Il 31 ottobre di dieci anni fa
moriva Federico Fellini. Per ricordare il grande regista
riminese il Comune di Roma ha dato vita a una serie di importanti
iniziative che si svolgeranno tra settembre
e dicembre di quest'anno. Proiezioni, concerti, tavole
rotonde, presentazioni di nuovi volumi e mostre, tra cui
segnaliamo La Roma di Fellini,
al Complesso del Vittoriano fino al
3 novembre: fotografie (molte delle quali inedite)
di luoghi e personaggi, proiezioni, esposizione di oggetti
originali e costumi legati ai film romani.
Diceva Fellini: "Che cos’è Roma?
A che penso quando sento la parola Roma? Penso ad un faccione
rossastro che assomiglia a Sordi, Fabrizi, la Magnani. Penso
ad un terreno bruno, melmoso; a un cielo ampio, fasciato,
da fondale dell'opera, con colori viola, neri, argento;
colori funerei. Ma tutto sommato è un volto confortante.
Gli intellettuali, gli artisti, che vivono sempre in uno
stato di frizione fra due dimensioni diverse – la
realtà e la fantasia – trovano qui la spinta
adatta e liberatoria della loro attività mentale:
con il conforto di un cordone ombelicale che li tiene saldamente
attaccati alla concretezza. Giacché Roma è
una madre, ed è la madre ideale, perché indifferente.
È una madre che ha troppi figli, e quindi non può
dedicarsi a te, non ti chiede nulla, non si aspetta niente.
Ti accoglie quando vieni, ti lascia andare quando vai, come
il tribunale di Kafka. In questo c’è una saggezza
antichissima; africana, quasi; preistorica…".
Tra le altre iniziative si segnala la mostra Il
viaggio di G. Mastorna detto Fernet (sempre al Vittoriano,
fino al 26 ottobre): i disegni originali di Fellini e le
tavole di Milo Manara sul
film non fatto più famoso della storia del cinema
(Il viaggio di Mastorna, appunto), di cui Fellini realizzò
una parte a fumetti, disegnandone lo story-board che poi
sarebbe servito a Manara per realizzare la storia.
Storia della fotografia
Jeffrey Ian - Rizzoli Skira
264 pagine - 18,00 euro
I saggi di carattere generale dedicati alla fotografia
si limitano di solito a fornire una descrizione della sua
evoluzione tecnica. Quest'opera
offre invece una sintesi storica
della fotografia che spiega in base a quali criteri
si possa giudicare se (e perché) un'immagine sia
migliore di un'altra, in che cosa consista il carattere
speciale delle immagini fotografiche e che cosa sia l'essenza
della fotografia, tanto in sé quanto in rapporto
ad altre forme di arte visiva. L'opera di Jeffrey Ian, illustrata
da 8 foto a colori e 136 in b/n, costituisce una guida
agile agli aspetti più importanti dell'argomento,
trattati e discussi facendo riferimento ai più grandi
fotografi del mondo, da Fox Talbot, uno dei padri della
fotografia, ai maestri di oggi.
Una luce inattesa. Viaggio in Afghanistan
Jason Elliot - Neri Pozza
562 pagine - 17,60 euro
|
Nel 1839 gli inglesi occupano Kabul,
allora come adesso una città avvolta nella polvere,
circondata da un altopiano inospitale e privo di vegetazione,
abitata da una popolazione di cui si sa poco e quel poco
basta per tenersene alla larga. Da allora sono passati centosessanta
anni, negli ultimi tempi il paese è stato sconvolto
da tre guerre una dietro l'altra
(afghani contro russi, talebani contro mujahiddin, americani
contro talebani), ma non ne sappiamo molto di più.
Abbiamo imparato dove sta il Khyber Pass, quale sia la forma
del cappello patano, o cosa sia sulla maschera che impedisce
alle donne di mostrare a un estraneo il loro volto. Ma continua
a sfuggirci chi siano veramente
questi guerrieri irriducibili, una volta gentili, coraggiosi
e persino amichevoli, il giorno dopo rissosi e tagliagole
e da quali istinti, scelte o eventualmente ideali siano
trascinati e perché siano pronti a tirare fuori i
kalashnikov per risolvere i loro problemi. Un popolo
che non ha paura di morire, che non sopporta di essere invaso
anche da una potenza amica, che vuole continuare a leggere
i versi dei suoi grandi poeti prima di lanciarsi nella battaglia.
Quello di Jason Elliott è un lungo, partecipato,
commovente racconto, molto
diverso da quelli che abbiamo visto in televisione,
che in Gran Bretagna ha vinto il premio
per il miglior libro di viaggio dell'anno. Un viaggio compiuto
a più riprese, tra il 1984 (quando, a diciannove
anni, Elliot decide di andare a combattere per qualche mese
con i mujahiddin antirussi) e la metà degli anni
Novanta (quando Elliot torna nell'Afghanistan di Massud
e dei talebani per scrivere un libro), che è assieme
un saggio sull'Afghanistan
recente e un appassionato romanzo
di avventura.
L'accordatore di piano
Daniel Mason - Mondadori
352 pagine - 18,00 euro
Nell'autunno del 1886, l'accordatore di pianoforti Edgar
Drake riceve una strana richiesta dal Ministero della Guerra
britannico: deve lasciare sua moglie e la sua tranquilla
vita londinese per trasferirsi nella giungla
birmana, dove un raro esemplare di piano
Erard necessita del suo prezioso intervento. Il pianoforte
appartiene al maggiore medico Carroll, comandante di un
avamposto inglese in una zona sperduta e ostile della Birmania.
I metodi poco ortodossi con cui Carroll controlla le tribù
ribelli e riesce a mantenere un'apparenza di pace sollevano
da tempo inquietanti interrogativi presso gli alti comandi.
Ma nessuno osa opporsi a quell'uomo, e Drake viene quasi
costretto a partire. Nel suo viaggio attraverso l'Europa,
il Mar Rosso e l'India, l'accordatore si troverà
a confronto con una serie di
allarmanti personaggi, ladri e profeti, militari, e soprattutto
una giovane birmana, misteriosa e affascinante, che conosce
da vicino l'enigmatico Carroll. Ma a sconvolgerlo sarà
l'incontro con quest'uomo, con il suo sogno ambiguo e visionario,
e soprattutto con la Birmania,
un luogo più tenebroso e fatale di quanto Drake avesse
mai immaginato.