Filmato intervallato, ovvero l'effetto Koyaanisqatsi Time Lapse e Stop Motion: interpretare il Tempo

A cura di: Gerardo Bonomo

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Quando il gioco si fa duro...

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Tanto per i pan durante una ripresa intervallata…

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che per i tilt…

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È d'obbligo una testa a tre movimenti micrometrica; aggiungendo dei riferimenti sulle scale graduate è possibile effettuare rotazioni ripetibili della testa su ciascun asse o su tutti e tre contemporaneamente nell'ordine di decimi di grado.

Abbiamo visto fin qui come la procedura di Time Lapse è davvero semplice e richiede solo pazienza; dopo i primi esperimenti non sarà difficile entrare in sintonia con questa vision del mondo accelerata, e programmare i migliori intervalli di tempo per i migliori risultati dei vari soggetti filmati.
Ma perché non complicarsi un pochino la vita?
Il Time Lapse è già spettacolare di suo ma può essere reso ancora più spettacolare lavorando, per cominciare, su tre differenti procedure aggiunte:

  1. È possibile innanzitutto eseguire un pan della fotocamera durante la ripresa intervallata; nella pratica consiste nel ruotare la fotocamera sulla testa del treppiedi sull'asse orizzontale, in modo che nel filmato finale si osserverà la scena ripresa a velocità accelerata mentre l'inquadratura si sposterà lentamente da sinistra verso destra o viceversa; è anche possibile effettuare un movimento tilt, quindi ruotare la fotocamera dall'alto vero il basso e viceversa ed è anche possibile effettuare contemporaneamente i due movimenti. Nella pratica per eseguire i movimenti occorre una testa fotografica possibilmente di tipo micrometrico, che permetta spostamenti sull'asse orizzontale o verticale di decimi di grado; questi spostamenti andranno effettuati nella pausa di intervallo tra uno scatto e l'altro. Per prima cosa si simula lo spostamento valutando nel mirino o in Live View l'inquadratura di partenza e l'inquadratura di arrivo; A questo punto possiamo decidere di effettuare uno spostamento ogni due o tre scatti; se gli scatti totali sono 999 e eseguiremo uno spostamento ogni 3 scatti, dovremo eseguire 333 spostamenti totali; se dobbiamo per esempio compiere una rotazione di 90 gradi, dovremo dividere 90 per 333, e otterremo che ogni spostamento deve essere intorno a 0,27 gradi, uno spostamento quindi quasi inavvertibile, e che mal contato significa che dovremmo percorrere un grado in tre spostamenti. L'intervallo tra un fotogramma e l'altro deve essere impostato almeno su 2 secondi, per avere il tempo di effettuare ogni singolo spostamento nella pausa, tra uno scatto e l'altro. Le cose diventano più complesse ma per questo non meno possibili effettuando contemporaneamente anche un movimento di tilt, piuttosto che interrompendo il movimento di pan e procedendo con un movimento di tilt; il limite è dato solo dalla personale pazienza/abilità nonché dalla qualità della testa. Per il solo movimento di pan si può anche provare ad adattare la motorizzazione di una testa equatoriale astronomica, collegandola al movimento di pan del treppiedi e facendolo avanzare usando la pulsantiera della testa, un impulso per volta; si può anche provare a collegare il motore in continuo ma solo nelle riprese di giorno con tempi di posa piuttosto veloci; di notte con tempi di posa lunghi e il motore passo uno sempre in presa, ci si ritroverebbe con tutti i fotogrammi strisciati/mossi in senso orizzontale.

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  2. Un'altra possibilità è data dallo spostamento dell'intero gruppo treppiedi/fotocamera, durante la sequenza; in questo modo si ottiene lo stesso effetto cinematografico della carrellata ma lungo un videoclip accelerato; bisogna anche in questo caso valutare il punto di inizio e di fine della carrellata, dividere la distanza per il numero di spostamenti e valutare che il tutto porti a un risultato congruo, quindi a una carrellata assolutamente fluida e, ovviamente, con una sensazione di maggiore lentezza rispetto alla velocità del filmato.
     
  3. Ingrandisci l'immagineUna terza possibilità è data da un cambiamento progressivo della focale zoom utilizzata, sia partendo da una posizione tele scendendo verso una focale grandangolare che viceversa; sarà necessario applicare del nastro adesivo in carta da carrozziere sul barilotto dell'obiettivo, segnando sul nastro adesivo una serie di repere lungo i quali spostarsi utilizzando come riferimento il repere a punto originale di escursione della focale dell'obiettivo; è anche possibile segnare dei riferimenti con una matita, che potranno poi essere cancellati senza lasciare traccia.
     
  4. Una quarta possibilità, da applicare a una serie di soggetti posizionati a differenti distanze, è quella di modificare sempre in modo progressivo il punto di fuoco con la stessa tecnica usata per il cambiamento della focale.

     
  5. Una quinta possibilità, ma qui il limite è solo la fantasia, è quella di inquadrare un soggetto, per esempio una persona, che si muova molto lentamente o che non si muova affatto, posizionata in un punto della scena intorno al quale si svolge un'azione in movimento; per esempio una persona ferma in piedi, o che magari avanza molto lentamente verso la fotocamera, circondata dal flusso della folla; il risultato finale sarà che la persona ferma o in lentissimo movimento, apparirà come in un normale movimento registrato a 25 fps, circondata dal flusso della folla che gli sciama intorno velocissima. Basta guardare con attenzione diversi film, oltre al famoso Koyaanisqatsi, per vedere che queste soluzioni sono già state adottate da molti registi.

Se tutte queste complicazioni non vi bastassero, potete provare ad applicare tutte e quattro le variabili contemporaneamente!
Scherzi a parte, ciascuna di queste procedure portata a buon fine, rende in modo ancora più spettacolare il Time Lapse: mentre i movimenti di soggetti risulteranno congesti, i movimenti di macchina risulteranno pacati come in un normale filmato, con un risultato finale più spettacolare e inconsueto per chi ammirerà il filmato, non riuscendo a capire con quale ultrasofisticata tecnica è stato realizzato.

Ingrandisci l'immagine Usando schede SD/SDHC come la Eye-Fi e il router GSM autoalimentato MiFi, è possibile inviare in tempo reale le immagini scattate a un
computer selezionato nelle immediate vicinanze o a un network; poiché il filmato accelerato eseguito attraverso una sequenza di immagini intervallate necessita di una postproduzione piuttosto lunga, proprio per il numero di fotogrammi singoli che
dovranno essere inseriti nella timeline del software di video editing scelto, inviando le immagini in tempo reale man mano che la fotocamera scatta al computer o al network, è possibile iniziare il montaggio durante l'esecuzione dello shooting in sequenza, risparmiando tempo prezioso successivamente, e previsualizzando il risultato in un'anteprima di filmato.

La scheda di memoria resta sempre alla base di tutto il workflow digitale: deve essere affidabile e veloce; qui una Lexar SDHC 60x da 16GB: quando si devono scattare migliaia d'immagini per un filmato accelerato, la scheda deve essere in grado di memorizzare giga e giga
di dati, senza doversi trovare nella necessità di sostituirla proprio nel bel mezzo di una sequenza intervallata.
Se comunque ci si dovesse trovare a metà di una
sequenza con la scheda piena, sarà possibile sostituirla con
una seconda scheda, grazie al fatto che lo slot delle schede
SD della Nikon D5000 è posizionato lateralmente –
come la maggior parte delle DSLR – e quindi può esser aperto senza dover sganciare
la fotocamera dall'attacco della testa del treppiedi.

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Volevamo al contempo catturare i passaggi degli ospiti da una piscina all'altra e contemporaneamente l'approssimarsi della notte: questo è il motivo per cui sono stati eseguiti 2800 fotogrammi.
La prima parte è stata eseguita a 1 fotogramma al secondo proprio per seguire, anche se a velocità elevata, gli spostamenti delle persone; la seconda parte è stata girata a 1 fotogramma ogni 10 secondi, in quanto la dinamica del movimento delle persone era ormai stata registrata, ed era diventato a quel punto interessante evidenziare l'allungarsi delle ombre degli oggetti mentre il sole calava; la terza parte è stata registrata a 1 fotogramma ogni 12 secondi per rendere più evidente la luce del giorno che andava scemando e l'accendersi dell'illuminazione notturna delle piscine; il passaggio di un banco di nebbia e il vapore dell'acqua calda delle piscine retroilluminato, oltre al riscaldamento della temperatura di colore dovuto al bilanciamento del bianco impostato su daylight, hanno dato il tocco di magia finale al videoclip; le tre sequenza intervallate sono stare registrate senza dover sostituire la batteria alla D5000.

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