Piccolo ma tagliente come una lama di un samurai, l’ultimo nato della serie dei Micro Nikkor si prepara a far parlare di sé


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Alla resa dei conti

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Tanta tecnologia e le molteplici soluzioni adottate da quest'ottica devono fare i conti con quello che è la realtà operativa. Non tutti i progetti migliori, portati sul campo, permettono di esprimere tutte le loro potenzialità.

Per cercare di mettere in crisi quest'ottica ho voluto provarla in molteplici situazioni di scatto: dalla macro per cui è stato progettato, al ritratto e alla fotografia di paesaggio, senza dimenticare di scattare anche con qualche accessorio creato ad hoc per sfruttare ancora meglio le potenzialità di questo Micro Nikkor.
Non appena lo si prende in mano, colpisce davvero per le ridotte dimensioni anche se il peso di 400g, non eccessivo ma piuttosto importante per il volume complessivo dell'ottica, lascia capire che all'interno ci sia parecchio "vetro". Le prove le ho realizzate con una Nikon D300, i cui 12 Mpixel associati a un sensore in formato DX, hanno permesso di evidenziare le doti di risoluzione dell'ottica.

Il paraluce di serie si può montare invertito durante il trasporto e una volta messo in posizione protegge adeguatamente la piccola lente frontale.
 

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Petali di tulipano in semi controluce. L’adozione del rivoluzionario trattamento antiriflesso
Nano Crystal si è dimostrata particolarmente efficiente malgrado il numero considerevole
di lenti presenti nello schema ottico di questo obiettivo

Lo schema ottico, va ricordato, utilizza anche una lente dotata di trattamento Nano Crystal, una tecnologia sviluppata da Nikon che consente di bypassare le limitazioni dei classici trattamenti multistrato. Migliora la trasmissione della luce e limita le riflessioni, soprattutto con angoli di incidenza della luce sulla lente molto elevati, tipici dei grandangolari, ma altrettanto utili anche negli altri casi.


Il principio di funzionamento del rivestimento Nano Crystal
Appare evidente dallo schema come il trattamento multistrato convenzionale
rifletta parte della luce in maniera diversa rispetto alla lunghezza d’onda della luce incidente
(nel caso specifico riflette maggiormente le lunghezze d’onda del rosso).
Il trattamento Nano-Crystal oltre a riflettere la luce incidente in minima parte,
lo fa in maniera omogenea, non creando così fastidiosi effetti flare colorati,
tipici invece dei trattamenti multistrato classici.

Ciò si nota soprattutto quando si scatta in condizioni di semi controluce o controluce pieno.
Malgrado le ottime performance di quest'ottica contro l'insorgenza di flare o altri riflessi parassiti, in alcuni casi ho apprezzato come l'utilizzo del paraluce HB-38 del Micro Nikkor 105 VR, offra una protezione praticamente totale contro le infiltrazioni di luce, a patto ovviamente di utilizzare una reflex con sensore in formato DX.

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Nel caso si necessitasse di
una protezione superiore
a quella offerta dal già
ottimo paraluce di serie e, utilizzando un corpo
con sensore nel formato DX,
è possibile dotarsi del
paraluce HB-38 che aumenta
il grado di protezione
della lente frontale
dai riflessi tagliando porzioni
di luce che non farebbero
parte dell’inquadratura
nel più ristretto formato DX.

La messa a fuoco, pur non essendo dotata di limitatore di corsa, mi è apparsa veloce e precisa come è la norma aspettarsi dalle ottiche di fascia elevata. Il suo funzionamento è inavvertibile grazie all'adozione di motori Silent Wave e la messa a fuoco interna rende gli spostamenti delle lenti fulminei e precisi.

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Sul fianco del barilotto è presente un unico selettore
che consente di passare dalla modalità autofocus
a quella manuale. Essendo dotato di motori
Silent Wave è comunque possibile modificare la messa
a fuoco in qualsiasi momento, agendo direttamente
sulla ghiera di messa a fuoco

L’attacco nella classica baionetta Nikon F è in metallo.
Da notare l’assenza della ghiera dei diaframmi
essendo questo obiettivo appartenente alla serie G

L'apertura del diaframma con nove lamelle arrotondate conferisce agli oggetti non a fuoco sullo sfondo un aspetto morbido, naturale e delicato.
L'esclusivo design ottico include due lenti asferiche per ridurre al minimo l'effetto cometa e l'aberrazione sferica. L’obiettivo ha una luminosità massima pari a f/2.8, ma questo valore lo si ottiene con l’ottica all’infinito.
Avvicinandosi invece alla minima distanza di messa a fuoco (185mm) la luminosità cala. Ciò è naturale ed è dovuto all’aumento del tiraggio che, secondo le leggi dell’ottica, provoca una caduta di luminosità sul piano dell’immagine.

DISTANZA
DI MESSA A FUOCO
VALORE DI APERTURA MASSIMO DELL’OBIETTIVO
Infinito
f/2.8
1m
f/3
0,5m
f/3.2
0,3m
f/3.3
0,25m
f/3.5
0,22m
f/3.8
0,21m
f/4
0,2m
f/4.2
0,195m
f/4.5
da 0,19 a 0,185
f/4.8

Ovviamente varia di conseguenza anche il diaframma minimo che passa da f/32 all’infinito a f/57 a 0,185m. Qui di seguito un due esempi di come varia la profondità di campo al variare del diaframma

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f/4.8

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f/14

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f/32

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f/57

Un altro esempio, questa volta a ripreso a circa 22cm e non più al rapporto 1:1, in cui risulta ancora evidente l’ottimo comportamento nel controluce e l’elevata correzione cromatica di quest’ottica che non è stata messa in crisi dalla scena ad altissimo contrasto

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f/3.8

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f/13

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f/22

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f/45

Ovviamente oltre a f/16-22, la diffrazione riduce sensibilmente la nitidezza di questo obiettivo. È un fatto fisiologico ma come si può notare, quando non servono ingrandimenti elevati, anche con il diaframma tutto chiuso si ottengono performance di tutto rispetto e soprattutto si ha una profondità di campo maggiore.
Lo schema ottico e il diaframma ottimizzato consente di ottenere una piacevolezza dello sfuocato davvero eccellente.

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Nel particolare ingrandito si nota l’effetto sfocato prodotto da quest’ottica.
Sebbene abbia un leggero ispessimento dell’immagine delle centriche di diffrazione verso l’esterno;
il risultato è gradevole e molto pastoso; superiore alle ottiche zoom.

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