistato,
percepisco una strana sensazione, come se qualcosa di misterioso
si stesse finalmente rivelando ai miei occhi, il continente
di ghiaccio, nella sua maestosa bellezza si sta aprendo
dinanzi a me e lo spettacolo della natura comincia.
Il mare è clemente
e dopo tre giorni di tranquilla navigazione attraverso il
Drake Passage finalmente ci
apprestiamo a sbarcare per la prima volta. L'emozione sul
gommone cresce. Il sogno è realtà.
Sulla spiaggia di Half Moon Island
i pinguini ci aspettano. Si tratta di una colonia di pinguini
dal mento a strisce, la nostra presenza non sembra turbarli
più di tanto e si lasciano fotografare senza alcun
timore. L'emozione di stare nel mezzo di una colonia, nonostante
il puzzo indescrivibile, è forte. La mano mi trema
e devo usare il cavalletto per poter fare le mie prime fotografie
di pinguini.
Durante il viaggio ho trascorso ore ad osservare i loro
comportamenti, le liti, le effusioni amorose, le corse dei
piccoli alla ricerca della madre, i furti di sassolini per
la costruzione del proprio nido, la cova delle uova, la
schiusa delle uova e anche la morte dei più deboli.
Ore indimenticabili ed indelebili.
Come tutti gli animali in Antartide anche le foche
si lasciano avvicinare senza grossi problemi e come i pinguini
ogni specie ha il suo carattere. I leoni marini hanno una
forte predilizione per luoghi fetidi e melmosi, amano dormire
l'uno sopra l'altro e il puzzo che emanano è veramente
rivoltante. Le più simpatiche rimangono le foche
di Weddel.
Mi è capitato di rimanere seduta tutta una mattina
ad osservarne una ed è stato un vero sballo. Un'occhiatina
per vedere chi è l'intruso, poi una smorfia e una
ronfatina, che stanchezza, uno sbadiglio, una grattatina
alla nuca, ora una grattatina alla pancia, ma che sonno,
un altro sbadiglio, e così di seguito per oltre quattro
ore.
Su
tutto il continente vi sono i segni delle passate
esplorazioni, dei passati sfruttamenti e delle presenti
e passate basi di ricerca. I resti delle industrie baleniere,
le cisterne dove venivano ricavati ettolitri di olio di
balena e pinguini, sono sempre presenti a testimoniare l'orrido
passato.
Le capanne dei primi esploratori come Scott
e Shackelton testimoniano di
imprese ineguagliabili, di uomini temerari spinti da uno
spirito di avventura e da un desiderio di conoscenza infinito.
I resti degli accampamenti di ricercatori scientifici ci
ricordano con tristezza che i fondi per le ricerche si sono
trovati, ma i fondi per ripulire e mantenere il continente
intatto non si sono trovati o si sono spesi altrimenti.
Le basi di ricerca testimoniano
il fatto che nonostante il trattato Antartico sottoscritto
dica che l'Antartide è luogo di ricerca e pace, ci
si interessa soprattutto alle ricchezze che il continente
racchiude nelle sue viscere; le norme di comportamento tanto
rigide predicate ai turisti sono perlomeno equivoche se
applicate alle più moderne basi di ricerca impiantate
sul continente; a noi turisti non è permesso fumare
a terra, ma agli scienziati è permesso costruire
strade con buldozzer, viaggiare su camion, costruire piccole
città e quindi, in nome della scienza, a loro è
permesso inquinare.
E
dietro tutto questo naturalmente vi è l'ombra del
dio denaro; un giorno, quando il trattato non sarà
più in vigore esisteranno già mappe geologiche
precise che indicheranno i giacimenti di petrolio, oro e
altri minerali, e la fine del continente sarà segnata.
Non ci resta che sperare che il trattato Antartico non abbia
fine e che l'uomo per una volta si riveli saggio, mantenga
questo angolo di terra intatto e non lo distrugga.
I pinguini non sono i soli
protagonisti di questo affascinante spettacolo, lo scenario
che li circonda, il teatro in cui recitano, è pieno
di inaspettate bellezze. Il continente bianco è pieno
di colori e sfumature, non solo il bianco della neve , il
nero delle spiagge, ma anche l'azzurro del ghiaccio, il
blu del cielo terso, il rosa del crepuscolo, l'arancio dell'alba,
il giallo dei pinguini e il rosso delle giacche. Un mondo
di colori ed emozioni, un mondo ovattato dal silenzio rotto
solo dal fischio del vento, dallo scricchiolio del ghiacci
e dal canto dei pinguini.
Un mondo a parte, una quintessenza della vita, un mondo
che fa riflettere sull'umanità, che ti guarda dentro
e scopre il tuo essere, lo espone alle intemperie, alle
tormente più violente, al mare in tempesta, alle
bufere di neve per finire con la pace più assoluta,
il mare piatto e l'albatross
che fluttua nel cielo terso libero da ogni turbamento. Ecco
perché un viaggio in Antartide rappresenta non solo
un'avventura ma un viaggio interiore alla scoperta dei grandi
quesiti della vita, il viaggio della vita per antonomasia.
PERIODO
La stagione turistica in Antartide si limita ai cinque mesi
dell'estate australe che va da ottobre
a marzo.
COME
Un viaggio o meglio una "spedizione" individuale
in Antartide è quasi impossibile da organizzare,
a meno che non siate miliardari o siate sponsorizzati. Se
non fate parte degli ultra fortunati, potete affidarvi alle
mani esperte dei tour operator membri della IAATO
che organizzano crociere a queste latitudini.
EQUIPAGGIAMENTO FOTOGRAFICO
In
generale equipaggiatevi con un apparecchiatura fotografica
che conoscete bene e avete testato prima di partire. Portate
più film di quanti pensiate poter scattare e considerate
come minimo due rullini da 36 scatti al giorno. Rifornitevi
di film di tutte le sensibilità, dai
50 ai 400 ASA, in quanto le opportunità di
scattare ottime fotografie si hanno in condizioni di luce
che variano dalla luce abbagliante del giorno alle lunghe
penombre dell'alba e del tramonto.
Ricordatevi che il freddo influenza il consumo di batterie,
preferite quelle al litio e portatene un ampia scorta. È
consigliabile partire con due corpi macchina, un buon cavalletto
e obiettivi dal grandangolo al tele. Preferite gli zoom
alle focali fisse in quanto meno pesanti e ingombranti.
Un equipaggiamento completo potrebbe essere composto da
un 24 mm, uno zoom 35/70mm,
uno zoom 80/200 mm e un teleobiettivo
da 300 mm. Non dimenticate
uno zaino per trasportare tutto il materiale sui gommoni,
dei guanti di seta fini e dei guanti di lana senza dita
per proteggersi dal freddo.
Per evitare problemi di condensa sull'equipaggiamento procuratevi
dei sacchettini di silika gel che metterete in un sacco
di plastica con la macchina fotografica e gli obiettivi
ogni volta che rientrate da un'escursione.
ABBIGLIAMENTO
Nonostante le temperature estive possano rivelarsi sorprendentemente
miti (fino a + 5°C) si
deve essere preparati a repentini cambiamenti di tempo,
freddo, vento e precipitazioni. Abiti caldi ed impermeabili
così come un buon paio di stivali di gomma alti fino
al ginocchio sono un must. A bordo l'abbigliamento è
casual.
Viaggiare, viaggiare, viaggiare.
Viaggiare
è diventata una specie di droga della quale ormai
da 12 anni io e il mio compagno Sergio non possiamo più
fare a meno.
Sergio non si occupa di fotografia ma, ottimo osservatore,
mi aiuta sempre a scovare gli animali più nascosti.
Siamo un ottimo team, molto affiatato e preferiamo viaggiare
in solitaria.
Amanti della natura e degli animali scegliamo sempre destinazioni
remote, poco accessibili e soprattutto fuori dai flussi
del turismo di massa.
Il mistero di questi luoghi isolati,
la forza della natura e l'isolamento della civiltà
abbinati all'avventura estrema sono sentimenti irrefrenabili
per il viaggiatore; sentimenti che ci spingono sempre oltre,
alla ricerca di regioni da scoprire, alla ricerca di animali
da fotografare, alla ricerca di conoscenza.
Viaggiare per noi è sinonimo di avventura
e avventura significa voglia di infrangere la monotonia
della routine quotidiana.
Già sull'aereo di ritorno da un viaggio pensiamo
alla prossima meta; il giorno dopo essere atterrati in Svizzera,
siamo in libreria in cerca di guide, e il nostro prossimo
viaggio già prende forma. Così facendo ci
sembra di essere sempre in viaggio, almeno con la mente.
Non scatto per avere la miglior foto da vendere; i miei
scatti vengono dal cuore, stare
nella natura con gli animali e dividere momenti eccezionali
con il mio compagno è la cosa che adoro di più
in assoluto.
Tre anni or sono ho cominciato a pubblicare le mie foto
su diverse riviste sia a livello svizzero che internazionale
e le soddisfazioni non mancano.
Il mio sito é www.photowildworld.com.
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