Impressioni e commenti sul nuovo nikkor 10,5mm f2,8 DX
Le impressioni su questa ottica sono fortemente orientate su aspetti ovviamente legati alla creatività estremizzata e per foto di assoluta fantasia. Un obiettivo che può soddisfare le esigenze da professionista ma anche quelle di un vero "amatore". Quante volte Vi sarà successo di vedere un possibile scatto ma poco realizzabile in quanto con le ottiche presenti nella borsa poco avrebbero a che fare con il soggetto presente?
Con il Fisheye 10,5 mm potrete scattare "entrando nella scena" sapendo che il risultato produrrà una distorsione dell'immagine volutamente ricercata. La sua particolare visione prospettica consente inoltre di dare all'immagine una sensazione di "avvolgimento" avvicinando al soggetto anche l'osservatore.
Ma attenzione, utilizzando il Fisheye 10,5 mm in condizioni luce diffusa (nebbia, cielo nuvoloso) capiterà di incontrare il comune problema delle aberrazioni cromatiche.
Vediamone nel particolare il perché:
Le aberrazioni cromatiche sono un fenomeno fisico e variano in base alle condizioni e disposizione delle lenti interne di qualunque obiettivo che in base a differenti fattori potrà essere percepita in forma più o meno marcata. In digitale inoltre si aggiunge la variabile apportata dall'algoritmo colore che ricostruisce l'RGB dalla ripresa del sensore a matrice Bayer.
Le aberrazioni introdotte dall'algoritmo colore sono però molto differenti e percettibili solo su fini dettagli o su particolari "stacchi" di luminosità tra dettagli con adiacenti zone eccessivamente chiare.
Inoltre, sebbene il 10.5 sia creato per il formato DX, il sensore introduce delle variabili di riflettenza dei raggi obliqui che possono creare riflessioni ed effetti percepiti come aberrazioni non propriamente causate dagli aspetti fisiologici dell'ottica.
In certe situazioni si dovranno quindi prendere in esame le "aberrazioni cromatiche" manifestate da questa specifica situazione di abbinamento con obiettivo DX Fisheye e sensore digitale a matrice Bayer. Sono inoltre da aggiungere gli effetti del filtro al niobato di litio posto sul sensore per "tagliare" gli infrarossi ed adeguare il potere risolvente nelle tre direzioni verticale, orizzontale e diagonale alla specifica densità pixel del sensore. Lo spessore e le caratteristiche di questo filtro cambiano gli effetti in base al modello ad in base all'abbinata obiettivo/filtro/sensore (in base anche a risoluzione tecnologia di "sbarramento" tra pixel e microlenti adottate).
L'analisi di questa situazione comporta una maggiore visibilità di "aberrazioni cromatiche" perché con obiettivi grandangolari o Fisheye e dunque con più ampi angoli di campo, divengono più minuti i dettagli ricercati per esempio nei fili di corrente sospesi, nei pali ripresi in prospettiva, nei profili dei riferimenti architettonici che verranno analizzati sulla soglia di pochi pixel affiancati. Le riprese tele invece, a causa ovviamente del più chiuso angolo di campo, racchiudono normalmente soggetti meno ingranditi in visione e particolari descritti da una maggiore quantità media di pixel.
Questi aspetti associati all'angolazione di proiezione dell'immagine sul sensore, fanno asserire una più elevata percezione di "aberrazioni cromatiche" chiamate "fringing" su riprese grandangolari per diminuire su focali "normali" e ripresentarsi (a questo punto per gli effetti ottici) con l'allungarsi della focale.
Possiamo dunque riassumere le aberrazioni cromatiche in due tipologie:
1- Aberrazione cromatica assiale: è il difetto per il quale il colore blu va a fuoco più vicino all'obiettivo rispetto al piano pellicola/sensore, così come invece il rosso va a fuoco oltre tale piano. Questo è l’aspetto che di fatto differenzia i sensori impiegati per la fotografia nel visibile rispetto a quelli specifici per l’infrarosso esasperati nelle termocamere.
2- Aberrazione cromatica laterale: consiste nello spostamento del colore blu verso l'esterno dell'immagine ed è più evidente lungo i bordi del fotogramma.
Questi aspetti vengono gestiti attraverso numerosi accorgimenti in progettazione ottica ma soprattutto con l'impiego delle dedicate lenti ED talvolta anche abbinate opportunamente con lenti asferiche ASP ed anche CRC.
Ma ci sono da considerare anche altre tipologie di aberrazione apportate dagli effetti della vignettatura e diffrazione oltre al coma (aberrazione generata da raggi di luce proiettati in modo obliquo: i raggi creano quello che appare come un trattino deformato, più facile da trovare sui grandangolari, specie luminosi, che sui tele), aberrazione sferica (interessa soprattutto i bordi dell'immagine), astigmatismo (un punto si trasforma in un trattino sul piano di fuoco e quindi sulla pellicola/sensore), curvatura di campo (scarsa planarità, centro nitido, bordi sfuocati), flare (interriflessioni parassite sulle lenti dell'obiettivo) quindi distorsione a cuscinetto e/o barilotto (presente molto spesso negli zoom, inizia a barilotto nelle focali grandangolari e termina a cuscinetto nelle focali tele).
Per quasi tutti i casi su elencati (tranne la distorsione) la chiusura dell'obiettivo al suo diaframma ideale minimizza quasi tutti gli inconvenienti anche se in digitale dobbiamo introdurre le variabili legate all’inclinazione di proiezione e l'algoritmo colore.
|