Filmato intervallato, ovvero l'effetto Koyaanisqatsi Time Lapse e Stop Motion: interpretare il Tempo

A cura di: Gerardo Bonomo

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» Impostazioni della di ripresa » L'intervallo di ripresa ottimale
» Quando il gioco si fa duro… » Postproduzione on-camera con Nikon D5000
» Postproduzione a computer » Conclusioni

 

Postproduzione a computer

Abbiamo visto che la Nikon D5000 permette dei montaggi video “Pola” on-camera, limitati sia per quanto concerne i numeri di fotogrammi che possono essere acquisiti, che per la velocità di riproduzione. Il vero montaggio video si esegue con appositi programmi di postproduzione. Sia in ambiente Windows che in ambiente Mac i programmi di postproduzione video sono molti. Anche i programmi di base come Windows Movie Maker piuttosto che Apple iMovie sono già sufficienti per eseguire il rendering delle immagini in sequenza e trasformarle in un filmato.
Salendo di livello troviamo programmi più completi, come Studio 14 di Pinnacle, piuttosto che Adobe Premiere fino a Final Cut.
Per maggiori dettagli sul montaggio video eseguito su questo eXperience con Pinnacle Studio 14, rimandiamo all'eXperience “Montaggio video di riprese “Time Lapse” con Pinnacle Studio 14” .




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Una ripresa piuttosto semplice, di 999 fotogrammi intervallati ciascuno di 1 secondo; si è reso necessario impostare l'esposizione su priorità di diaframmi perché la luce del giorno stava scemando; questo in compenso ha prodotto uno sfarfallio dovuto a fotogrammi con diverse e discontinue sottoesposizioni dovute all'elevatissima illuminazione del gigantesco pannello luminoso a destra che andavano letteralmente a illuminare a giorno o ad oscurare completamente la piazza a seconda del video che veniva proiettato sullo schermo; una piccola pecca nel risultato finale ma accettabile; lavorando manualmente ciascun NEF si sarebbe potuto omogeneizzare alla perfezione anche l'esposizione tra un fotogramma e l'altro prima di trasformarli in un videoclip. In esterni affollati è importante posizionarsi in un punto che non è fisiologicamente attraversato dal pubblico; per esempio sull'asse che collega l'uscita della metropolitana con il marciapiede, per evitare che la gente passi troppo vicino e davanti alla fotocamera, invalidando alcuni fotogrammi e rischiando di toccare inavvertitamente il treppiedi. A destra, sopra il gigantesco pannello luminoso, si percepisce il movimento del braccio della gru che a un certo punto si ferma perché il cantiere ha chiuso per la sera. I singoli o i gruppi che hanno stazionato per almeno una ventina di secondi davanti all'obiettivo, appaiono come quasi immobili rispetto alla fiumana che scorre loro intorno; non è stata usata base musicale come colonna sonora ma il gelido soffio di un vento freddo che, da un lato ha amplificato gli spostamenti delle varie persone, imprevedibili come foglie portate dal vento, dall'altro ha reso la piazza come una sorta di banchisa appoggiata al grande iceberg della Cattedrale sullo sfondo, davanti a cui corre e scorre l'umanità.

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Conclusioni


La Nikon D5000, come tanti device del terzo millennio, è carica di feature decisamente notevoli, anche se a volte nascoste nelle pieghe dei menu; solo quindici anni fa, erano rare le macchine a pellicola dotate di intervallometro, e il limite massimo della sequenza era di solo 36 fotogrammi, per di più su pellicola e per altro impossibili da montare in un filmato.
Se il digitale ha decisamente trasformato il nostro modo di concepire la fotografia, in ambiente video permette oggi di eseguire acrobazie impensabili quando si usava la pellicola – qui cinematografica – e di ottenere un prodotto finale che, se ben realizzato, non ha nulla da invidiare ai videoclip professionali.

Della Nikon D5000 abbiamo nuovamente apprezzato il monitor orientabile che ci ha permesso di lavorare su treppiedi anche non mantenendo la macchina ad altezza occhio, il Live View che ci ha permesso di comporre le inquadrature in modo più agevole, e l'insospettabile durata della batteria: abbiamo superato i 4.000 fotogrammi in quattro differenti sequenze e la batteria aveva ancora energia da erogare, naturalmente lavorando con l'AF disabilitato, senza flash e senza mai rivedere neppure una immagine. Siamo andati ben oltre i 2.900 scatti garantiti da Nikon in determinate condizioni di ripresa e riportati sul manuale di istruzioni. Cominciando con riprese statiche, a 1 fotogramma al secondo, si potranno già ottenere senza difficoltà i primi risultati, migliorando poi la performance man mano che si acquista abilità con il concetto Time Lapse. Tutto, o quasi tutto, può prestarsi a essere filmato in Time Lapse, e in qualsiasi stagione. Due piccoli avvertimenti finali: non lasciate mai la fotocamera incustodita durante un Time Lapse in un posto pubblico e non lasciate mai la fotocamera in esterni, per esempio durante un Time Lapse a cui non potete presiedere, senza prima aver trovato il modo di proteggerla, per esempio da un piovasco improvviso.




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Qui sono stati registrati 999 fotogrammi all'intervallo minimo di 1 secondo, per poter visualizzare al meglio le soste delle macchine ai semafori; la sensibilità è stata portata a 800 ISO per poter sfruttare un tempo di scatto sufficientemente veloce per evidenziare anche le macchine in movimento da un lato, e per poter usare una frequenza di intervallo così ravvicinata. Il filmato comincia con un fotogramma fisso, che altro non è se non il primo fotogramma della sequenza su cui si innesta il filmato vero e proprio attraverso una dissolvenza incrociata, che ha dato fluidità all'innesto; a metà del videoclip al filmato accelerato sono stati aggiunti alcuni secondi girati sempre con la Nikon D5000 ma in modalità video normale; la dissolvenza incrociata è stata allungata su diversi secondi in modo che, nel girato finale, per qualche secondo si vedono contemporaneamente auto che attraversano la piazza a una velocità che sembra elevatissima grazie al Time Lapse, insieme ad auto che attraversano la piazza a velocità normale; qui il bilanciamento del bianco è stato settato su luce artificiale per rendere correttamente i colori degli inserti architettonici della piazza, oltre a una sensazione algida, di freddo e di disagio al tempo stesso.

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