EDG Fieldscope e Reflex Digitali Nikon da 400mm a 2.625mm di focale in soli 39cm

A cura di: Gerardo Bonomo

A cura di Gerardo Bonomo

» Introduzione » Fieldscope Digital SRL Camera attachment FSA-L2
» FSA-L2 + Fieldscope + Reflex Digitale » L'importanza del treppiedi
» Impostazioni on-camera sulla Reflex Digitale » L'adattatore FSA-L2 utilizzato in modo ottimale
» Sul campo… » Conclusioni

 

Impostazioni on-camera della DSLR

Ingrandisci l'immagineCompatibilmente con la luce disponibile si suggeriscono i seguenti settaggi on-camera:


















  1. lavorare in formato NEF o NEF + JPG così da poter eventualmente postprodurre l'immagine ottenuta con ViewNX o Capture NX2 sotto tutti gli aspetti di settaggio che normalmente si eseguono on-camera, dal bilanciamento del bianco al contrasto, dalla saturazione alla nitidezza del Picture Control, con la sola esclusione della sensibilità ISO che va necessariamente impostata prima dello scatto e dell'attivazione o meno del Noise Reduction.
  2. usare sempre e comunque la sensibilità ISO più bassa possibile per ottenere sempre immagini con la massima risoluzione, ma non così bassa da indurre eventuali problemi di mosso o micro mosso in fase di ripresa
  3. attivare nelle DSLR quando disponibile l'alzo preventivo dello specchio M-UP associato se possibile alla funzione “Ritardo allo Scatto” per permettere al sistema di scaricare la vibrazione dello specchio prima dell'apertura dell'otturatore
  4. utilizzare sempre un sistema di comando a distanza, wireless o elettromeccanico a seconda del tipo di Reflex digitale impiegata; se non si disponesse dello scatto a distanza attivare sulla fotocamera l'autoscatto, con un ritardo di almeno 5 secondi, sempre per permettere al sistema di scaricare le vibrazioni causate dalla pressione diretta del dito sul pulsante di scatto
  5. Con l'adattatore FSA-L2 il modo di esposizione può essere impostato solo su M o su A

    A destra: È sempre opportuno scattare senza premere direttamente il pulsante di scatto, quindi usare uno scatto a filo o wireless; se non sono disponibili scatti a distanza si può sempre ricorrere all'autoscatto accoppiato all'alzo preventivo dello specchio.


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    Nel digital imaging alla base di ogni shooting c'è un accessorio piccolo quanto fondamentale: è la scheda di memoria che deve essere di qualità, veloce in scrittura e di capacità sufficiente anche quando si vuole girare dei videoclip oltre che scattare le immagini. Qui nel doppio slot di una D300s sono state inserite una CF Lexar da 16GB 600x – la massima velocità possibile oggi tra le CF Lexar – e una scheda SD sempre Lexar da 4GB e velocità di 133x.


     
  6. quando non si lavora in NEF, cosa sconsigliata, sono invece necessarie delle impostazioni on-camera che in postproduzione sono più complesse (ed impossibili) da affinare, come invece per i NEF; è quindi necessario:
  7. impostare un bilanciamento del bianco manuale, e non automatico così da mantenere la stessa cromia durante tutto lo shooting (se le condizioni climatiche non si modificano fortemente)
  8. impostare il preferito Picture Control magari personalizzato in Contrasto e/o Nitidezza
  9. Con qualsiasi DSLR Nikon utilizzata l'autofocus va sempre disabilitato perché la focheggiatura è possibile solo manualmente agendo sulla ghiera di messa a fuoco del Fieldscope; è invece possibile usare il riferimento del telemetro elettronico nel mirino, o l'ingrandimento della zona da focheggiare in modalità LiveView.
  10. Lavorando su soggetti poco contrastati può essere opportuno effettuare un bracketing del punto di messa a fuoco, controllando poi il risultato sul monitor della fotocamera; la ghiera di messa a fuoco dei Fieldscope EDG non ha un punto di riferimento, ma è possibile crearne uno temporaneo usando un triangolo sagomato di nastro adesivo da rimuovere a prove terminate.
  11. Utilizzare il Fieldscope sempre con il paraluce esteso alla massima posizione per evitare che raggi di luce parassita colpendo la lente frontale del Fieldscope riducano in modo evidente tanto il contrasto che la risoluzione dell'immagine
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Una Nikon D300s viene fatta scattare con lo scatto a filo a distanza MC-30

 

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Una Nikon D5000 viene fatta scattare
in wireless con lo scatto a distanza ML-L3.

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Fotocamere apparentemente entry level come la Nikon D5000
sono DSLR ottimali anche in situazioni altamente professionali come nell'impiego con i Fieldscope EDG,
grazie al monitor orientabile che permette di visualizzare l'immagine prima dello scatto in
Live View da qualsiasi angolazione; in LiveView è anche possibile effettuare la focheggiatura,
volendo ingrandendo a monitor il particolare del soggetto su cui si deve effettuare la messa a fuoco.


L'adattatore FSA-L2 utilizzato in modo ottimale

Abbiamo già sottolineato il fatto che l'adattatore FSA-L2 consente differenti lunghezze focali a seconda se impiegato su Fieldscope EDG 65 piuttosto che Fieldscope EDG 85 e con lo zoom impostato su differenti modalità. Va tenuto presente che utilizzando DSLR di formato DX la compatibilità è completa su tutte le focali impostate sul FSA-L2 e con entrambi i Fieldscope. Usando invece DSLR in formato FX, indipendentemente dal tipo di Fieldscope impiegato, lo zoom del FSA-L2 va impostato su focali superiori ai 750mm; sulle focali inferiori si manifesta una marcata vignettatura e un decadimento della qualità ai bordi dell'immagine. Ancora, nei dati EXIF dell'immagine, indipendentemente dal tipo di Fieldscope utilizzato, dalla focale zoom impostata sul FSA-L2 e dal tipo di DSLR utilizzata, si leggerà sempre e solo nel campo diaframma f/13 e nel campo lunghezza focale 800mm; nella realtà più si salirà con la focale zoom del FSA-L2 più salirà effettivamente la focale ottica impiegata mentre il diaframma risultante – non a lamelle – salirà a sua volta in f/.

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L'adattatore FSA-L2 permette di ruotare la fotocamera senza dover toccare i movimenti
del treppiedi per passare istantaneamente da una inquadratura orizzontale a una verticale.

Anche se il FSA-L2 consente di arrivare a focali effettive di 1.750mm nel formato FX, è sempre opportuno lavorare con focali più ridotte, se la distanza dal soggetto lo consente; in questo modo si lavorerà con un diaframma risultante relativamente più aperto e con un angolo di campo in grado di incassare delle leggerissime vibrazioni senza che l'immagini risulti visivamente mossa. Quando si lavora in postazione fissa alle massime focali con luce scarsa e si preferisce non salire con la sensibilità ISO, è possibile lavorare utilizzando due treppiedi, uno di sostanza per sorreggere il Fieldscope e l'altro anche relativamente leggero su cui innestare la fotocamera; dopo aver puntato e inquadrato il soggetto agendo sul treppiedi principale, si metterà in tensione la fotocamera adeguando l'altezza e il basculaggio del treppiedi secondario; in questo modo è possibile lavorare anche con tempi di posa lunghi senza alcun tipo di mosso indotto dalle vibrazioni. Ovviamente, per usare i tempi lunghi, è anche necessario che il soggetto sia immobile; questo sistema quindi non è adatto con soggetti in movimento.

 

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