Daisy Gilardini

A cura di:

La semi-circumnavigazione dell'Antartide

Il viaggio della mia vita è cominciato e un brivido di emozione mi percorre lungo tutta la schiena quando metto piede sulla nave. Dalla Terra del fuoco e attraversando il famigerato Drake Passage ci dirigiamo verso la penisola antartica. I primi albatross non tardano a farci compagnia, una compagnia che durerà fino alla fine del viaggio.
Le ore trascorse sul ponte a guardarli volteggiare nel cielo trasportati dalle correnti d'aria sono indescrivibili, sempre presenti dall'alba al crepuscolo, instancabili e così eleganti, riempiono di un senso di serenità e libertà.
Sin dal primo giorno, sin dal primo albatross avvistato, percepisco una strana sensazione, come se qualcosa di misterioso si stesse finalmente rivelando ai miei occhi, il continente di ghiaccio, nella sua maestosa bellezza si sta aprendo dinanzi a me e lo spettacolo della natura comincia.

Il mare è clemente e dopo tre giorni di tranquilla navigazione attraverso il Drake Passage finalmente ci apprestiamo a sbarcare per la prima volta. L'emozione sul gommone cresce. Il sogno è realtà.
Sulla spiaggia di Half Moon Island i pinguini ci aspettano. Si tratta di una colonia di pinguini dal mento a strisce, la nostra presenza non sembra turbarli più di tanto e si lasciano fotografare senza alcun timore. L'emozione di stare nel mezzo di una colonia, nonostante il puzzo indescrivibile, è forte. La mano mi trema e devo usare il cavalletto per poter fare le mie prime fotografie di pinguini.

Durante il viaggio ho trascorso ore ad osservare i loro comportamenti, le liti, le effusioni amorose, le corse dei piccoli alla ricerca della madre, i furti di sassolini per la costruzione del proprio nido, la cova delle uova, la schiusa delle uova e anche la morte dei più deboli. Ore indimenticabili ed indelebili.

Come tutti gli animali in Antartide anche le foche si lasciano avvicinare senza grossi problemi e come i pinguini ogni specie ha il suo carattere. I leoni marini hanno una forte predilizione per luoghi fetidi e melmosi, amano dormire l'uno sopra l'altro e il puzzo che emanano è veramente rivoltante. Le più simpatiche rimangono le foche di Weddel.

Mi è capitato di rimanere seduta tutta una mattina ad osservarne una ed è stato un vero sballo. Un'occhiatina per vedere chi è l'intruso, poi una smorfia e una ronfatina, che stanchezza, uno sbadiglio, una grattatina alla nuca, ora una grattatina alla pancia, ma che sonno, un altro sbadiglio, e così di seguito per oltre quattro ore.

Su tutto il continente vi sono i segni delle passate esplorazioni, dei passati sfruttamenti e delle presenti e passate basi di ricerca. I resti delle industrie baleniere, le cisterne dove venivano ricavati ettolitri di olio di balena e pinguini, sono sempre presenti a testimoniare l'orrido passato.
Le capanne dei primi esploratori come Scott e Shackelton testimoniano di imprese ineguagliabili, di uomini temerari spinti da uno spirito di avventura e da un desiderio di conoscenza infinito.
I resti degli accampamenti di ricercatori scientifici ci ricordano con tristezza che i fondi per le ricerche si sono trovati, ma i fondi per ripulire e mantenere il continente intatto non si sono trovati o si sono spesi altrimenti.

Le basi di ricerca testimoniano il fatto che nonostante il trattato Antartico sottoscritto dica che l'Antartide è luogo di ricerca e pace, ci si interessa soprattutto alle ricchezze che il continente racchiude nelle sue viscere; le norme di comportamento tanto rigide predicate ai turisti sono perlomeno equivoche se applicate alle più moderne basi di ricerca impiantate sul continente; a noi turisti non è permesso fumare a terra, ma agli scienziati è permesso costruire strade con buldozzer, viaggiare su camion, costruire piccole città e quindi, in nome della scienza, a loro è permesso inquinare.

E dietro tutto questo naturalmente vi è l'ombra del dio denaro; un giorno, quando il trattato non sarà più in vigore esisteranno già mappe geologiche precise che indicheranno i giacimenti di petrolio, oro e altri minerali, e la fine del continente sarà segnata.
Non ci resta che sperare che il trattato Antartico non abbia fine e che l'uomo per una volta si riveli saggio, mantenga questo angolo di terra intatto e non lo distrugga.

I pinguini non sono i soli protagonisti di questo affascinante spettacolo, lo scenario che li circonda, il teatro in cui recitano, è pieno di inaspettate bellezze. Il continente bianco è pieno di colori e sfumature, non solo il bianco della neve , il nero delle spiagge, ma anche l'azzurro del ghiaccio, il blu del cielo terso, il rosa del crepuscolo, l'arancio dell'alba, il giallo dei pinguini e il rosso delle giacche. Un mondo di colori ed emozioni, un mondo ovattato dal silenzio rotto solo dal fischio del vento, dallo scricchiolio del ghiacci e dal canto dei pinguini.

Un mondo a parte, una quintessenza della vita, un mondo che fa riflettere sull'umanità, che ti guarda dentro e scopre il tuo essere, lo espone alle intemperie, alle tormente più violente, al mare in tempesta, alle bufere di neve per finire con la pace più assoluta, il mare piatto e l'albatross che fluttua nel cielo terso libero da ogni turbamento. Ecco perché un viaggio in Antartide rappresenta non solo un'avventura ma un viaggio interiore alla scoperta dei grandi quesiti della vita, il viaggio della vita per antonomasia.

PERIODO
La stagione turistica in Antartide si limita ai cinque mesi dell'estate australe che va da ottobre a marzo.

COME
Un viaggio o meglio una "spedizione" individuale in Antartide è quasi impossibile da organizzare, a meno che non siate miliardari o siate sponsorizzati. Se non fate parte degli ultra fortunati, potete affidarvi alle mani esperte dei tour operator membri della IAATO che organizzano crociere a queste latitudini.

EQUIPAGGIAMENTO FOTOGRAFICO
In generale equipaggiatevi con un apparecchiatura fotografica che conoscete bene e avete testato prima di partire. Portate più film di quanti pensiate poter scattare e considerate come minimo due rullini da 36 scatti al giorno. Rifornitevi di film di tutte le sensibilità, dai 50 ai 400 ASA, in quanto le opportunità di scattare ottime fotografie si hanno in condizioni di luce che variano dalla luce abbagliante del giorno alle lunghe penombre dell'alba e del tramonto.
Ricordatevi che il freddo influenza il consumo di batterie, preferite quelle al litio e portatene un ampia scorta. È consigliabile partire con due corpi macchina, un buon cavalletto e obiettivi dal grandangolo al tele. Preferite gli zoom alle focali fisse in quanto meno pesanti e ingombranti.
Un equipaggiamento completo potrebbe essere composto da un 24 mm, uno zoom 35/70mm, uno zoom 80/200 mm e un teleobiettivo da 300 mm. Non dimenticate uno zaino per trasportare tutto il materiale sui gommoni, dei guanti di seta fini e dei guanti di lana senza dita per proteggersi dal freddo.
Per evitare problemi di condensa sull'equipaggiamento procuratevi dei sacchettini di silika gel che metterete in un sacco di plastica con la macchina fotografica e gli obiettivi ogni volta che rientrate da un'escursione.

ABBIGLIAMENTO
Nonostante le temperature estive possano rivelarsi sorprendentemente miti (fino a + 5°C) si deve essere preparati a repentini cambiamenti di tempo, freddo, vento e precipitazioni. Abiti caldi ed impermeabili così come un buon paio di stivali di gomma alti fino al ginocchio sono un must. A bordo l'abbigliamento è casual.


Viaggiare, viaggiare, viaggiare.
Viaggiare è diventata una specie di droga della quale ormai da 12 anni io e il mio compagno Sergio non possiamo più fare a meno.
Sergio non si occupa di fotografia ma, ottimo osservatore, mi aiuta sempre a scovare gli animali più nascosti. Siamo un ottimo team, molto affiatato e preferiamo viaggiare in solitaria.
Amanti della natura e degli animali scegliamo sempre destinazioni remote, poco accessibili e soprattutto fuori dai flussi del turismo di massa.
Il mistero di questi luoghi isolati, la forza della natura e l'isolamento della civiltà abbinati all'avventura estrema sono sentimenti irrefrenabili per il viaggiatore; sentimenti che ci spingono sempre oltre, alla ricerca di regioni da scoprire, alla ricerca di animali da fotografare, alla ricerca di conoscenza.
Viaggiare per noi è sinonimo di avventura e avventura significa voglia di infrangere la monotonia della routine quotidiana.
Già sull'aereo di ritorno da un viaggio pensiamo alla prossima meta; il giorno dopo essere atterrati in Svizzera, siamo in libreria in cerca di guide, e il nostro prossimo viaggio già prende forma. Così facendo ci sembra di essere sempre in viaggio, almeno con la mente.
Non scatto per avere la miglior foto da vendere; i miei scatti vengono dal cuore, stare nella natura con gli animali e dividere momenti eccezionali con il mio compagno è la cosa che adoro di più in assoluto.

Tre anni or sono ho cominciato a pubblicare le mie foto su diverse riviste sia a livello svizzero che internazionale e le soddisfazioni non mancano.
Il mio sito é www.photowildworld.com.

Inviati speciali:

Andrea Dapueto
Daisy Gilardini
Marco Santarelli

Metodi di pagamento: